In Francia ora è Marine. In Italia sarà Marina?

I risultati delle elezioni europee hanno stravolto tutti i pronostici.

Cerco di enucleare quelli che a mio parere sono i punti significativi. 

E' stato un trionfo di Renzi, poche balle, non del PD, anche se per il suo 40,8% non darei il motivo agli 80 euro in più in busta paga (però vedere scritto nella distinta delle singole voci stipendiali BONUS RENZI bello bello non è stato, e immagino che se l'avesse fatto il puzzone un'inchiesta in una decina di procure per voto di scambio non gliel'avrebbe negata nessuno, ma tant'è...).
La verità è che Renzi ha preso 11 milioni di voti, uno in meno di quelli presi da Veltroni alle politiche del 2008, in cui PERSE, ma li LI HA PRESI TUTTI LUI, non il suo partito. E tutto questo in un contesto in cui è andato a votare solo il 57,22% dell'elettorato (ma il 71% nella mia Modena, ad esempio, numero favorito, in questa come in altre situazioni analoghe, dalla contemporanea consultazione comunale).
E in cui Grillo e i suoi, con le loro frasi apocalittiche e i loro accenti violentemente visionari (solo tardivamente in parte corretti nell'apparizione a Porta a porta del comico genovese, che però è stato intortato ben bene dallo scafatissimo Bruno Vespa, che ne ha soavemente dimostrato l'inconsistenza nei contenuti) hanno finito con lo spaventare l'elettorato moderato alle prese con un Berlusconi azzoppato dai mille lacci e lacciuoli giudiziari, con un Alfano ectoplasmatico e con un Monti finalmente ridotto alle sue percentuali da prefisso telefonico.
E con gli ultras di sinistra che si sono sparsi tra l'impronunciabile Tsipras e  lo stesso M5S mentre la grande massa d'urto dei fedelissimi piddini (compresi quelli che odiano Renzi, e sono tanti, guardate la prima pagina dell'Unità di oggi, che nemmeno ne menziona il nome!) è andata more solito a votare compattamente il partitone.

Ebbene, in tutto questo magma indistinto di umori, paure, rabbia, speranze, si è preferito da parte di questa fetta di elettorato moderato dare fiducia alla sorridente inconsistenza del Pifferaio magico Renzi, uno che, favorito da una facciotta simpatica da figlio di buona donna e da una presenza ultra massiccia sui mass media negli ultimi tre mesi, promette molto e parla così bene anche se poi non fa un ca@@o (salvi gli 80 euro, ovviamente, che saranno lestamente tolti con le tasse incombenti e che comunque andranno ai soliti noti ai danni degli altri soliti noti), con quell'aria da bravo ragazzo discolo...
Ma le cambiali che per ora sono solo state firmate andranno onorate, prima o poi, e questo Renzi se lo deve ficcare bene in testa. 

Mumble mumble...

  
E Grillo? Beh, per lui le elezioni sono state una debacle, anche se il risultato (21,2%) in sé non è male e lo fa entrare con autorevolezza in Europa: ma rispetto alle politiche ultime scorse il passo indietro è evidente, e rispetto alle promesse/minacce di questa campagna elettorale siamo alla tranvata epocale, visto che nella situazione più favorevole, col terzo incomodo fatto fuori per via paragiudiziarie, con l'astensionismo dilagante, con molti media pronti ad omaggiarlo ed esaltarlo, nello scontro uno contro uno il trucismo grillo-casaleggiano è stato praticamente doppiato dalla bella faccia del cicciobello di Firenze, venendone stritolato...

Grillo per me si è mangiato l'occasione della vita: aveva promesso che in caso di sconfitta lui e il suo guru Casaleggio se ne sarebbero andati a casa.
A parti invertite sarebbero partite le legioni di manipoli a Roma, loro che cosa faranno?
Se invece di urlare al Destino cinico e baro, dare dei coglioni agli elettori italiani, offendere a destra e a manca tutto e tutti dalle parti di Genova si cominciasse a fare un po' di autocritica sul serio???
(Intanto vediamo quanti dei suoi aficionados non riusciranno a resistere alle profferte del PD in parlamento...)
Ovviamente non posso che essere contento del ridimensionamento di questi due figuri, ma vi confesso che allo stesso tempo, masochisticamente, sono un po' deluso, perché una maggior vicinanza con Renzi gli avrebbe messo più pepe al culo.


 

Berlusconi è stato battuto di brutto, anche se nelle condizioni date, nonostante tutto, il suo zoccolo duro resiste. 
Troppo bloccato dalle prescrizioni dettate per il suo affidamento ai servizi sociali, per me doveva cavalcare l'onda e insistere sull'attacco a certa magistratura, magari leggendo in tv e nelle interviste i passi più sanguignamente polemici dei suoi ricorsi contro la sentenza che l'ha condannato alla sconfitta (ce ne saranno millemila da sfruttare): trattandosi di atti regolarmente depositati e in corso di valutazione da parte delle competenti autorità non vedo come i magistrati avrebbero potuto contestarne la legittimità a citarli, e se l'avessero fatto si sarebbe agevolmente potuto gridare al sopruso: era l'unico modo, per me, per poter risalire nei sondaggi in maniera anche importante (impossibile vincere), anche a costo di rischiare l'arresto, quasi a maggior ragione, ma invece gli avvocati l'hanno consigliato per il profilo basso e questo l'ha condannato alla sconfitta elettorale.
Scelta giusta da un lato personale, esiziale sotto quello politico perché ha costretto visivamente il Berlusca alla periferia del gioco che conta, ponendolo in ovvia subalternità rispetto al duello Renzi-Grillo.

Tuttavia, con tutti i suoi diabolici vincoli, con il limite introdotto per i privati (quindi contro di lui) di finanziare i partiti ridotto a 100000 euro (norma assolutamente illiberale, per chi si riempia sempre la bocca di questa parola, LIBERALE, senza mai farne seguire i fatti conseguenti), con l'impossibilità quindi di fare una compiuta campagna elettorale con tutti i crismi, con tutto ciò che congiurava contro di lui, il buon Berlusca prende il 16,82%, che è lo stesso livello se non poco più in cui Alfano aveva portato il PDL sotto la sua conduzione a un mese dalle elezioni politiche del febbraio 2013, prima dello scisma di NCD, e che unito al (rabbrividente) risultato della lista alfaniana fa più o meno il risultato dello stesso PDL alle ultime politiche, il che significa che nel centro destra si riparte sempre e comunque da FI.
Non da Berlusconi, però. 

Raffaele Fitto

Giovanni Toti

Marina Berlusconi

                             

Ecco quindi che sono in rampa di lancio due nomi: uno è Raffaele Fitto, trionfatore nelle preferenze nella circoscrizione meridionale (il buon Toti, con buona pace di Silvio che l'ha nominato consigliere politico di FI, ha preso la metà dei voti al nord).

L'altra è la favoritissima Marina, la figlia del patron, che con il blocco forzato del padre verrà presto lanciata in orbita per bypassare tutte le resistenze interne al partito, con una forma opportuna di legittimazione (primarie?)

E gli altri? Be', Salvini ha ottenuto col suo NO EURO un ottimo risultato, il 6,2%, portando a casa anche un buonissimo numero di preferenze personali, con la Lega chiaramente al quarto posto, capace di attrarre probabilmente anche tanti forzisti delusi, mentre la Lista Tsipras ha raggiunto il quorum (4%) grazie al fattore nostalgia della proposta, ma alla fine sono i soliti quattro gatti da rispettare, per carità, ma che ormai sono come le riserve indiane...Di Alfano abbiamo detto: è uno che è stato ministro dell'interno, è tuttora vicepremier, ha un'esposizione mediatica che altri si sognano, puntava all'8% e deve contentarsi invece di un risibile 4,4% (peraltro insieme con l'UDC, gran bel risultato per Casini, complimenti!)

Un po' mi dispiace per Fratelli d'Italia e per la barba di La Russa (aveva promesso in diretta tv di tagliarla in caso di mancato raggiungimento del quorum), ma si sapeva che erano sul filo e il 3,7% li condanna, ad onta del buon risultato personale della Meloni (una ragazza in gamba, spero non scompaia nel prossimo futuro).

Sento una voce da lontano...Monti? Monti chiiii??? Ha preso lo 0,7%, persino dietro i verdi (0,9%) e allo stesso livello dell'IDV di Di Pietro, non so se mi spiego...Farebbe cosa buona e giusta se si dimettesse da senatore a vita, chiedesse scusa agli Italiani  e se ne ritornasse nel pentimento e in contrizione alla sua vita professorale...

Emmo'?
Be', in Europa la vedo molto più dura per la Merkel e anche per il duo PPE/PSE...
Il fatto che possa non esservi unione tra i partiti antieuropeisti non significa nulla: quando si tratta di difendere certi  obiettivi di fondo si deve fare guerra di posizione, lottare all'arma bianca, ci si arrocca attorno al proprio carroccio, si fa quel che si può con le munizioni che si hanno e alleandosi anche col diavolo, mica si deve impostare una coordinata strategia offensiva a lungo termine...E Marine Le Pen, Nick Farage, la Lega, Grillo, gli antieuropeisti danesi, gli euroscettici tedeschi, persino Alba dorata e la contrapposta Lista Tsipras potranno spesso trovare nella loro opposizione a quest'Europa banchiera, sconclusionata e senza vera legittimità politica molti punti di convergenza, estemporanei magari, ma li troveranno...
E questo è un segnale che nessuno ai piani alti di Bruxelles può permettersi di trascurare.
Per esempio, già non darei come così scontata la nomina di quell'ameba del lussemburghese Jean Claude Juncker alla guida della commissione europea, come desidera la cancelliera del Quarto Reich (e che, per esempio, FI ha già fatto capire di non apprezzare particolarmente, anzi...)

E in Italia? Be', Renzi deve stare attento a non ubriacarsi troppo: finora è stato tutto troppo facile, ma ora chi lo appoggia non necessariamente è di sinistra, anche se il suo partito alla sinistra si richiama. Ma quelli che l'hanno votato oggi non necessariamente potrebbero votarlo domani ed è gente che non perdona, se fai bene ti segue se no ti molla.
Riuscirà a reggere? In un contesto europeo assai più ostile a certe proposte italiane tipiche di sinistra e assai più orientato contro una certa impostazione europea filotedesca che pure il PD (almeno a parole) preferisce? Con l'imminenza di riforme da fare sul serio e non solo da lasciare allo stato di promesse? E con un centro destra che non farà più sconti? 

Già, il centro destra... Per me paradossalmente ora può ripartire sul serio, se finalmente Berlusconi si convince che DEVE passare la mano.

Deve prepararsi per tempo però: ci sono territori immensi di consenso da conquistare, tra gli astenuti e tra coloro che votano Lega, FdI, NCD, Monti e così via, e comunque un'alleanza organica con questi partiti che non guardano a sinistra diventa a questo punto necessaria, se si vuole riprendere quell'elettorato moderato che è stato (temporaneamente?) attratto dall'ex sindaco di Firenze.
Renzi deve infatti capitalizzare al massimo questo momento di estasi per poi andare il prima possibile alle elezioni politiche, sennò rischia sul serio che tutte le contraddizioni su cui si è impostato il suo cammino finora gli esplodano in mano tutte insieme al momento meno opportuno.

Berlusconi ormai deve lasciare la mano, ma ha un anno di tempo per lanciare una nuova leadership, con opportune primarie, con nuove proposte, nuove facce CREDIBILI e un nuovo modo di porsi: gli altri seguiranno, perché non possono fare altro, ma nella trasparenza e nella linearità delle procedure.
Perché Berlusconi, prima o poi, dovrà rendersi conto che la politica non è la conduzione di un'azienda, e non decide uno solo. Ecco perché servono le persone giuste e non i lacché.
Solo così potrà riguadagnare i moderati che hanno disertato le urne stavolta, nonché togliere a Renzi quell'aura di predestinato che l'ha aiutato in quest'occasione e che ha spinto tanti altri moderati, in odio a Grillo, a votare per lui...
Ora si parla di Marine. 
Domani si parlerà di Marina?

P.S. E occhio a Mario Draghi...
LUI, si è già mosso. 
Che sia lui quello che spariglia le carte?