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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic
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venerdì 3 maggio 2019

Un selfie non si nega a nessuno





Oggi a Modena in Piazza Mazzini ho incontrato questo tizio, che, proclamandosi ammiratore del FORCONE DEL DIAVOLO, mi ha chiesto di farci un selfie.
Non potevo dire di no ad una simile, così cortese richiesta, non credete?

giovedì 14 giugno 2018

Parlano parlano, come a Barletta...


Domani comincia il più grande Evento sportivo del mondo.

Quello che noi italiani aspettiamo sempre ogni quattro anni, pronti a viverlo tutti insieme come un sol uomo.
Quest'anno però purtroppo non ci saremo, dopo sessant'anni, per la terza volta nella storia, la seconda perché eliminati sul campo.

Si tratta, per me, per noi tutti, di un dolore immenso, acuito anche dal fatto che la prossima volta, SE ci arriveremo, sarà un'edizione tutta particolare, praticamente sotto Natale o quasi, in Qatar, e solo dopo altri quattro anni torneremo ad un Mondiale "normale", seppure condiviso a tre fra USA, Canada e Messico (decisione proprio di oggi).
E avremmo comunque otto anni in più...

Eppure...
Eppure anche se ci manca l'occasione del Mondiale per ritirare fuori le nostre bandiere, ebbene qualcosa di nuovo, di bello e di importante sta capitando, proprio in questi giorni.
Qualcosa che le bandiere potrebbe farcele ritirare fuori lo stesso, e con maggior ragione.
Continuo a mantenere tutte le mie riserve sul governo cosiddetto giallo-verde, soprattutto per quanto concerne la parte grillina dell'esecutivo (sono curioso di vedere ora come andranno le cose, dopo la scoppola rimediata dal Movimento alle ultime elezioni amministrative), però non posso non notare come negli ultimi dieci giorni, soprattutto grazie all'ottima performance del nostro nuovo Presidente del Consiglio Conte al recentissimo G7, l'unico degli europei ad uscirne promosso a pieni voti, ed ancor di più in virtù della fermezza mostrata dal neo Ministro degli Interni Salvini nella gestione del caso AQUARIUS, una pratica spinosissima e con una altissima soglia di rischio, ma brillantemente superata con lucida follia dal Viminale, questo Governo abbia riportato finalmente in alto il nostro Tricolore nel consesso euro-mondiale.
Siamo solo all'inizio, ci saranno tante altre prove da superare, non mancheranno i momenti di difficoltà e di scoramento, ma se sono rose, come si dice, fioriranno...
E il nostro inno possiamo sin d'ora tornare a cantarlo a squarciagola.



Abbiamo perso il Mondiale.
Ma forse abbiamo ritrovato l'Italia.
Finalmente.


P.S.
I francesi è dall'epoca di Barletta che ci prendono per il culo.
Ma poi le prendono.
































venerdì 27 aprile 2018

Si dovrà combattere





Scusatemi, amici miei, ma in questi giorni, lo confesso, ho passato momenti di vero scoramento.
Mi sono scoraggiato a causa delle incommentabili trattative per il futuro Governo, che rischiano di premiare le parti giunte rispettivamente seconda e terza alle elezioni (l'ultima addirittura uscita seppellita dalla vergogna), a scapito della coalizione NETTAMENTE vincente, sulla base di non si sa quale criterio.
Ma mi sono anche scoraggiato per la lunare sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, un qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio (vi invito a seguire https://www.youtube.com/watch?v=YHBCOxTAlNk) e che non posso non legare al tentativo spudorato e vergognoso del Movimento 5 Stelle di trovare una sponda purchessia pur di andare al potere, tra l'altro rimangiandosi tranquillamente le tante cose dette in campagna elettorale.
Infine non posso non ammettere che mi ha letteralmente sconvolto l'anima ed il cuore la tragica e insieme gloriosa epopea di Alfie Evans, il bambino "futile" e predestinato a morire dopo 15 minuti dall'essersi visti staccare i supporti vitali per la sua sopravvivenza e che invece ha l'impudenza dalle 22,17 del 23 aprile di resistere, e pure bene.

venerdì 26 febbraio 2016

#CIRICORDEREMO







Credo sia giunto il momento, in questo periodo drammatico di confusione di Valori e di tramonto della civiltà occidentale, in cui l'uomo ha perso ormai ogni senso del limite e pretende di credersi Dio, che in Italia sorga un nuovo interlocutore politico capace veramente di rappresentare al meglio sul piano politico e parlamentare i sentimenti più veri della nostre radici storiche, tradizionali, culturali ed anche, sì, religiose.
Nel pieno rispetto certo di tutte le diverse sensibilità, seguendo le normali procedure previste in democrazia, nel solco dei principi dettati dalla nostra pur ormai datatissima Costituzione, ma anche con l'assoluta consapevolezza e vorrei dire l'Orgoglio di difendere dei Principi di altissimo valore morale e civile insieme. 
Principi che costituiscono da 2000 anni o giù di lì il vero cemento unificatore, il più forte e radicato, del nostro essere Italiani, e che altri che dicono di volerli difendere e che hanno preteso di essere eletti sulla base di tale vana promessa hanno preferito invece abbandonare allo scempio di un disegno di legge iniquo ed abnorme, tutto questo in cambio di 30 denari (si veda QUI)






Ma arriva un momento in cui chi non si schiera diventa automaticamente complice. 
L'ansia di Libertà, Giustizia e Verità rappresentata dal popolo del 30 gennaio non può andare dispersa e va canalizzata in un nuovo soggetto politico.
Un soggetto politico forte, orgoglioso delle proprie idealità, entusiasta di rappresentarle al meglio e di difenderle pubblicamente senza esitazioni, a viso aperto come non hanno avuto invece il coraggio di fare con le loro i propugnatori della legge sulle unioni civili, nonostante l'appoggio incondizionatamente acritico di tutta l'intellighentzija progressista al caviale di questo benedetto paese.
Ebbene, come era scritto in quell'enorme striscione esposto con orgoglio nella grande manifestazione del Family Day #CIRICORDEREMO!
E ce ne ricorderemo sin dalle imminenti elezioni amministrative, ma soprattutto nel referendum costituzionale che dovrà promuovere o bocciare la pasticciatissima ed antidemocratica riforma istituzionale voluta a tutti i costi da Matteo Renzi!




E perché il grido di battaglia di questo piccolo blog di periferia non resti un semplice sfogo senza senso ecco elencati qui sotto tutti i sì e tutti i no che hanno decretato l'approvazione al Senato del disegno di legge Cirinnà, ormai diventato disegno di legge Renzi-Alfano, sulla base del processo verbale stenografato al Senato nella seduta del 25 febbraio.
Leggete bene questi nomi, imprimeteveli bene in mente, e ricordateli.
Tutti. Uno per uno.
I sì sono stati 173, i no 71. I grillini hanno abbandonato l'emiciclo, come alcuni senatori di ispirazione sociale cattolica, tra i quali Sacconi e Formigoni, fino a quel momento facenti parte della maggioranza parlamentare.
L'assenza alla votazione valeva come voto contrario.



"Rispondono i senatori:
Aiello, Albano, Amati, Amoruso, Angioni, Anitori, Astorre, Auricchio, Azzollini
Barani, Battista, Bencini, Berger, Bertuzzi, Bianco, Bianconi, Bilardi, Bonaiuti, Bondi, Borioli, Broglia, Bubbico, Buemi
Caleo, Cantini, Capacchione, Cardinali, Casini, Cassano, Chiavaroli, Chiti, Cirinnà, Cociancich, Collina, Colucci, Compagnone, Conte, Conti, Corsini, Cucca, Cuomo
D'Adda, Dalla Tor, Dalla Zuanna, D'Anna, D'Ascola, Davico, De Biasi, De Poli, Del Barba, Della Vedova, Di Giacomo, Di Giorgi, Dirindin, D'Onghia
Esposito Stefano
Fabbri, Falanga, Fasiolo, Fattorini, Favero, Fedeli, Ferrara Elena, Filippi, Filippin, Finocchiaro, Fissore, Fornaro, Fravezzi, Fucksia
Gambaro, Gatti, Gentile, Giacobbe, Giannini, Ginetti, Gotor, Granaiola, Gualdani, Guerra, Guerrieri Paleotti
Ichino, Idem, Iurlaro
Lai, Langella, Laniece, Lanzillotta, Latorre, Lepri, Lo Giudice, Lo Moro, Longo Eva, Longo Fausto Guilherme, Lucherini, Lumia
Manassero, Mancuso, Maran, Marcucci, Margiotta, Marino Luigi, Marino Mauro, Martini, Mattesini, Maturani, Mazzoni, Micheloni, Migliavacca, Minniti, Mirabelli, Monti, Morgoni, Moscardelli, Mucchetti
Naccarato, Napolitano
Olivero, Orellana, Orrù
Padua, Pagano, Pagliari, Pagnoncelli, Palermo, Parente, Pegorer, Pezzopane, Piccinelli, Pignedoli, Pinotti, Pizzetti, Puglisi, Puppato
Ranucci, Repetti, Ricchiuti, Romani Maurizio, Romano, Rossi Gianluca, Rossi Luciano, Russo, Ruta, Ruvolo
Saggese, Sangalli, Santini, Scalia, Schifani, Silvestro, Sollo, Sonego, Spilabotte, Sposetti, Susta
Tocci, Tomaselli, Tonini, Torrisi, Tronti, Turano
Vaccari, Valdinosi, Valentini, Vattuone, Verdini, Verducci, Vicari, Viceconte, Villari
Zanda, Zanoni, Zeller.

Rispondono no i senatori:
Alicata, Amidei, Aracri, Augello
Bernini, Bertacco, Bignami, Bocca, Bocchino, Bonfrisco, Bruni
Calderoli, Caliendo, Campanella, Candiani, Cardiello, Caridi, Carraro, Casaletto, Centinaio, Ceroni, Cervellini, Comaroli, Consiglio, Crosio
D'Alì, D'Ambrosio Lettieri, De Cristofaro, De Petris, De Pin, De Siano, Di Maggio
Fasano, Fazzone, Ferrara Mario, Floris
Gasparri, Ghedini, Gibiino, Giovanardi, Giro
Liuzzi
Malan, Mandelli, Marin, Mastrangeli, Matteoli, Mauro Giovanni, Mauro Mario Walter, Messina, Milo, Minzolini, Mussini
Palma, Pelino, Perrone, Petraglia
Quagliariello
Rizzotti, Romani Paolo, Rossi Mariarosaria, Rossi Maurizio Giuseppe
Scoma, Serafini, Sibilia, Stefani
Tarquinio, Tosato
Volpi
Zizza, Zuffada".

Dal profilo di Mario Adinolfi su Facebook.

sabato 30 gennaio 2016

LET'S GO FAMILY DAY!!! CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE CIRINNA'



Chiariamolo subito: nessuno intende mettere in discussione il diritto degli omosessuali di sancire formalmente in un qualche ragionevole modo innanzi alla legge la convivenza sentimentale con il proprio partner, a fini lavorativi, previdenziali (se non si scassano i conti, cosa altamente probabile), sanitari, ereditari e così via.

venerdì 26 giugno 2015

Questa è l'integrazione che ci piace!




Certe volte basta una foto.
Il primo carabiniere italiano di origini cinesi ha prestato giuramento.
Sono sicuro che questo ragazzo, così amorevolmente coccolato dalla sorella, sarà assai più fiero sostenitore dell'Italianità di tanti Italianuzzi nostrani.
E cosa c'è di più Italiano della Benemerita?
Auguri, amico mio, chiunque tu sia.
Benvenuto nell'Arma.

lunedì 19 gennaio 2015

ANTONIO MARTINO PRESIDENTE!!!


Non lo eleggeranno mai.
Ma fa piacere che finalmente il suo nome cominci a circolare.
CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI, ANTONIO MARTINO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!!
Appoggiate la battaglia per ANTONIO MARTINO PRESIDENTE.
Aderite al gruppo su fb NOI VOGLIAMO ANTONIO MARTINO COME NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
https://www.facebook.com/groups/510429018992680/?fref=ts




venerdì 14 novembre 2014

NOI VOGLIAMO ANTONIO MARTINO COME NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!!





Visto che si parla tanto della volontà dell'attuale Presidente della Repubblica di dimettersi a breve, faccio mio l'auspicio di un gruppo esistente su facebook di cui ho l'Onore di essere amministratore.

"In mezzo ad una sfilza di nomi, uno più improbabile, inaccettabile, inconcepibile dell'altro, ribadiamo la candidatura a Presidente della Repubblica di un integerrimo, onesto, titolatissimo, prezioso, universalmente stimato servitore delle Istituzioni come Antonio Martino, un autentico galantuomo come ce ne sono pochi nella politica italiana, capace con la sua sensibilità moderata e il suo acuto senso dello Stato di venire incontro ai desideri di chi, a destra, come al centro, come a sinistra, ha a cuore veramente il bene dell'Italia, senza volere invece spaccature in questo momento assolutamente disdicevoli.


Diciamo basta ai soliti opportunismi all'italiana.


Diciamo basta all'occupazione da parte della sinistra della Poltrona più importante del paese.


Diciamo basta all'ascesa al soglio presidenziale di personaggi discutibili che non solo non sono in alcun modo in grado di rappresentare il sentimento di tutta la Nazione, ma rischiano anzi di portare ad una clamorosa e forse irrimediabile rottura tra le Istituzioni e il paese reale. 


DICIAMO SI' AD ANTONIO MARTINO!!!"


mercoledì 12 novembre 2014

Ricordiamoli sempre, i caduti di Nassirya


Nassirya, capoluogo della provincia di Dhi-Qar, in Iraq, 12 novembre 2003.
Ore 8,40 italiane, 10,40 locali.
Due violentissime esplosioni scuotono la base italiana "Maestrale", sulle rive del fiume Eufrate, sede della ex Camera di Commercio locale al tempo di Saddam Hussein, danneggiando anche la vicina base "Libeccio", distante qualche centinaio di metri.
Un camion e un'automobile che seguiva dappresso, entrambi riempiti di centinaia di chili di tritolo, si scagliano contro la base, alla guida di autisti suicidi: il primo dei due mezzi viene fermato, ed esplode contro la cancellata d'ingresso della caserma, l'autobomba riesce invece a penetrare all'interno con tutto il suo carico di morte, ed esplode nel bel mezzo dell'area militare.
Crolla uno dei due edifici della base, mentre l'altro, quello sede del comando, viene seriamente danneggiato. Esplode anche il deposito munizioni, innescando una serie di violente esplosioni secondarie.
Restano in terra diciannove uomini: diciassette sono militari, due civili.
E' la più grande strage di soldati italiani dalla fine della seconda guerra mondiale.
E' nostro dovere ricordarli sempre.








Caduti della Brigata Sassari dell'Esercito:

- Tenente Massimo Ficuciello (35 anni), dei Lagunari, nato a Udine il 7 aprile 1968, laureato in scienze politiche con indirizzo internazionale: funzionario di banca, figlio del Tenente Generale dei Lagunari Alberto Ficuciello, ex comandante del Comando Alleato Interforze NATO del Sud Europa e delle Forze Operative Terrestri dell'Esercito Italiano, aveva chiesto di rientrare in servizio nella riserva selezionata ed era stato assegnato al Nucleo Pubblica Informazione della Brigata Sassari diretto dal Col. Scalas vista la sua conoscenza delle lingue; al momento dell'attentato stava accompagnando in un primo sopralluogo preliminare i due civili, Stefano Rolla e Marco Beci, giunti da appena un giorno per girare un film documentario sui "Soldati di pace", titolo che si era deciso di cambiare in "Babilonia, terra tra due fuochi".
- Maresciallo Silvio Olla (32 anni), di Isola Sant'Antioco (CA), in servizio presso il 151° Reggimento della Brigata Sassari, laureato in scienze politiche, padrone dell'inglese e a conoscenza dei rudimenti dell'arabo, collaborava col ten. Ficuciello nel Nucleo di Pubblica Informazione: è morto anche lui accompagnando Rolla e Beci nel primo loro sopralluogo alla base.
Caporale Pietro Petrucci (22 anni), di Casavatore (NA), volontario in ferma breve, con l'incarico di conduttore di automezzi: portato in gravissime condizioni all'ospedale di Kuwait City, ne sarebbe stata dichiarata la morte celebrale poche ore dopo il ricovero; trascorsi i tempi previsti fu pietosamente staccata la spina della macchina che lo teneva in vita.
- Caporal maggiore scelto Emanuele Ferraro (28 anni), di Carlentini (SR), in servizio permanente di stanza al 6° Reggimento Trasporti di Budrio (BO).
- Caporale Alessandro Carrisi (23 anni), di Trepuzzi (LE), volontario in ferma breve, anche lui nel 6° Reggimento Trasporti di Budrio, in Iraq da poche settimane.

Caduti dei Carabinieri:

Maresciallo Giovanni Cavallaro (47 anni), messinese, residente a Nizza Monferrato (AT), in servizio presso il Comando Provinciale di Asti. Soprannominato "Serpico", veterano di Kosovo e Macedonia, lasciava  la moglie e la piccola figlia Lucrezia di 4 anni. Stava per rientrare in Italia dopo 3 mesi di missione.
- Maresciallo Massimiliano Bruno (40 anni), bolognese, biologo presso il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma (RACIS), viveva a Civitavecchia (RM) con la moglie.
- Maresciallo Enzo Fregosi (56 anni), ex comandante dei NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) di Livorno, reparto dipendente dal ministero della Sanità, viveva con la moglie e i due figli, uno carabiniere e l'altra studentessa all'università: stava per rientrare in Italia dopo quasi quattro mesi di missione.
Maresciallo Alfonso Trincone (44 anni), di Pozzuoli (NA), risiedeva con la moglie e i tre figli a Roma, dov'era in servizio presso il NOE (Nucleo Operativo Ecologico), reparto dipendente dal Ministero dell'Ambiente.
Maresciallo Filippo Merlino (40 anni), di Sant'Arcangelo (PO): comandava la Stazione dei Carabinieri di Viadana (MN) e sarebbe morto dopo essere stato trasportato cosciente, ma in condizioni critiche, all'ospedale militare.
- Vicebrigadiere Giuseppe Coletta (38 anni), di Avola (SR), ma da tempo residente a San Vitaliano (NA), era in servizio al Comando provinciale di Castello di Cisterna (NA): era sposato e padre di una bambina di due anni, dopo aver perso un figlio di cinque anni per una leucemia.
Appuntato Domenico Intravaia (44 anni), di Monreale (PA), in servizio al Comando provinciale di Palermo, sposato e con due figli di 16 e 12 anni: già in missione nel passato a Sarajevo, come il collega Cavallaro sarebbe rientrato in Italia tre giorni dopo, al termine di quattro mesi di missione. Lasciava anche l'anziana madre, un fratello gemello e due sorelle.
Maresciallo Alfio Ragazzi (39 anni), in servizio al RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Messina, era sposato e con due figli di 13 e 7 anni: specializzato in tecniche di sopralluogo, aveva il compito di istruire la polizia locale: mancavano tre giorni al suo ritorno in patria.
Carabiniere Ivan Ghitti (30 anni), milanese, di stanza al 13° Reggimento "Friuli Venezia Giulia", inquadrato nella 2° Brigata Mobile dei Carabinieri, di stanza a Gorizia, grande unità destinata specialmente all'impiego in missioni all'estero: alla quarta missione all'estero dopo altre tre in Bosnia, lasciava i genitori e una sorella. 
Carabiniere scelto Orazio Majorana (29 anni), di Catania, in servizio nel Battaglione Laives- Leifers in provincia di Bolzano, del 7° Reggimento "Trentino Alto Adige", anch'esso facente parte della 2° Brigata Mobile dei carabinieri.
Carabiniere Andrea Filippa (33 anni), torinese, da sempre impegnato in missioni all'estero, carabiniere dall'età di 19 anni, era sposato dal 1998 e viveva a San Piero d'Isonzo (GO), prestando servizio al 13° Reggimento "Friuli Venezia Giulia" di stanza a Gorizia: è grazie a lui, che ebbe la prontezza di spirito di mettersi a sparare contro i due attentatori suicidi alla guida del camion bomba, uccidendoli, se la strage non assunse proporzioni veramente clamorose, visto che col suo intervento il mezzo andò a schiantarsi ed esplodere contro la cancellata all'ingresso; purtroppo il giovane carabiniere non poté far nulla contro la seconda autobomba, che era nascosta dal camion e riuscì purtroppo ad infilarsi all'interno della base...
Maresciallo Daniele Ghione (30 anni), di Finale Ligure (SV), in servizio nella Compagnia di Gorizia: sposato da poco, aveva vinto il concorso per marescialli dopo essere stato ausiliario dell'Arma ed essersi iscritto dopo il congedo all'Associazione Carabinieri in congedo.

Caduti civili:

- Stefano Rolla (65 anni), di Roma: sceneggiatore, aiuto regista, produttore esecutivo, stava effettuando con il tenente Ficuciello e il maresciallo Olla un sopralluogo preliminare in vista di un film documentario di prossima produzione, che doveva dirigere insieme col regista Massimo Spano.
- Marco Beci (43 anni): funzionario della cooperazione italiana in Iraq, accompagnava Rolla al momento dell'attentato.












Oltre ai diciannove caduti italiani, vi furono una ventina di feriti, tra militari e civili (tra essi una donna carabiniere), e nove iracheni morti.

Il mio più deferente saluto a questi Uomini e alle loro famiglie.







Mi piace ricordare in questo post anche Anja Niedringhaus, 48 anni, la fotoreporter tedesca dell'Associated Press
autrice della foto più famosa della strage di Nassirya, che è rimasta uccisa a sua volta il 4 aprile scorso mentre a bordo di un convoglio protetto dalle forze armate e di polizia afghane stava attraversando Khost, nell'Afghanistan Orientale, alla vigilia delle elezioni presidenziali, colpita dai proiettili esplosi contro di lei e la collega canadese Kathy Gannon, anch'ella rimasta gravemente ferita,  da un uomo vestito da poliziotto.

martedì 2 settembre 2014

Angeli dell'Aria - Meritavano un post tutto per loro


Cari Amici, oggi alle 11,00 si terranno a Ghedi (BS), presso la sede del 6° Stormo dell'Aeronautica, i Funerali dei quattro giovani piloti caduti nel corso di un'esercitazione aerea sui cieli dell'appennino marchigiano.

sabato 24 maggio 2014

Ventitrè maggio millenovecentonovantadue

Mi era venuto a trovare da Taranto quel giorno un caro amico, compagno di studi all'università.
Io ero appena tornato da Roma, dove avevo sostenuto (infruttuosamente) il concorso scritto per l'accesso in magistratura.
Seppi soltanto quella sera maledetta che Francesca Morvillo, la compagna di Giovanni Falcone, era una componente della commissione giudicatrice di quel concorso. Un tenue, insignificante filo che il Destino aveva intessuto tra la mia vita e quelle dei due sfortunati magistrati, uniti nella vita e nella morte.

Quel pomeriggio Enzo era venuto a trovarmi, insieme andammo da un nostro comune amico, anche lui di Taranto, Dario, che dopo la laurea (ottenuta lo stesso giorno mio)  si era fermato a Modena, dove viveva credo la sorella.
Passammo un bel pomeriggio insieme, ricordando le nostre vicende di giovani universitari, che in fin dei conti risalivano a solo due anni prima...

Tornato a casa, per l'ora di cena, aperta la porta, trovai mia madre sconvolta: "Hanno ucciso Falcone...Hanno ucciso Falcone...!!!"

Era andato a prendere la moglie di ritorno da Roma, con la scorta, all'aeroporto.
Guidava lui, ritornando a casa, contrariamente alle regole, quando fecero esplodere sulla A29 centinaia di chili di tritolo, all'altezza dello svincolo di Capaci (v. QUI).
Il suo autista si salvò, forse proprio per quel provvidenziale scambio di posto...
Lui morì dopo poche ore di ospedale.
Gli altri morirono tutti sul colpo, compresa sua moglie e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Solo due mesi dopo, il 19 luglio, la mafia avrebbe fatto fuori anche il suo collega di tante battaglie, Paolo Borsellino, con tutta la sua scorta, a Palermo, sotto casa di sua madre, in Via D'Amelio (v. QUI).
Da allora la Giustizia in Italia, per me, è morta.




Enzo ora si è sposato e fa l'avvocato a Bari, anche se vive a Taranto, per conto di non mi ricordo più quale ente.
Dario è ritornato in Puglia e fa il sindaco, credo con ottimo profitto, a Lizzano.
Non li ho visti più da allora.

Ventidue anni fa.
Poco meno degli anni che avevamo quel giorno.


Francesca Morvillo
Giovanni Falcone
Paolo Borsellino

lunedì 14 aprile 2014

"Adesso vi faccio vedere come muore un Italiano"

Fabrizio Quattrocchi
(Catania, 9/5/1968- Da qualche parte in Iraq, 14/4/2004)
Dieci anni fa, in Iraq, non si sa dove esattamente, non si sa l'ora, non si sa ancora precisamente per colpa di chi, moriva Fabrizio Quattrocchi.
Era un ragazzo di appena trentasei anni, forse un po' montato, forse un po' guascone, uno che amava la palestra, praticava il taekwondo, uno che sbarcava il lunario facendo il body guard a contratto e il buttafuori nelle discoteche. E che un bel giorno decise di andare a lavorare come addetto alla sicurezza, uno di quei tanti contractors famigerati, come comunemente vengono ritenuti ormai pregiudizialmente, che erano e sono tuttora indispensabili per chi vive e lavora, straniero, in quella disgraziata terra di nessuno, piagata da una serie di guerre irresponsabili volute da quell'infame dittatore di Saddam Hussein, una terra ancora in realtà non pacificata e che chissà se e quando lo sarà mai.

giovedì 6 marzo 2014

Ma davvero "La Grande Bellezza" è un film di sinistra?

Avevo promesso agli amici su fb di parlarne, ieri sera, finita la visione su Canale 5.
Mi ero solo riservato di dormirci un po' su, per potere riflettere con calma e dare una mia interpretazione la più serena e oggettiva, per quanto possibile.
Ammetto: non ho mai nascosto il mio pregiudiziale e profondo scetticismo su questo film, uno scetticismo dovuto agli evidenti richiami felliniani della sceneggiatura (e io Fellini non sono mai riuscito a reggerlo), al solido substrato culturale sinistrorso in cui sono comunemente ritenuti immersi, e senza che nessuno abbia mai smentito alcunché (perché avrebbero dovuto, poi?), il regista Paolo Sorrentino, l'attore protagonista Toni Servillo, tutte le prime e seconde file, tutte però di altissima risonanza in Italia (da Sabrina Ferilli a Carlo Verdone, da Iaia Forte a Pamela Villoresi, da Isabella Ferrari a Galatea Ranzi e così via), che fanno quasi da sfondo alla non vicenda descritta nell'opera, un lungo percorso visivo in una Roma splendida e corrotta, avvolgente e un po' puttana, nei suoi paesaggi e nelle sue feste inutili, nei suoi monumenti e nei personaggi marci che la costellano, col solo Servillo praticamente quale mattatore unico, un autentico Virgilio dantesco che ci conduce mano per mano in questo vortice di colori, suoni ed emozioni (Inferno? Purgatorio? Paradiso?) ed attorno al quale gli altri appaiono semplici spalle, ma più o meno tutte sullo stesso piano...

martedì 11 febbraio 2014

Ciao, Oberdan

Ieri nella palestra comunale di Bastiglia, uno dei paesi più colpiti dalla piena del Secchia che ha sconvolto tutta la "Bassa" modenese il 19 gennaio scorso,
è stato dato l'ultimo saluto