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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

giovedì 3 aprile 2014

Se basta un carro armato della mutua...

Tanko veneto da combattimento ad uso promiscuo "IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"















Porca miseria, sono stato fermo tre giorni ed è successo di tutto: per esempio,   l'ennesimo rinvio, al 31 luglio stavolta, del processo sui marò (però è stata sospesa il 28 marzo dalla Corte Suprema, in accoglimento del ricorso italiano, l'applicazione della legge antiterrorismo, quindi della pena capitale, quindi della competenza del Tribunale Speciale ad hocsospesa, non negata come erroneamente (in buona fede?) detto dai mass media italiani, tant'è vero che il Tribunale Speciale ha rinviato tutto e stop, mica ha chiuso la pratica...) 
E dobbiamo pure ringraziarli, questi qui: "Grazie, molto gentili, in cambio cosa volete ora, amici indiani, una fetta di culo?" 
Ma mica è finita quici sarebbe anche tanto da dire sulle affermazioni bislacche (e mi tengo basso) a proposito dell'accoglienza agli extracomunitari contrapposta a quella per i turisti fatte dalla persona 

che purtroppo è in questo momento al vertice della terza Istituzione dello Stato, fino alla STUPEFACENTE (nel senso di fatta sotto l'effetto di droghe, non può essere diversamente) riforma costituzionale matteorenziana (ne parleremo, nei prossimi giorni, di questa roba qua, uff...se ne parleremo...)

E invece no, oggi vi parlo di altro.
Vi parlo del pericolosissimo mezzo corazzato che vedete all'inizio in fotografia, un mezzo che solo al vederlo incute terrore!
Sì, perché chi lo guida potrebbe ammalarsi di tetano però...


Alcuni raffronti per darvi un'idea:



Carro armato M 1 ABRAMS (USA)




Carro armato ARIETE C 1 (ITA)



Carro armato T 90 (RUS)



Carro armato LECLERC (FRA) 



Carro armato MERKAVA (ISR)



Carro armato CHALLENGER (GBR)



Carro armato LEOPARD (GER)





Chiunque di noi può giudicare della pericolosità del mezzo corazzato preparato dagli indipendentisti arrestati ieri per associazione armata a scopo di terrorismo ed eversione nonché per fabbricazione e detenzione di armi da guerra...

Sembra che l'indagine della Procura di Brescia duri da anni, ma è curioso però che simile blitz delle forze dell'ordine sia stato fatto solo a pochi giorni di distanza dal referendum online per l'indipendenza del Veneto, un referendum che ha spaventato molti in Italia dopo quello che ha sancito il distacco della Crimea dalla Ucraina ed il suo ritorno alla Madre Patria russa, ma che anch'io giudico un po' burletta, per le modalità naif con cui è stato fatto e che consentivano agilmente brogli, e che oltretutto ritengo antistorico e fondato su mere ragioni di sghei, non certo ideali, cosa che da buon Italiano quale mi ritengo di essere non posso assolutamente appoggiare, anzi nemmeno concepire.
Tuttavia...
Tuttavia negli ultimi mesi ho conosciuto Lucio Chiavegato, uno di quelli che sono stati arrestati.
Oddio, conosciuto è una parola grossa, diciamo che insieme con un altro gruppo di persone facenti parte dei cosiddetti "Forconi" di Modena, che peraltro non erano tali, sono stato presente quando, in almeno due occasioni, questo furbo, ambizioso, ignorante personaggio è venuto a trovarci al presidio di Modena Nord.
Il tutto davanti alla DIGOS e agli altri tutori dell'ordine, roba assolutamente trasparente e onesta, eh...

Lui non mi è piaciuto per niente: aveva delle (legittime) idee autonomiste che non mi appartenevano, era evidente in lui una certa ambizione politica che nemmeno faticava a nascondere, per dirla tutta, e si capiva benissimo che fosse di poche e confuse letture, tuttavia una cosa era chiara...
Cioè che stava intercettando un malore diffuso nella società, e soprattutto in quegli strati popolari che l'attuale classe politica nemmeno considera, tutta prona com'è all'entità superiore non ben definita che ci governa da Bruxelles, tutta bacini e baciotti com'è ai poveri extracomunitari che vengono qui sui barconi (spesso in realtà arrivano con i viaggi per turismo, chiamati dai loro connazionali, ma vabbè...), tutta tesa com'è al recupero dell'evasione che costa il triplo di quanto l'evasione tolga, ma che in compenso ammazza chi ancor prova eroicamente ad intraprendere in questo splendido e dannato paese, o la povera gente che non riesce a pagare le tasse perché senza lavoro e senza prospettive, e cose così...
Lucio Chiavegato, questa è stata la mia impressione, è un irriducibile furbetto che dice tante cose, con una chiacchiera ruvida, sgrammaticata ma di facile presa sulla gente disperata, una sorta di millantatore quindi, che spara tante cazzate un tanto al chilo tutte insieme, anche usando parole apparentemente "forti", uno che evidentemente non ce la fa più a stare dentro i limiti impostigli da un sistema economico, normativo, fiscale  folle e dispersivo ma che adduce al riguardo una serie di ragioni non prive di logica e di attendibilità, mettendo insieme storia, economia, politica, spesso in maniera raffazzonata ma comunque convincente per un pubblico che non aspetta altro che un Qualcuno che lo guidi in una certa direzione.

Da qui a fare di questo bifolco veneto un terrorista ce ne corre.
Non metto in dubbio che possano esservi intercettazioni che a rigor di legge possano essere interpretate in un certo modo, ma se vi dicessi che questa faccia di furbetto che vedete qui sotto (Dio bono, ma com'è vestito? Sembra un impresario delle pompe funebri...)

mi dava l'idea di essere un terrorista, produttore casalingo di carri armati e pronto a firmare col sangue una secessione armata in tutta Italia (perché tra gli arrestati non ci sono solo veneti, badate bene, ma anche sardi e siciliani, a quanto si sa) direi una castroneria...
Per carità, ne dico anche tante, ma questa sarebbe veramente di prima categoria...

Ero entrato nel gruppo dei "Forconi" modenesi per capire, capire cosa li animasse, cosa pensassero veramente, quali idee avessero...Ho trovato gente disperata, che faceva fatica ad arrivare non dico alla fine del mese ma nemmeno al primo terzo, gente che lo Stato tratta da schifo, ma gente che veniva applaudita dagli stessi automobilisti che pure si trovava a fermare o ritardare al casello, causando inevitabilmente un certo disagio.
E' proprio per gente come Chiavegato, come quell'altro di Latina, manco mi ricordo il nome, come altri sfigati arrivisti in cerca di un posto al sole e convenientemente manovrati dall'alto (efficacemente, va detto) da chi è preposto a certe cose, che ora sono uscito fuori da quel gruppo (anche se non è l'unico motivo, ce n'erano anche di personali e ideali), pur mantenendo con tanti di loro una certa corrispondenza e pur seguendo comunque con simpatia le loro peripezie (non mi chiamo Il Forcone del Diavolo per caso...)
"Divide et impera", un motto quanto mai veritiero...

Ma stia attento chi di dovere, la gente non ne può veramente più, se le cose non cambiano il disagio non può che aumentare, e alla fine dove possa sfociare non si sa...
Ma non certo per opera di questi quattro scalzacani, per favore...Abbiate almeno un po' di rispetto per la nostra e la vostra intelligenza...
E di questa gente, per la quale elaborai il seguente comunicato ufficiale, che fu diffuso in quei giorni dalla stampa locale.

NOI DEL PRESIDIO DI MODENA NORD
Ci chiamano forconi. 
Ci chiamano fascisti. 
Ci chiamano criminali.
Niente di tutto questo. Noi siamo Italiani. Italiani amanti della famiglia, del proprio lavoro (chi ce l'ha), del proprio paese. E della propria dignità.
Come tutti voi.

Ognuno di noi si è messo in quest'impresa perché è stanco. Stanco della crisi. Stanco delle difficoltà. Stanco di una classe politica che, magari anche in buona fede (ce n'è), non si accorge che certi tempi sono finiti e che determinate licenze non sono più ammissibili. 


Siamo nel mezzo di un Qualcosa che da qui a vent'anni sarà descritto nei libri di Storia, lo capite tutti, un Qualcosa che potrebbe finire in Nulla o magari regalarci delle soddisfazioni che nemmeno immaginiamo, al momento non ci è dato saperlo.


Siamo diversi gli uni dagli altri, siamo di sinistra, di centro e di destra, o magari non votiamo nessuno e schifiamo tutti, siamo religiosi e atei, distratti o indifferenti, siamo studenti, disoccupati, casalinghe, piccoli imprenditori, precari, padri e madri di famiglia, c'è chi si affaccia per la prima volta alla "politica" e chi sta ormai per entrare nella mezz'età o è già ben oltre ...

Ma amiamo tutti l'Italia, tutti adoriamo il Tricolore, tutti cantiamo l'Inno. 
Con orgoglio. 
Con passione. 
Magari anche con le lacrime agli occhi.

Qui a Modena nord regaliamo fette di panettone e baci (metaforici) agli automobilisti e ai poliziotti, gli parliamo serenamente, cerchiamo di tenere pulito per quanto si può il presidio, facendo pure la raccolta differenziata.
Nascono magari amori, si diventa tutti amici, solidali gli uni con gli altri, e la gente per prima si ferma e ci ringrazia.
E se facciamo rallentare gli automobilisti per dargli un volantino, o per esporgli le nostre ragioni, accettano ben volentieri, sopportano pazienti, sanno che anche per loro facciamo tutto questo: non è il massimo della vita stare ore e ore alla nebbia e al freddo in mezzo agli smog del traffico di uno dei caselli più importanti d'Italia, e pensate anche a quelli che, autentici eroi, stanno passando le notti dentro la tenda...
Vogliamo che le cose cambino, che si ridia voce alla gente comune, che la politica ritorni alla sua funzione di servizio e la smetta di rinchiudersi nella sua algida torre d'avorio, autoreferenziale e lontana dalla realtà, prona ad un'Europa in cui non ci riconosciamo e che ha perso la sua originaria impostazione ideale per divenire un'oscura entità contabile che come un macigno grava sulle nostre teste.
Non chiamateci forconi.
Indossiamo tutti un giubbino fosforescente, di quelli da usare in autostrada, e portiamo con noi il Tricolore, addosso e nel cuore.
Chiamateci "colorati", allora, perché la nostra azione è gioiosa, non piena di rabbia; decisa, non furiosa; secondo le regole, non sovversiva; alla luce del sole, non nascosta come chi sta cercando invece di farci del male.


E' un patrimonio immenso, tutto questo, e non vogliamo sprecarlo con le polemiche spicciole che ognuno di noi, per le più buone ragioni di questo mondo, potrebbe fare, o con la violenza, o con i danneggiamenti: che si ritorcerebbero, sì, contro di noi, ma soprattutto contro la comunità tutta e contro le idee che proclamiamo.


Abbiamo delle responsabilità, in quello che stiamo facendo.


E' anche per questo che combattiamo.


E' anche per questo che dovresti combattere pure tu che ci leggi.

Con noi.

Non prendeteci in giro, per favore, con questa storia del carro armato della mutua...E abbiate rispetto per queste persone e per la disperazione che le ha spinte, e spinge ancora tanti di loro adesso, a passare ore e ore, e in diversi casi persino giorni interi, all'addiaccio, su un'area di parcheggio vicino all'autostrada, in quelle fredde giornate di dicembre...
Le risposte che si aspettano dallo Stato sono ben altre...


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