Io
rispetto profondamente il valore originario di una "festa"
come il 25 aprile, ma quando alle manifestazioni indette dalle solite
organizzazioni che conosciamo si inneggia senza alcun problema alla
morte dei marò (e in altre occasioni alle 10, 100, 1000 Nassiryja), quando si fischiano i rappresentanti della brigata
ebraica facendo sventolare le bandiere palestinesi (e il Gran Muftì
di Gerusalemme intratteneva cordialissimi rapporti con Hitler e
Mussolini, per non parlare della divisione musulmana delle SS), quando ancora è tabù parlare delle foibe, del triangolo
della morte, degli almeno 50000 uccisi DOPO LA FINE DELLA GUERRA
(vedi le polemiche su Cristicchi e Pansa), quando sistematicamente si
offendono tutti i politici moderati, che abbiano l'intenzione o meno
di partecipare ai cortei (e a cui va, che piaccia o no, il favore della
maggioranza degli Italiani, in tutte le loro singole sfumature),
quando si trasforma in una festa di parte ad uso e consumo dei centri sociali e
dell'ANPI (che rappresenta solo una parte, sia pure importante,
dell'intero movimento partigiano) una ricorrenza che doveva essere di giubilo per
la riacquistata libertà, di dolore condiviso per tutti i lutti che
ciò è costato e di definitiva pacificazione in nome della nuova
Italia , be' direi che ciò che ci si debba
aspettare, il minimo sindacale proprio, sia la pura e semplice
indifferenza, corroborata dalla voglia di farsi un bel ponte se le
condizioni atmosferiche lo consentono (nel mio caso specifico, poi, a completare il tutto, io festeggio il compleanno di mia sorella...)
Stupirsi del fatto che la maggioranza della popolazione non solo non comprenda il significato simbolico di una simile data per la nostra Storia, ma addirittura spesso lo ignori o se ne freghi, e che una rilevante parte degli Italiani finisca persino per rigettarlo in toto, vista la politicizzazione in cui a partire soprattutto da un certo periodo (prima non era così) il 25 aprile è stato immerso, dandone così implicitamente una visione divisiva e non certo unitaria, pacificatoria e solidale come doveva essere, non so se sia più ingenuo, ironico o in pura malafede.
Stupirsi del fatto che la maggioranza della popolazione non solo non comprenda il significato simbolico di una simile data per la nostra Storia, ma addirittura spesso lo ignori o se ne freghi, e che una rilevante parte degli Italiani finisca persino per rigettarlo in toto, vista la politicizzazione in cui a partire soprattutto da un certo periodo (prima non era così) il 25 aprile è stato immerso, dandone così implicitamente una visione divisiva e non certo unitaria, pacificatoria e solidale come doveva essere, non so se sia più ingenuo, ironico o in pura malafede.
E' un errore, se così si vuole intenderlo, assolutamente voluto, che magari avrà finito nel breve periodo per dare ad una certa parte politica la primogenitura su un fenomeno complesso e affatto unitario come la Resistenza, ma che a lungo andare sta mostrando tutta la sua grossolana pochezza storiografica, culturale e simbolica.
Se è questo che vogliono, nulla questio: basta che poi le anime belle si mettano il cuore in pace e non facciano la morale a chi non sente suo questo momento storico.
Tenendo presente che, tra chi non comprende, chi ignora, chi se ne frega e chi rigetta, siamo a un buon 70% almeno degli Italiani.
Con buona pace dell'ANPI, dei centri sociali e dei nostalgici dei bei cortei di una volta...
Con buona pace dell'ANPI, dei centri sociali e dei nostalgici dei bei cortei di una volta...
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