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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

giovedì 12 giugno 2014

Berlinguer ti voglio bene (MA ANCHE NO - perché a me certi unanimismi danno l'orticaria)


Enrico Berlinguer, di cui oggi si ricorda il trentennale della morte con accenti ai limiti della santificazione popolare, era un sardo di nobili ascendenze, esponente di una potente famiglia di origine catalana, con fortissimi agganci  agli ambienti della massoneria isolana.
Cugino di Francesco Cossiga, che aveva origini di analogo conio (ma era democristiano), il comunista Berlinguer, allora segretario del PCI, era uno che gli operai li vedeva probabilmente solo ai comizi, ed era in effetti per indole quanto di più lontano dal lavoratore sudato e sporco in tuta blu che diceva di difendere.
Eppure è uno che ha creduto nel comunismo fino alla fine, pur sapendo benissimo che cosa il comunismo fosse in realtà, uno che ha sempre supinamente accettato tutte le direttive che gli venivano da oltre cortina, uno che conosceva, avallava, rafforzava tutto quell'apparato clandestino militante che era pronto ad insorgere in Italia come un sol uomo al minimo cenno in caso di eventuale attacco del Patto di Varsavia, ed accettava ben volentieri tutte le prebende, i finanziamenti, gli aiuti di vario genere che provenivano a favore del suo partito in enorme quantità dal blocco sovietico, quell'enorme apparato ideologico, spionistico, militare e tecnocratico che aveva puntato i suoi missili balistici nucleari contro Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli; tutto questo mentre contemporaneamente lui combatteva con asprezza tutte le iniziative dei nostri governi tese ad apprestare una difesa credibile a questa spada di Damocle incombente sull'Italia; uno infine che cavalcava tutte le istanze più astruse, dava il la a tutte le iniziative più chiassose, fomentava tutto ciò che potesse andare a favore degli interessi del Patto di Varsavia e contro quelli nazionali e occidentali, con un  cinismo gelido da fare paura.







Che poi quest'uomo indubbiamente intelligente, freddo, scostante, francamente antipatico nella sua algida figura quasi ascetica potesse essere personalmente onestissimo, retto, moralmente inattaccabile sotto il profilo materiale non lo metto in dubbio, ma tutto questo semmai ai miei occhi lo rende ancora più pericoloso, perché in tal modo le sue idee aberranti potevano trovare ancor più facile presa nell'ingenuo mondo del suo elettorato di riferimento, che già trovava la sua figura affascinante di suo, così lontana com'era dagli stereotipi di lotta del tempo, e quindi ne risultava evidentemente incredibilmente suggestionato: l'ideologia di cui era portavoce non poteva che apparire in una luce ancor migliore, tant'è vero che grazie all'apparato di tutte le clientele che il PCI teneva con somma abilità aggrappate alla sua mangiatoia (letterati e filosofi, giornalisti e cineasti, professori e magistrati, e via così...) fu soprattutto a partire da lui che si sviluppò quella solenne puttanata secondo cui LORO sono I MIGLIORI, GLI ELETTI, I PIU' BRAVI, I PIU' ONESTI, I PIU' CAPACI, mentre GLI ALTRI sono per definizione DISONESTI, INCAPACI, CORROTTI, TRAVIATI, nella migliore della ipotesi DECEREBRATI, insomma la feccia da espungere con ignominia dall'universo mondo.





Un postulato indiscutibile che in realtà era ed è una cagata micidiale, ma di grande effetto, che chi in Italia non è comunista continua a pagare come un dazio inevitabile alla sua libera espressione politica, ed è la medesima ragione tra il consapevole e il sublimato che ha portato e sta portando tutt'oggi alla santificazione laica di un uomo politico assolutamente discutibile in quasi tutti i suoi aspetti pubblici, che sono poi quelli che interessano alla fine perché noi, del privato delle persone, se non trascolora nell'illecito, ce ne freghiamo, e che continua comunque ad essere incensato in tutti i modi come non capita però ad altri uomini pubblici decisamente più meritevoli (e soprattutto lungimiranti) di lui, a maggior ragione valutando ad anni di distanza, ed a prescindere sia dalle idee politiche di riferimento che dalle personali parabole di vita.


Bettino Craxi


Giorgio Almirante

Giuseppe Saragat












Il che non vuol dire, attenzione, che Berlinguer fosse peggio degli altri, anzi, credo che a suo modo anche lui avesse perfettamente compreso la portata antiumana, se non meramente criminale, del comunismo di cui pure era tenace assertore in pubblico (lo provano i cauti tentativi di allontanarsi sia pure a piccoli, piccolissimi passi dallo stretto dogmatismo sovietico, quali ad esempio la teorizzazione di un EUROCOMUNISMO diverso da quello sovietico, o le frasi sul suo sentirsi più al sicuro sotto l'ombrello protettivo della NATO), ma alla fine bastava un richiamo all'ordine da parte della casa madre e tutto evaporava in una bolla di sapone, con tutti gli interessi e i giochi di potere in ballo: anche perché, diciamola tutta, se per caso avesse esagerato non ci sarebbe stato alcun problema, da parte del KGB, ad organizzare un bel finto incidente d'auto, magari in uno di quei frequenti (e presumibilmente noiosissimi) soggiorni vacanze in Crimea...
Però anche così, dico io, se Enrico Berlinguer fosse stato quel Personaggio con la P maiuscola con cui ancora oggi si tende a descrivere la sua figura, avrebbe cercato magari di rovesciare il tavolo, come fecero in anni ben più perigliosi i socialdemocratici tedeschi o, in tempi più recenti, i laburisti inglesi.
Ma così non ha fatto.
Non ci ha proprio mai pensato.
E allora a questo punto, scusate, che cosa può fregare a me se Berlinguer fosse, come probabilmente era, personalmente integerrimo, onesto, di parche abitudini? Anche Savonarola lo era, ma ciò non toglie che a causa delle sue idee a Firenze all'epoca non si vivesse più.

Padova, 7 giugno 1984

Berlinguer è' morto praticamente sul campo, nell'84, durante un comizio a Padova, il 7 giugno, in vista delle elezioni europee: mentre parlava si fermò di colpo, poi riprese ma con estrema fatica, chiese un bicchiere d'acqua, ebbe un mezzo collasso, ma tra mille palesi difficoltà riuscì a concludere il discorso.
Recatosi a dormire in albergo, chiaramente affaticato, fu colto da ictus nel sonno ed entrò in coma, tanto da essere ricoverato con urgenza in ospedale. Non si riprese più ed anzi la morte sopraggiunse quattro giorni dopo, per un aneurisma cerebrale.
E' forse il tipo di morte che avrebbe desiderato di più, una morte in combattimento (figurato) come quella che magari alcuni suoi avi avevano già trovato (ma stavolta letteralmente) nel passato, e come forse tutto sommato è il sogno di ogni politico di razza.
Me lo ricordo bene quel momento: avevo 18 anni ed ero alla vigilia della mia prima esperienza da cittadino elettore, la massima espressione della libertà politica.
Quella che uno come Berlinguer, fosse stato per lui, mi avrebbe semplicemente tolto se le sue istanze avessero prevalso.
Giorgio Almirante, leader storico del MSI, sorprendendo un po' tutti, sarebbe andato a salutare con enorme rispetto il grande avversario di tante battaglie politiche, la cui bara era stata esposta alle Botteghe Oscure.


La caduta del muro di Berlino



Il muro di Berlino cadde nell'89, cinque anni dopo.
Il Patto di Varsavia in quel momento, in piena Perestroijka, con tutta la tanto declamata Glasznost, effettuava ancora regolarmente delle esercitazioni militari aventi per tema l'invasione del nord dell'Italia con l'occupazione della Val Padana, ad opera di truppe sovietiche e ungheresi, come candidamente confessato anni dopo da un premier ungherese ad un primo ministro italiano (ma le nostre autorità lo sapevano, eccome se lo sapevano...).
Il PCI aveva ancora periodicamente dei finanziamenti dal PCUS: erano drasticamente calati, ma il partito comunista italiano restava ancora il più finanziato dell'intero Occidente europeo, seguito da presso dal PCF di George Marchais.
A spese del contribuente sovietico, ovviamente, ma tanto quello era un Paradiso secondo la vulgata comunista di quell'epoca, per cui immagino che i cittadini sovietici, cecoslovacchi, polacchi e così via fossero felici di dare tanti soldi al PCI...
Ma l'89 fu anche l'anno della grande amnistia, quella che avrebbe salvato il PCI dalla scure di Tangentopoli.





Alcune teorie sostengono che l'uccisione di Falcone e Borsellino, soprattutto quella di quest'ultimo, sia legata ad indagini proprio su queste tematiche, più che sulla mafia in senso stretto.
Indagini che sono morte con loro. 




Il PD, successore un po' annacquato del PCI, ora governa con Matteo Renzi.
Un democristiano.
Credo che, se potesse, Berlinguer tornerebbe sulla terra a sfracanare di mazzate qualcuno...










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