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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 30 agosto 2017

"Ho temuto per la tenuta democratica del nostro paese"



Benvenuto nel mondo reale, caro Ministro.
Ma l'avviso che forse comincia ad essere tardi.



Per saperne di più:
http://www.repubblica.it/politica/2017/08/29/news/minniti_sui_migranti_ho_temuto_per_la_tenuta_democratica_paese_-174164861/

sabato 19 agosto 2017

Le verità a geometria variabile


Non ho più voglia di sgolarmi, di incazzarmi, di piangere per l'ennesima strage bastarda di lorsignori.
Ora è toccata a Barcellona, sono morte 15 persone tra cui tre italiani, Bruno Gulotta, caduto per essersi frapposto tra il van assassino ed i suoi bambini, Luca Russo, in vacanza con la sua fidanzata, e, ultima ad aggiungersi al mesto elenco, l'italo-argentina Carmen Lopardo, ed un centinaio sono i feriti, tra cui almeno tre italiani (una è la fidanzata di Russo).
Che importa a questo punto che la cellula responsabile del vilissimo attentato sia  stata poi "terminata" in un conflitto a fuoco un'ora e mezzo dopo a Cambrils, compreso il figlio di puttana che ha guidato il furgone contro la folla che sciamava serena e felice nella Rambla?
Eppure non è Barcellona la capitale "progressisista" di Spagna ("Al Andalus" per gli arabi, terra che è stata musulmana e deve tornare ad esserlo, secondo l'interpretazione più radicale del Corano), quella degli intellettuali dei diritti civili, dell'accoglienza indiscriminata, del "dagli alla oscurantista Chiesa Cattolica"?
Eppure non è Barcellona quella stessa città che non più tardi di un anno fa aveva ospitato una enorme, lunare, assurda, demenziale manifestazione che urlava a squarciagola: "Più rifugiati e meno turisti"?
Ed a Barcellona non c'è quella donna sindaco (sindaca non lo userò mai, punto) che non fa altro che insultare Trump per le sue politiche contro l'immigrazione selvaggia?
Questo cosa significa?
Significa che non è continuando a praticare il buonismo radical-chic, quello di chi vive negli attici dei quartieri bene e gli immigrati li vede bene solo come colf nelle proprie lussuose magioni, nè favorendo le politiche demenziali di certa sinistra politica e sindacale legata alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza, o plaudendo all'opera delle ONG finanziate da chi sappiamo per riempirci di gente che viene da fuori (e di cui al 60% poi perdiamo regolarmente le tracce), che risolveremo il problema.
Soprattutto, il problema non lo risolveremo voltando sempre la testa dall'altra parte, e raccontandoci Verità che palesemente non lo sono o lo sono solo a metà.




Perchè i bambini non muoiono solo negli sbarchi.
Ma anche nelle nostre strade ormai.
E se voi, signori miei, lo nascondete, io no.

P.S.
Nel frattempo un nuovo attentato a coltellate a Turku, Finlandia.
FINLANDIA, NON SO SE MI SPIEGO.

martedì 15 agosto 2017

La scelta giusta







La scelta del governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo è la scelta giusta.
Ha solo due difetti: è tardiva e non fa che rimediare ad un'altra scelta, quella originaria di ritirare l'ambasciatore in patria, che, molto semplicemente, non doveva esserci. 
Il popolo radical-buonista della Verità su Regeni (la Loro Verità, solo la Loro) se ne faccia una ragione.
Punto.



lunedì 7 agosto 2017

Cosa c'è di diverso?



Pochi minuti prima di staccare l'impianto che consentiva la ventilazione dei polmoni al povero Charlie, la direzione del Great Ormond Street Hospital aveva bontà sua acconsentito a che i genitori del bambino potessero trascorrere con lui all'esterno, in giardino, illuminato dai raggi del sole, gli ultimi minuti della sua vita terrena.
Come si può vedere dalla foto sopra, è quindi di tutta evidenza come fosse una bugia la notizia fatta trapelare dall'ospedale, secondo la quale l'apparecchiatura che consentiva al bimbo di vivere era troppo grossa per passare dalla porta della sua stanza e pertanto era impossibile il suo trasferimento in un'altra struttura o anche solo a casa di mamma e papà: il bambino è fuori, all'aria aperta, e può respirare con uno strumento portatile!
La cosa ancora più drammatica è che i medici avevano rassicurato che, una volta staccata l'apparecchiatura, il decesso sarebbe avvenuto nel breve volgere di 4, 6 minuti al massimo, col bambino immerso in un totale sopore, senza che potesse sopportare alcun dolore.

Invece Charlie non solo non è morto subito, ma ha sostenuto una disperata lotta per la sopravvivenza di ben 12 minuti, in cui ha cercato con tutte le sue forze di catturare ogni singola molecola d'aria che gli consentisse di continuare a respirare, e quando ha sentito sopraggiungere la fine ha spalancato i suoi dolci occhioni e guardato fisso per qualche attimo per loro indimenticabile i visi dei suoi sventurati genitori!
Poi è spirato.


Un bimbo trattato come i condannati all'iniezione letale, o alla sedia elettrica: un'esecuzione capitale, ecco che cos'è stata, mascherata con il buonismo ipocrita di una semplice interruzione della ventilazione e dell'idratazione, come se fosse accanimento terapeutico e non puramente e semplicemente il minimo sindacale per consentirgli di sopravvivere, e, chissà, di sperare in un prossimo avanzamento della medicina.
Vergognatevi, assassini!
Sarebbe stato più onesto iniettargli direttamente un veleno, piuttosto che farlo morire così!
Ma così sarebbe stata una maledetta eutanasia, vero? E tutti i grandi principi invocati ad arte per giustificarla, i grandi alibi che fungono da compassionevole pretesto, la libera scelta consapevole, in piena capacità di intendere e di volere, l'impossibilità di coartare la volontà vera del soggetto, certificata senza se e senza ma, sarebbero andati a ramengo...
Come si fa a eliminare un bambino innocente ed inconsapevole? Contro la volontà dei suoi genitori?
Semplice, dicendo che è per il suo bene, per impedirgli di soffrire...
Perché lor Signori hanno deciso che il bimbo soffriva, cosa però di cui nessuno ha mai avuto ed ha prova scientifica e che anzi numerose evidenze smentiscono totalmente!
E per impedirgli di soffrire l'hanno terminato come non si terminano nemmeno gli animali!
Vigliacchi.


Sto piangendo mentre scrivo.
Abbiamo compiuto un crimine.
Non tanto diverso, credetemi, da quello immondo compiuto da Giovanni Brusca quando fece sequestrare, poi strangolare dopo mesi di prigionia ed infine sciogliere nell'acido il piccolo ed innocente Giuseppe Di Matteo, colpevole solo di essere figlio di un pentito di mafia.

Ho paura del mondo che ci si prepara.
Ho paura di cosa stiamo diventando.
Ho paura dell'uomo che viene considerato un mero prodotto, necessario quando e finchè è utile, poi buttabile nel rusco come uno scarto qualunque.
Non siamo prodotti a perdere!

Ho paura di quello che Dio vorrà scatenare su di noi.
Ma il fatto è che ce lo saremo meritato.