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Diavolo che scrive al pc

Diavolo che scrive al pc
Tic tic tic tic tic tic

sabato 29 novembre 2014

E due!



Quindi, ridendo e scherzando, il buon Guido Bertolaso è stato ASSOLTO anche da un'altra, infamante accusa rivoltagli: quella avanzata da una ditta esclusa dall'appalto per il noleggio di un certo numero di bagni chimici (tanti, eh...) per le esigenze della popolazione abruzzese colpita dal tremendo sisma del 6 aprile 2009.
Il Tribunale di Roma ha infatti disposto l'ARCHIVIAZIONE del relativo procedimento penale avviato a carico di Bertolaso, allora a capo del Dipartimento della Protezione Civile, e di Angelo Borrelli, che ne era il vice capo e direttore dell'Ufficio Amministrazione e Bilancio.
Angelo Borrelli
Di più, il GIP ha messo in evidenza non solo come l'operato di Bertolaso e del suo sottoposto fosse immune da pecche, non solo sia stato efficiente, pronto e perfettamente funzionale a far fronte ad una grave esigenza come quella nata dalla sfortunata tragedia di quella triste giornata, ma abbia addirittura comportato un notevolissimo risparmio di risorse per il pubblico Erario, cioè per tutti noi.
I particolari della vicenda li trovate QUI.

lunedì 24 novembre 2014

(NON) vogliamo i colonnelli

Il dato ufficiale dell'affluenza alle elezioni regionali in Emilia Romagna è il 37,67%!!!
Non so se ci si rende conto: stiamo parlando della regione storicamente più presente, più informata, più politicizzata, più appassionata, più tetragona al cambiamento dell'intero Stivale.
Una regione in cui alle elezioni regionali dell'80 votò il 94% dell'elettorato!



Si può provare a indorare la pillola, da parte dei mass media compiacenti, ad esempio dicendo che la bassa affluenza elettorale sia dovuta in gran parte al fatto che si voti in un solo giorno, o nell'inconsueto mese di novembre, si possono anche fare ragionamenti basati esclusivamente sulle percentuali di voto e non sui numeri assoluti effettivi e quindi dire che il partito x ha preso il 45,74%, quindi più del 43,24% della scorsa volta (e chi se ne frega se l'altra volta i voti furono, chessò, 856400, e stavolta 324950...), come no...






In effetti il deficiente esulta, e parla di "2-0 per noi", mettendo insieme le due vittorie, qui e in Calabria, dove l'astensionismo è stato pure enorme, eppure assai meno di quello in Emilia Romagna: il 44,07%.
Non capisce, il cretino, che qui non c'è proprio nulla da esultare, anzi gli slogan cominciano a venire a noia, e che quando si inverte la tendenza questo paese fa molto in fretta a passare dalla Marcia su Roma a Piazzale Loreto.



Che la politica, TUTTA la politica, ci ragioni su.
Molto ma molto ma moltissimo bene.
Il dato dell'Emilia Romagna non va preso sottogamba.
E' un dato straziante.
Di più...Imbarazzante!

Il raffronto ufficiale tra le elezioni regionali del 2010 e quelle di ieri in termini assoluti...E qualcuno fa anche lo spiritoso... 




Guardate sopra.
Persino il M5S, che potrebbe quasi gioire per aver preso 33000 voti in più, sa bene che con tutto l'astensionismo che c'è stato stavolta doveva fare il botto.
E invece ha fatto ploooofff...





Sotto il 37,67% non si va.
Sotto arrivano i colonnelli, non so se mi spiego...

P.S. E non parlo di questi...


sabato 22 novembre 2014

Non è la prescrizione il mostro da colpire


Non ho elementi certi sulla vicenda giudiziaria della ETERNIT di Casale Monferrato decisa dalla Corte di Cassazione con una sentenza assolutoria per decorrenza della prescrizione che è stata accolta da un coro di sdegno e amarezza, anche se lo stesso Procuratore Generale della Cassazione ha espressamente parlato di "ERRORE GIURIDICO" (!!!) nella qualificazione stessa del reato (v. QUI).

giovedì 20 novembre 2014

Non ci cascate...


Mi squilla il cellulare, da un altro cellulare, il n. 3280175...
Voce di straniera, probabilmente dell'est (sicuramente romena o moldava).
Va subito al punto, senza tanti preamboli: "Buongiorno, sono Angela. Lei è F.S.?...La chiamo per conto dello studio dell'Avvocatessa Natali...LEI SA [con tono accusatorio e vagamente schifato, o forse è l'italiano incerto che dà quest'impressione] che deve pagare tot a SKY. 
Cosa vuole fare?"

"Buongiorno, sì, sono l'AVVOCATO F.S. e SONO IN UDIENZA. Sì, sono a conoscenza della cosa e non intendo pagare perché non ritengo dovuta quella somma, visto anche che ho disdetto da tempo perché SKY non mi piace più e costa troppo per il servizio che offre e in più ha ricevuto la comunicazione. Però, guardi, come le ho detto sono in udienza, perché non mi dà la mail o il recapito telefonico della gentile collega Natali così la contatto io  e ne parliamo in tutta calma...?"

E' sorpresa, non si aspettava questo tipo di risposta.
Si ricompone dopo un attimo e prosegue come se nulla fosse: "Lei lo sa che sta giungendo a scadenza il credito che.."
La interrompo subito: "Non sta giungendo a scadenza un bel niente [mi altero un po', lo ammetto], il credito è definito nel tempo e nello spazio e non è dovuto, non vedo SKY da mesi e per quanto mi riguarda va bene così...Ma visto che rompete sempre perché non mi dà il recapito di questa Avvocatessa così la contatto direttamente io appena finisco, o magari mi dice a quale ordine appartiene così ci penso io..."

"Ehm...Non posso darglielo perché..."
"Ah, non me lo può dare...? Quindi lei mi chiama sul mio numero privato di cellulare, per conto di un'avvocatessa,  e non da un numero fisso con prefisso italiano ma da un altro cellulare (che cambia ogni volta*), presumibilmente dall'estero, spiccicando un po' d'italiano, e non mi vuole dare il recapito di questo legale che però sa il mio numero? A me che sono un collega?"

"Ma, mi, mo..."
"La saluto, a lei e alla collega".
CLIC! Chiudo la comunicazione..

A tutto c'è un limite.

Prima della presunta Avvocatessa Natali era il presunto Avvocato Nori...Avvocati che farebbero chiamare al tuo numero di cellulare privato da un altro cellulare non ben definito che cambia ogni volta, da ragazze straniere, quasi sempre diverse, che parlano male l'italiano, senza che a loro richiesta ti diano mai informazioni sullo studio dei loro presunti titolari...
E chiamano, minacciano le peggiori cose, azioni legali a go go, dicono che il credito è ormai a scadenza (va sempre a scadenza, non finisce mai 'sto cavolo di scadenza...) 

Ma con chi credono di avere a che fare, con Pappagone? PER CORTESIA, mi dicano di DOVE è l'avvocato, presso QUALE ORDINE è iscritto, il NUMERO FISSO cui poterlo contattare, e vedete come gli si sballa completamente lo schemino imparato a memoria o magari scritto a stampatello che hanno davanti al pc, con tutte le risposte da dare alle obiezioni previste e/o prevedibili dell'interlocutore.

Poi sentono che sei un avvocato, che vorresti parlare con il titolare e non con una mezza calzetta, che per di più è straniera e non fa che ripetere a pappagallo le stesse cose, che non hai tempo da perdere e balbettano, dopo tanta baldanza iniziale...







UN BEL VAFFA E' IL MINIMO SINDACALE, SCUSATE...

*3473415..., 3312374...












mercoledì 19 novembre 2014

Battiam battiam le mani, arriva il direttor...



Ringrazio l'amico Andrea Galli per aver postato questa foto il 9 ottobre scorso sul suo profilo facebook...
Quel giorno il Giovin Signore di Firenze Matteo Renzi doveva presenziare (in realtà poi al posto suo andò la Pinotti) presso lo stabilimento FINCANTIERI di Muggiano, a La Spezia, al varo del nuovissimo e formidabile sottomarino Pietro Venuti (v. qui), l'ultimo arrivato

nella marina militare italiana, un gioiellino frutto della collaborazione italo-tedesca, classe U212A, il terzo della serie, dopo il Salvatore Todaro e il successore Scirè, cui tra due estati dovrà aggiungersi il quarto e definitivo (almeno per ora), il Romeo Romei...

Sia ben chiaro, nulla da dire sul sottomarino in questione, si tratta in questo momento forse del miglior progetto convenzionale del mondo, silenziosissimo, con un'autonomia incredibile, letale, perfetto per missioni anche di intelligence effettuate nel più totale anonimato anche all'immediato ridosso della costa nemica, una macchina tecnologicamente all'avanguardia, che fa fare alla nostra marina e alla nostra cantieristica specifica in tema di mezzi subacquei un balzo in avanti di vent'anni e che dà per inciso molto lavoro a tanta manodopera specializzata, ingegneri, progettisti vari...

Quindi niente da dire sul merito e l'importanza di questo varo, anzi, tutt'altro..Lo sapete, sono figlio e parente di militari, per me il concetto di Patria non è una semplice astrazione, quindi ben lungi da me il desiderio di sminuire questo avvenimento.

Tuttavia, se penso che siamo in democrazia, se penso che vedere certe cose nel XXI secolo diventa, più che riprovevole, ridicolo, se penso che da sempre ci fanno una testa grossa così sul ventennio e sugli applausi a comando che secondo certuni erano la costante di quegli anni (mentre, dicono,  "Ora nooooooooooooooooooo..." e mentre lo dicono il naso gli cresce più lungo delle oooooo che pronunciano), be'...Che dire...

Poi leggi questo bigliettino, fatto diffondere ad arte tra le maestranze e gli invitati dalla direzione FINCANTIERI, contenente nientepopodimenochè...una "breve omelia di stima verso il presidente (con nove puntini.........)", in cui tra errori di battitura e accenti messianici (abbiamo anche i "versetti") vengono persino dettati tempi e modalità delle pause, delle acclamazioni e degli applausi.





Insomma, la spontaneità al comando...

E' tutto così umiliante, ora, tutto questo...
Come faceva quella canzoncina che gli insegnanti facevano declamare agli alunni, diverse decine di anni fa?
Aspe', ora ricordo: "Battiam battiam le mani, arriva il direttor..." (che poi in realtà è una canzone di Gino Latilla del '54 :-) )

domenica 16 novembre 2014

Un nuovo equilibrio, prima o poi, si trova...



Le violenze che a partire dal 12 novembre scorso stanno infiammando uno dei più problematici quartieri di Roma, quello di Tor Sapienza (che peraltro problematico non era, mi fanno notare, semmai lo è diventato ora), sono solo uno dei tanti, solo il più recente e vistoso, dei gravi fatti di cronaca che ormai più o meno in tutta Italia stanno scoppiando soprattutto nelle periferie e nei centri storici degradati.

sabato 15 novembre 2014

ULTIM'ORA SUL JET ABBATTUTO A LUGLIO

ULTIM'ORA.
Il Canale russo 1TV ha diffuso questa foto, ritenendola attendibile, scattata presumibilmente da un satellite USA o comunque occidentale, che ritrarrebbe un caccia ucraino in procinto di abbattere il Boeing 777 della Malaysian Air Lines lo scorso 17 luglio, su cui già abbiamo parlato QUI e QUI.
La foto, va detto, non è stata verificata dalla apposita commissione internazionale che sta conducendo le immagini.
Ve la propongo così come pubblicata sulla pagina fb di Pandora TV, non so se sia vera, se sia falsa, se sia anche solo verosimile...
Ognuno di noi si faccia le sue riflessioni al riguardo, sulla materia vige una nebbia totale, il canale televisivo in questione è russo, l'immagine facilmente manipolabile e io non mi sento di tirare conclusioni affrettate.
Tutto può essere...
Che sia un falso e anche smaccato...
Ma anche che si tratti dell'attimo fatale.

P.S. Ne parla anche Analisi Difesa (v. QUI).

MILLE MONGOLFIERE PER MASSIMILIANO E SALVATORE



Anche Il Forcone del Diavolo aderisce alla campagna MILLE MONGOLFIERE PER MASSIMILIANO E SALVATORE.

Per mare per terram!

venerdì 14 novembre 2014

NOI VOGLIAMO ANTONIO MARTINO COME NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!!





Visto che si parla tanto della volontà dell'attuale Presidente della Repubblica di dimettersi a breve, faccio mio l'auspicio di un gruppo esistente su facebook di cui ho l'Onore di essere amministratore.

"In mezzo ad una sfilza di nomi, uno più improbabile, inaccettabile, inconcepibile dell'altro, ribadiamo la candidatura a Presidente della Repubblica di un integerrimo, onesto, titolatissimo, prezioso, universalmente stimato servitore delle Istituzioni come Antonio Martino, un autentico galantuomo come ce ne sono pochi nella politica italiana, capace con la sua sensibilità moderata e il suo acuto senso dello Stato di venire incontro ai desideri di chi, a destra, come al centro, come a sinistra, ha a cuore veramente il bene dell'Italia, senza volere invece spaccature in questo momento assolutamente disdicevoli.


Diciamo basta ai soliti opportunismi all'italiana.


Diciamo basta all'occupazione da parte della sinistra della Poltrona più importante del paese.


Diciamo basta all'ascesa al soglio presidenziale di personaggi discutibili che non solo non sono in alcun modo in grado di rappresentare il sentimento di tutta la Nazione, ma rischiano anzi di portare ad una clamorosa e forse irrimediabile rottura tra le Istituzioni e il paese reale. 


DICIAMO SI' AD ANTONIO MARTINO!!!"


mercoledì 12 novembre 2014

Ricordiamoli sempre, i caduti di Nassirya


Nassirya, capoluogo della provincia di Dhi-Qar, in Iraq, 12 novembre 2003.
Ore 8,40 italiane, 10,40 locali.
Due violentissime esplosioni scuotono la base italiana "Maestrale", sulle rive del fiume Eufrate, sede della ex Camera di Commercio locale al tempo di Saddam Hussein, danneggiando anche la vicina base "Libeccio", distante qualche centinaio di metri.
Un camion e un'automobile che seguiva dappresso, entrambi riempiti di centinaia di chili di tritolo, si scagliano contro la base, alla guida di autisti suicidi: il primo dei due mezzi viene fermato, ed esplode contro la cancellata d'ingresso della caserma, l'autobomba riesce invece a penetrare all'interno con tutto il suo carico di morte, ed esplode nel bel mezzo dell'area militare.
Crolla uno dei due edifici della base, mentre l'altro, quello sede del comando, viene seriamente danneggiato. Esplode anche il deposito munizioni, innescando una serie di violente esplosioni secondarie.
Restano in terra diciannove uomini: diciassette sono militari, due civili.
E' la più grande strage di soldati italiani dalla fine della seconda guerra mondiale.
E' nostro dovere ricordarli sempre.








Caduti della Brigata Sassari dell'Esercito:

- Tenente Massimo Ficuciello (35 anni), dei Lagunari, nato a Udine il 7 aprile 1968, laureato in scienze politiche con indirizzo internazionale: funzionario di banca, figlio del Tenente Generale dei Lagunari Alberto Ficuciello, ex comandante del Comando Alleato Interforze NATO del Sud Europa e delle Forze Operative Terrestri dell'Esercito Italiano, aveva chiesto di rientrare in servizio nella riserva selezionata ed era stato assegnato al Nucleo Pubblica Informazione della Brigata Sassari diretto dal Col. Scalas vista la sua conoscenza delle lingue; al momento dell'attentato stava accompagnando in un primo sopralluogo preliminare i due civili, Stefano Rolla e Marco Beci, giunti da appena un giorno per girare un film documentario sui "Soldati di pace", titolo che si era deciso di cambiare in "Babilonia, terra tra due fuochi".
- Maresciallo Silvio Olla (32 anni), di Isola Sant'Antioco (CA), in servizio presso il 151° Reggimento della Brigata Sassari, laureato in scienze politiche, padrone dell'inglese e a conoscenza dei rudimenti dell'arabo, collaborava col ten. Ficuciello nel Nucleo di Pubblica Informazione: è morto anche lui accompagnando Rolla e Beci nel primo loro sopralluogo alla base.
Caporale Pietro Petrucci (22 anni), di Casavatore (NA), volontario in ferma breve, con l'incarico di conduttore di automezzi: portato in gravissime condizioni all'ospedale di Kuwait City, ne sarebbe stata dichiarata la morte celebrale poche ore dopo il ricovero; trascorsi i tempi previsti fu pietosamente staccata la spina della macchina che lo teneva in vita.
- Caporal maggiore scelto Emanuele Ferraro (28 anni), di Carlentini (SR), in servizio permanente di stanza al 6° Reggimento Trasporti di Budrio (BO).
- Caporale Alessandro Carrisi (23 anni), di Trepuzzi (LE), volontario in ferma breve, anche lui nel 6° Reggimento Trasporti di Budrio, in Iraq da poche settimane.

Caduti dei Carabinieri:

Maresciallo Giovanni Cavallaro (47 anni), messinese, residente a Nizza Monferrato (AT), in servizio presso il Comando Provinciale di Asti. Soprannominato "Serpico", veterano di Kosovo e Macedonia, lasciava  la moglie e la piccola figlia Lucrezia di 4 anni. Stava per rientrare in Italia dopo 3 mesi di missione.
- Maresciallo Massimiliano Bruno (40 anni), bolognese, biologo presso il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma (RACIS), viveva a Civitavecchia (RM) con la moglie.
- Maresciallo Enzo Fregosi (56 anni), ex comandante dei NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) di Livorno, reparto dipendente dal ministero della Sanità, viveva con la moglie e i due figli, uno carabiniere e l'altra studentessa all'università: stava per rientrare in Italia dopo quasi quattro mesi di missione.
Maresciallo Alfonso Trincone (44 anni), di Pozzuoli (NA), risiedeva con la moglie e i tre figli a Roma, dov'era in servizio presso il NOE (Nucleo Operativo Ecologico), reparto dipendente dal Ministero dell'Ambiente.
Maresciallo Filippo Merlino (40 anni), di Sant'Arcangelo (PO): comandava la Stazione dei Carabinieri di Viadana (MN) e sarebbe morto dopo essere stato trasportato cosciente, ma in condizioni critiche, all'ospedale militare.
- Vicebrigadiere Giuseppe Coletta (38 anni), di Avola (SR), ma da tempo residente a San Vitaliano (NA), era in servizio al Comando provinciale di Castello di Cisterna (NA): era sposato e padre di una bambina di due anni, dopo aver perso un figlio di cinque anni per una leucemia.
Appuntato Domenico Intravaia (44 anni), di Monreale (PA), in servizio al Comando provinciale di Palermo, sposato e con due figli di 16 e 12 anni: già in missione nel passato a Sarajevo, come il collega Cavallaro sarebbe rientrato in Italia tre giorni dopo, al termine di quattro mesi di missione. Lasciava anche l'anziana madre, un fratello gemello e due sorelle.
Maresciallo Alfio Ragazzi (39 anni), in servizio al RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Messina, era sposato e con due figli di 13 e 7 anni: specializzato in tecniche di sopralluogo, aveva il compito di istruire la polizia locale: mancavano tre giorni al suo ritorno in patria.
Carabiniere Ivan Ghitti (30 anni), milanese, di stanza al 13° Reggimento "Friuli Venezia Giulia", inquadrato nella 2° Brigata Mobile dei Carabinieri, di stanza a Gorizia, grande unità destinata specialmente all'impiego in missioni all'estero: alla quarta missione all'estero dopo altre tre in Bosnia, lasciava i genitori e una sorella. 
Carabiniere scelto Orazio Majorana (29 anni), di Catania, in servizio nel Battaglione Laives- Leifers in provincia di Bolzano, del 7° Reggimento "Trentino Alto Adige", anch'esso facente parte della 2° Brigata Mobile dei carabinieri.
Carabiniere Andrea Filippa (33 anni), torinese, da sempre impegnato in missioni all'estero, carabiniere dall'età di 19 anni, era sposato dal 1998 e viveva a San Piero d'Isonzo (GO), prestando servizio al 13° Reggimento "Friuli Venezia Giulia" di stanza a Gorizia: è grazie a lui, che ebbe la prontezza di spirito di mettersi a sparare contro i due attentatori suicidi alla guida del camion bomba, uccidendoli, se la strage non assunse proporzioni veramente clamorose, visto che col suo intervento il mezzo andò a schiantarsi ed esplodere contro la cancellata all'ingresso; purtroppo il giovane carabiniere non poté far nulla contro la seconda autobomba, che era nascosta dal camion e riuscì purtroppo ad infilarsi all'interno della base...
Maresciallo Daniele Ghione (30 anni), di Finale Ligure (SV), in servizio nella Compagnia di Gorizia: sposato da poco, aveva vinto il concorso per marescialli dopo essere stato ausiliario dell'Arma ed essersi iscritto dopo il congedo all'Associazione Carabinieri in congedo.

Caduti civili:

- Stefano Rolla (65 anni), di Roma: sceneggiatore, aiuto regista, produttore esecutivo, stava effettuando con il tenente Ficuciello e il maresciallo Olla un sopralluogo preliminare in vista di un film documentario di prossima produzione, che doveva dirigere insieme col regista Massimo Spano.
- Marco Beci (43 anni): funzionario della cooperazione italiana in Iraq, accompagnava Rolla al momento dell'attentato.












Oltre ai diciannove caduti italiani, vi furono una ventina di feriti, tra militari e civili (tra essi una donna carabiniere), e nove iracheni morti.

Il mio più deferente saluto a questi Uomini e alle loro famiglie.







Mi piace ricordare in questo post anche Anja Niedringhaus, 48 anni, la fotoreporter tedesca dell'Associated Press
autrice della foto più famosa della strage di Nassirya, che è rimasta uccisa a sua volta il 4 aprile scorso mentre a bordo di un convoglio protetto dalle forze armate e di polizia afghane stava attraversando Khost, nell'Afghanistan Orientale, alla vigilia delle elezioni presidenziali, colpita dai proiettili esplosi contro di lei e la collega canadese Kathy Gannon, anch'ella rimasta gravemente ferita,  da un uomo vestito da poliziotto.

domenica 9 novembre 2014

Che anno quell'anno, il 1989...

Sono passati già 25 anni da questo momento.
Ne avevo 23 allora.
La Germania Est tornava nel mondo occidentale dopo tanti anni di buio, senza violenza, con la gente ubriaca di felicità, con tutte le strade di Berlino invase da un'umanità festosa, impazzita di gioia, mista di cittadini dell'Est e dell'Ovest, finalmente tornati fratelli, fratelli sul serio e non solo col cuore.
E il tutto quasi d'incanto, senza un preciso comando dall'alto, per una serie di ordini e contrordini, informazioni contraddittorie date alla stampa dalle autorità stesse della Repubblica Democratica, equivoci, malintesi che in altri momenti avrebbero potuto portare ad un nuovo (e probabilmente ancora peggiore) bagno di sangue, come quelli accaduti a Budapest prima nel '56, a Praga poi nel '68, ma che in quei momenti in cui si compiva la Storia non furono altro che la definitiva conferma che era giunta l'Ora, che il Comunismo con la C maiuscola che c'era in Europa era finito, si cambiava pagina...
Che anno quell'anno, il 1989...

Ronald Reagan e Michail Gorbaciov


martedì 4 novembre 2014

Una piccola storia nella grande Storia della prima guerra mondiale



Ciao, Antonio Abrusci.
So poco di te, so solo che eri il papà di mio nonno materno, Giovanni, e che eri emigrato negli USA dalla natia Puglia.

Quando gli USA decisero di entrare in guerra decisero di chiamare alle armi per primi i propri cittadini di origine italiana, e allora tu decidesti di tornartene in Patria, perché se dovevi combattere volevi farlo con le insegne del Regio Esercito Italiano, e non sotto altri colori. 
Fosti militarizzato direttamente sulla nave che ti portava in Italia, e quando sbarcasti eri già a tutti gli effetti un soldato delle forze armate italiane. 
Fosti subito buttato sulla linea del fronte, da qualche parte, sul Carso, sull'Isonzo, sulla Bainsizza, non lo so... 
Fosti colpito al palato, si tramanda la storia, non so quando, non so dove, forse una scheggia, forse una pallottola diretta, non si saprà mai, ma non moristi subito, fosti ricoverato all'ospedale da campo, tuo cognato Gerolamo fece a tempo a venirti a trovare qualche giorno dopo, a vederti vivo. 
L'ultima persona a vederti vivo. 

Tanti anni dopo tuo figlio (mio nonno) salì lassù fino a Redipuglia, insieme con la moglie Irene (mia nonna), suo genero (mio padre, allora capitano dell'artiglieria semovente a Udine), sua figlia (mia madre) e il figlio minore, che portava il tuo stesso nome, Antonio (mio zio), che era allora militare a Cormons. 
Forse c'ero anch'io, piccolino, appena nato, ma non lo posso ricordare...
Mio nonno cercò invano disperatamente il tuo nome, tra i tanti PRESENTE che formano l'imponente e malinconica scalinata di quel Sacrario immenso. 
Ma il tuo nome non c'era. Il tuo nome non c'è. 

Sei sepolto da qualche parte, chissà dove, in una qualche fossa comune presumo... Mio nonno aveva cinque, sei anni quando lo lasciasti orfano. 
Questa foto è l'unica traccia di te che resta sulla terra. La metto qui, così che possa restare per l'Eternità nell'aere telematico di questo mondo moderno che tutto ingoia e tutto dimentica, nella sua frenesia inutile... 
Ciao, di nuovo. 
E grazie. 
A te e a tutti quelli che, come te, sono morti in quell'immane carneficina nell'illusione di farlo per lasciarci un mondo migliore. 
Forse il mondo migliore non lo è diventato, ma non certo per colpa tua. Un po', noi moderni, dovremmo vergognarcene.


sabato 1 novembre 2014

La Chiesa contro



Tutta questa gente qui era presente domenica sera alla canonica della Parrocchia dello Spirito Santo, a Modena (il sito ufficiale della Parrocchia lo trovate QUI, la pagina Facebook invece QUI).
Oltre quattrocento persone, non c'erano più posti a sedere, tutta gente attenta, concentrata, silenziosa, tutta gente che si era data convegno lì per un motivo.
Il motivo di tutta questa ressa?
Be', molto semplice: in fondo, sulla sinistra, seduto al banco accanto al moderatore Andrea Zambrano, giornalista de La Gazzetta di Parma e autore di un bella biografia sul Beato Martire Rolando Rivi (v. QUI), potrete vedere il notissimo giornalista cattolico Antonio Socci, editorialista per il Giornale, per il Foglio, per Panorama, ora per Libero, direttore della Scuola superiore di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, già vicedirettore di RAI 2, autore di numerosi saggi dalla forte vis polemica contro certe prese di posizione  del cattolicesimo ufficiale, ma al contempo così visibilmente ispirati dall'Amore per Cristo e per la Verità.



Ebbene, Socci era presente domenica sera per presentare la sua ultima fatica letteraria, un libro che l'intellighentija ufficiale tende a obnubilare, dal titolo NON E' FRANCESCO (v. QUI).