Pagine

Diavolo che scrive al pc

Diavolo che scrive al pc
Tic tic tic tic tic tic

sabato 18 ottobre 2014

Mamma mi manchi



Lettera di una guerrigliera curda di Kobanê a sua madre

"Sto bene mamma, ieri abbiamo festeggiato il mio 19esimo compleanno. Il mio amico Azad ha cantato una bellissima canzone sulle madri. Mi sono ricordata di te e ho pianto. Azad ha una voce molto bella, anche lui piangeva mentre cantava. Non vede sua madre da un anno ed anche a lui mancava. Ieri abbiamo aiutato un amico ferito. E’ stato colpito da due proiettili. Non sapeva come si era procurato la seconda ferita quando ci ha mostrato il proiettile conficcato nel petto. Sanguinava dal fianco, gli abbiamo fasciato le ferite ed io gli ho dato il mio sangue.
Siamo nella parte est di Kobane mamma. Ci sono pochi chilometri tra noi e loro. Le vediamo le loro bandiere nere, sentiamo le loro radio e a volte non capiamo quello che dicono perché parlano lingue straniere ma ti posso dire che hanno paura. Siamo in un gruppo di nove combattenti. Il più giovane, Resho, viene da Afrin*. Siamo in una casa ai bordi di Kobane. Non ne sappiamo molto dei loro abitanti. Ci sono delle foto di un vecchio e di un altro giovane con una fascia nera che sembra essere un martire..C’è una foto di Qazi Mohamad**, di Mustafa Barzani***, di Apo**** ed una vecchia carta geografica ottomana che menziona il nome del Kurdistan.
Non beviamo caffè da tempo, ma ci siamo resi conto che la vita continua anche senza caffè. Onestamente non ho mai bevuto un caffè più buono del tuo mamma. Siamo qui per difendere una città pacifista. Non ci siamo mai abbandonati al massacro di innocenti, al contrario abbiamo dato rifugio a diversi feriti e rifugiati tra i nostri fratelli siriani. Difendiamo una città musulmana che possiede decine di moschee. La difendiamo da forze barbare.
Mamma verrò a trovarti una volta che questa sporca guerra che ci è stata imposta sarà terminata. Sarò lì con il mio amico Dersim che andrà a Diyarbakir per vedere i suoi bambini. Le nostre famiglie ci mancano e non vediamo l’ora di tornare ma questa guerra non conosce il significato del verbo “mancare”. Forse non ritornerò mamma. Ma sappi che è da tanto tempo che sogno di vederti anche se purtroppo fino ad ora non ne ho avuto la possibilità. Lo so che un giorno tu visiterai Kobane e cercherai la casa che avrà testimoniato i miei ultimi giorni…è una di quelle che sorge nella parte est di Kobane. Una parte è distrutta, ha una porta verde con numerosi fori di proiettile dovuti ai tiri dei cecchini. Vedrai tre finestre, una che dà sul lato est a fianco alla quale c’è scritto il mio nome con l’inchiostro rosso…dietro questa finestra mamma, contando i miei ultimi istanti, sono rimasta a guardare la luce del sole mentre penetra attraverso i fori dei proiettili…dietro questa finestra Azad ha cantato la sua ultima canzone per sua madre, aveva una voce magnifica quando ha detto “mamma mi manchi”.
Mamma mi manchi.
Tua figlia Narin"

*Governatorato di Aleppo
**Leader del movimento autonomista iraniano giustiziato nel 1947
***Leader curdo, fondatore del partito democratico del Kurdistan iracheno
****Abdullah Öçalan, fondatore del PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan




Sempre e solo #SaveKobane.










Traggo questa commovente lettera su Facebook dall'amico Paolo Palleschi, che a sua volta ha condiviso il brano da Leandro Papa. Non so se il testo sia vero o no, ma se anche non lo fosse (e non lo penso) credo che descriva in modo assai sincero la vita dei combattenti di Kobane.


La ministra Pinotti ha detto al parlamento che, oltre all'invio del carico di armi già previsto a favore dei Curdi, il contributo italiano alla coalizione contro l'ISIS consisterà nell'invio in zona di operazioni di un'aerocisterna KC 767
per il rifornimento in volo dei caccia impegnati nei raids contro i miliziani jihadisti, di due Predators disarmati a pilotaggio remoto da ricognizione
e di 280 istruttori militari che addestreranno i miliziani peshmerga all'utilizzo delle armi che gli stiamo inviando.
Considerando che il carico di armi in questione è il frutto di un maxisequestro di munizioni effettuato nel 1994 destinate originariamente a rifornire le truppe impegnate nel conflitto interetnico jugoslavo, e che si tratta essenzialmente
di Kalaschnikov, RPG e relative munizioni, cioè esattamente le armi che tuttora usano con rara perizia gli stessi miliziani curdi (e i loro avversari), io mi domando: ma davvero i 280 nostri militari vanno lì per insegnare ai Curdi come usare quelle armi, di cui invece loro sanno benissimo fare uso e anzi potrebbero dare loro stessi lezioni in merito, o invece quella della Pinotti è una pietosa bugia ad uso mediatico per non ammettere che i nostri militari vanno lì a fare la guerra contro l'ISIS, insieme all'altro migliaio di soldati delle varie nazioni che hanno dato il loro (clandestino) assenso all'intervento di terra (insieme ovviamente ai Curdi stessi, che penso ne costituiscano il fulcro, insieme con le sbandate truppe dell'esercito iracheno che stanno ancora in piedi)?
E' una semplice domanda...


Per saperne di più: 

http://www.agi.it/cronaca/notizie/isis-consiglio-difesa-rischi-rilevanti-per-europa-e-italianbsp---videobr-


http://www.si24.it/2014/10/16/isis-anche-litalia-nella-lotta-contro-il-terrorismo-pinotti-in-iraq-anche-280-addestratori/70390/


.http://www.analisidifesa.it/2014/10/ltalia-muove-guerra-al-califfo-ma-senza-armi-per-ora/

Nessun commento:

Posta un commento