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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

martedì 7 ottobre 2014

Le Sentinelle in Piedi e i diritti di libertà conculcati

Sentinelle in piedi in Piazza Grande a Modena

Si chiamano SENTINELLE IN PIEDI.
Sono un movimento di resistenza ideale, dichiaratamente apartitico, aconfessionale, democratico, anche se di schietta impronta cattolica, nato spontaneamente negli ultimi tempi per rispondere in maniera pacifica, silenziosa, ma visibile, ad una certa deriva morale, culturale e politica della nostra società, a favore della famiglia tradizionale, contro le unioni gay, contro le adozioni per le coppie omosessuali, contro la fecondazione eterologa, ed in particolare contro quell'ABOMINIO DEL DIRITTO che è e resterà comunque, che sia approvato o no, il cosiddetto D.L. Scalfarotto, quello propugnato dall'omonimo deputato gay del P.D. che con la scusa di voler  tutelare come una specie protetta gli omosessuali intende introdurre a forza nell'ordinamento un reato apposito contro la cosiddetta OMOFOBIA.
Un provvedimento pericolosissimo per la legittima espressione della propria opinione, contro la libertà di manifestare il proprio pensiero, tutto a favore esclusivo di una sola categoria umana, contro il principio di eguaglianza sancito dall'art. 3 della Costituzione, quella cosiddetta LGBT (Lesbo Gay Bisexual Transgender), che pur rappresentando di fatto una misera parte minoritaria della società (ma ormai preponderante o comunque tremendamente influente in certi ambiti, quelli che contano, quelli che danno visibilità, quelli che vanno di moda tra la gente che piace) pretende di essere ipergarantita ai danni della netta maggioranza, contro ogni ragionevolezza, contro ogni regola di buon senso e contro ogni minimale spirito di giustizia, e probabilmente ottenendo alla fine proprio l'effetto contrario rispetto a ciò che si vorrebbe conseguire: l'aumento dell'insofferenza verso il mondo LGBT, con tutto quel che ne consegue.
Un disegno di legge in forza del quale, per l'enorme spazio concesso alla soggettività discrezionale dei singoli magistrati, giudici e P.M., totalmente in spregio  a mio parere di ogni e qualunque garanzia costituzionale di certezza sulla definizione del reato, indegna di uno Stato di diritto (v. QUI), basterebbe una semplice barzelletta, un semplice gesto, un semplice sfottò, una normalissima e comunemente accettata espressione gergale, ma addirittura, ben al di là e più in alto di queste cose, un libro, un articolo di giornale, un saggio universitario, un'opera teatrale, una critica ponderata, e non sto parlando di roba leggera, sto parlando di cose serie, importanti, significative, che servono a far pensare, anche polemicamente certo, anche paradossalmente, anche con espressioni crude, ma a far pensare, ebbene basterebbe questo per far scattare una denuncia penale contro chi si azzardasse a farli, a diffonderli, a parlarne persino, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare: la messa a tacere di chi non è d'accordo, di chi ha un'altra concezione del diritto e della libertà, insomma di chi è scomodo, ingombrante, problematico per il semplice motivo che ha un altro pensiero.
Ma è appunto quello il problema: il PENSARE.
PENSARE non è mai stato facile, meglio IMPEDIRE di pensare...
Una tesi che d'altronde ha illustri teorici...


Ed ecco quindi che questi innocui manifestanti, gente che si limita in nome di ciò in cui credono a darsi convegno in un dato punto della città, in un giorno ed un'ora prefissati, semplicemente per stare in piedi, in silenzio, in raccoglimento, leggendo un libro tra sé e sé, scelto a piacere, senza far rumore, senza disturbare il prossimo con domande assillanti o con firme da richiedere, senza dire nulla, semplicemente in preghiera, per chi crede, o per un più laico raccoglimento spirituale interno per chi non ha il dono della Fede, loro NO, non possono farlo.

Eppure è né più né meno ciò che ora si chiama un flash mob, un fenomeno tra l'altro ormai inflazionatissimo, come se ne fanno per le ragioni più disparate, per la tutela della raganella agreste dell'Anatolia piuttosto che contro l'estinzione del cactus nelle Ande, a favore della liberalizzazione della cannabis o a sostegno della lotta per la conservazione della DOP a favore della salama da sugo di San Pantaleo delle Fratte: eppure questi pacifici martiri della libertà, VERI, AUTENTICI, SINCERI testimoni del nostro tempo, nelle manifestazioni che organizzano in tutta Italia, l'ultima l'altro ieri, domenica 5 ottobre, organizzata in ben 100 città italiane, vengono regolarmente presi a male parole, derisi, sputati, fatti oggetto di lanci di uova e non solo (al Vomero, a Napoli, un preservativo pieno d'acqua ha colpito un bambino che dormiva beato e tranquillo nel suo passeggino), quando non sic et simpliciter aggrediti a calci e pugni dai soliti noti, e pazienza se in mezzo a loro ci sono ragazzi, donne, pensionati, sacerdoti, gente che lavora e che magari mai ha manifestato in vita sua.
Ma chi credono di essere, questi squadristi di risulta? 
Chi l'ha stabilito che solo i sinceri democratici dei centri sociali, i rappresentanti delle associazioni estremiste LGBT, i ragazzotti ancora col ciuccio del latte attaccato alle labbra delle associazioni studentesche di base possono decidere chi è legittimato a protestare, solo loro hanno il monopolio, la scienza infusa della Verità???

Questo è accaduto a Rovereto, in Trentino










Qui sono in ballo precise norme costituzionali di libertà che vengono messe allegramente in discussione senza che i nostri editorialisti à la page dicano beo...
Norme che rappresentano il vero discrimine che esiste tra un'autentica democrazia e la dittatura, norme per le quali i nostri padri hanno combattuto il Fascismo e deciso con serena consapevolezza di affidarsi ad un'alleanza militare e ideale con lo Stato che della democrazia è probabilmente l'espressione più pura, gli Stati Uniti d'America, rispetto ad un altro, l'Unione Sovietica (cui peraltro molti di coloro che contestano certe manifestazioni si sentono sicuramente nell'intimo più vicini),  che della sopraffazione del libero pensiero, della libertà religiosa, dei diritti individuali di tipo liberale, tra cui quello di critica, è stato l'emblema principe.
Parliamo del DIRITTO DI RIUNIONE, per il quale la Carta Costituzionale all'art. 17 stabilisce espressamente che "I cittadini hanno diritto di riunirsi PACIFICAMENTE E SENZ'ARMI" (1° comma), che "Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico,  non è richiesto preavviso" (2° comma). che invece "Delle riunioni in luogo pubblico (come appunto una piazza, una via, o simili, nota mia) deve essere dato PREAVVISO ALLE AUTORITA', che possono vietarle SOLTANTO PER COMPROVATI MOTIVI DI SICUREZZA O DI INCOLUMITA' PUBBLICA" (3° comma).
Ma parliamo anche della LIBERTA' DI ASSOCIAZIONE (art. 18), al cui riguardo la Carta dice che "I cittadini hanno diritto di associarsi LIBERAMENTE, SENZA AUTORIZZAZIONE, PER FINI CHE NON SONO VIETATI AI SINGOLI DALLA LEGGE PENALE" (1° comma), anche se "Sono proibite le ASSOCIAZIONI SEGRETE e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante ORGANIZZAZIONI DI CARATTERE MILITARE" (2° comma).
Molto tutelata è pure la LIBERTA' RELIGIOSA, per la quale l'art. 19 della Costituzione dice che "TUTTI hanno DIRITTO DI PROFESSARE LIBERAMENTE LA PROPRIA FEDE RELIGIOSA, IN QUALSIASI FORMA, INDIVIDUALE O ASSOCIATA, di FARNE PROPAGANDA e di ESERCITARNE IN PRIVATO O IN PUBBLICO IL CULTO, purché non si tratti di riti contrari al buon costume".




Francamente non mi sembra che né le modalità, né i contenuti, né lo spirito di queste manifestazioni possano essere tacciate di chissà quale intento eversivo o contrario alla sicurezza, all'incolumità pubblica o al buon costume: si tratta di un movimento spontaneo di protesta nato e organizzato su base territoriale per mano di alcune persone di buona volontà, che prevede un'iscrizione volontaria e pubblicamente accessibile sul sito, regolarmente provvisto di tutte le autorizzazioni previste dalla legge e volta per volta, pacifico, senza armi, senza divise, senza particolari segni distintivi se non una grande forza d'animo, una consapevole e serena motivazione nelle proprie buone ragioni e magari un libro che ci si porta appresso, ognuno il suo, da leggere in silenzio stando fermi tutti insieme, e per quanto LEGGERE possa costituire in sé e per sé un atto rivoluzionario per la propria coscienza personale e di conseguenza per la crescita collettiva di un intero popolo che lo faccia con regolarità faccio fatica a pensare che una simile attività possa essere ritenuta una pericolosissima Spada di Damocle sulla nostra democrazia, come danno a intendere certi autorevoli commentatori su certi giornaloni della sinistra engagé, o sulle più modaiole riviste patinate aduse a costruire le proprie fortune editoriali su concetti quali la vanità, il superfluo, l'appar(isc)ente, insomma proprio tutto ciò che le Sentinelle in Piedi intendono pacificamente contestare nell'ottica di una sana e per nulla squalificante riappropriazione del proprio spirito interiore, in barba alle convenzioni dell'anticonformismo che in quest'epoca di decadenza dei costumi sono in realtà le più conformiste di tutte e che vogliono imporci per forza, a colpi di spot pubblicitari e filosofie aberranti...
Insomma, qui non è solo in ballo la pura e semplice questione sulla LIBERTA' DI PENSIERO, quella che l'art.21 della Costituzione, al suo 1° comma, tratteggia così: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Qui è in ballo tutto un sistema di convinzioni (errate), di pregiudizi ideologici, di monopoli politici o che tali si ritengono, di ipoteche sociologiche di infimo livello su ciò che le Sentinelle in Piedi rappresentano, sul messaggio che intendono lanciare in tutta Italia, sul richiamo alle tradizioni cristiane, all'anima vera del nostro paese che è andata scomparendo col tempo, un richiamo sommesso, silenzioso, pacifico ma AL TEMPO STESSO COSI' POTENTE DA FARE ANCORA TANTA PAURA, forse perché costringe ognuno di noi a farsi una riflessione su sé stesso e sulle proprie più intime convinzioni.
Essì, perché per tanti commentatori, per tanti politici, per tanti intellettuali tutte queste norme di libertà evidentemente si possono applicare   SOLO AD ALCUNI E NON A TUTTI...







Fino a quando sono quelle troiette delle FEMEN va tutto bene, basta che sfilino nude nelle chiese dicendo oscenità contro Cristo e il Papa e nessuno può dire nulla, perché quella è manifestazione del pensiero; se i centri sociali e i black blocks manifestano in occasione del G8 o di qualunque altra conferenza internazionale di pari livello, causando magari danni gravi di milioni contro la collettività, se non peggio, sono da comprendere, perché hanno a cuore il benessere mondiale; se i circoli di un certo tipo organizzano delle mostre d'arte oscene e contrarie alla morale di certo cattolicesimo anche un po' bigotto non si può dire nulla perché l'arte non ha vincoli; se i Bo.BI., il Popolo Viola, il movimento "SE NON ORA QUANDO" , (buono quello, chi lo sente più proprio ora che ce ne sarebbe più bisogno???), tutti quelli che a vario titolo si richiamano indegnamente proprio all'art.21 quando si tratta di dare contro al Puzzone, ecco se tutti questi vanno in piazza a provocare chi non la pensa come loro alle manifestazioni dei partiti di centro destra, o alle presentazioni dei libri, magari di personaggi significativi come Magdi Allam, o Gianpaolo Pansa, o alla rappresentazioni teatrali di opere che vanno contro la vulgata ufficiale diffusa come l'unica possibile da parte di certa sinistra retriva e in mala fede, come "Magazzino 18" di Simone Cristicchi ad esempio, be' loro POSSONO FARLO PERCHE' SI TRATTA DI LIBERA E LEGITTIMA CRITICA POLITICA, STORICA, CULTURALE... 
Ma se della gente comune si limita a stazionare in piedi su una piazza, leggendo un libro o pregando tra sé e sé NO, QUESTO NON SI PUO' FARE!!!
QUESTO OFFENDE!!!
QUESTO E' OMOFOBICO!!!
E merita la riprovazione generale della solita intellettualità annoiata a senso unico e stipendio triplo, dei sinceri democratici, antifascisti, libertari, omolatri, quelli che fanno dell'impegno una fede e della Fede uno sberleffo, quelli che decidono da soli e senza consultarsi con nessuno quale sia il Bene e il Male, il Giusto e l'Ingiusto, il Morale e l'Immorale, tra uno Champagne e una sciata (e non mi riferisco necessariamente alla Val d'Isere...)






Si può essere d'accordo o meno con le posizioni delle Sentinelle in Piedi, possono stare antipatiche, si può addirittura trovarle del tutto disgustose per le loro idee retrò che fanno tanto Mulino Bianco (di una volta, ora non so...): io personalmente le seguo ma non al cento per cento, solo fino a un certo punto, oggi come oggi ritengo sia giusto venire incontro ai desiderata delle coppie omosessuali, se veramente ne sono convinte (ahò, peggio per loro...) e riconoscere loro quei diritti, COME INDIVIDUI  ma non come coppia, in tema di previdenza, diritti di successione, sanità, permessi di lavoro, privacy etc. garantiti alle unioni tra coniugi, che si parli di CUS, PACS o DICO è perfettamente indifferente (fermo restando che ormai tali diritti sono comunque garantiti, direttamente o indirettamente, per via normativa o pattizia, almeno nel 90% abbondante dei casi: v. QUI).
Ma sul presupposto fondamentale che comunque IL MATRIMONIO E' ALTRA COSA, con ben altra storia e finalità, non certo parificabile alle unioni omosessuali, sia come istituto in sé e per sé, sia per le sue conseguenze sul lato dell'eventuale prole, diretta o adottiva, e che comunque le nuove disposizioni normative soprattutto in tema di eredità  e pensione dovrebbero giocoforza andarsi a integrare in maniera coerente e non penalizzante con quelle finora presenti nell'ordinamento sul diritto di famiglia. 
Ma quello che penso io non conta proprio nulla: la verità è che LE SENTINELLE IN PIEDI HANNO TUTTO IL BUON DIRITTO DI MANIFESTARE LE LORO IDEE SENZA CHE ALCUNO POSSA PERMETTERSI IMPUNEMENTE DI IMPEDIRGLIELO.
PUNTO!
Con buona pace dei centri sociali e di gentaglia simile, a Rovereto e a Bergamo, a Torino e Aosta, a Bologna e a Modena, a Pisa e a Napoli (v. QUIQUI e QUI).
Perché le cose nel mondo vanno molto in fretta, tutto ciò che sembra scontato ora può non esserlo un domani e se cominciamo a mettere paletti a loro poi qualcun altro si sentirà autorizzato a metterli a qualcun altro, e così di seguito fino a quando TUTTI verremo privati della nostra libertà, anche senza che ce ne accorgiamo, e quando accadrà sarà però troppo tardi.
E sapete chi se ne è accorto per primo a suo spese?
Proprio quel coglione che vedete nella foto qui sotto, il quale, pensando di fare lo spiritoso contestatore anticonformista, ha creduto bene di presentarsi nella manifestazione organizzata dal movimento a Bergamo vestito da "Nazista dell'Illinois", con una copia del Mein Kampf in mano e sul braccio il simbolo allusivo della svastica utilizzato da Charlie Chaplin nel film "Il grande dittatore", volendo con questo contestare in maniera polemica le motivazioni dell'iniziativa delle Sentinelle in Piedi, con un solo risultato certo:  FARSI ARRESTARE DALLA DIGOS con l'accusa di Apologia del fascismo, proprio ciò di cui quest'imbecille provocatore accusava i manifestanti!!!


La manifestazione di Bergamo, col deficiente in cachi




















Perché, vedete, i reati in sé e per sé sono ignoranti, ma sono le persone che devono applicarli che decidono la loro ampiezza e i loro contenuti.
Non è un reato in più o in meno che ti può risolvere d'incanto un problema, soprattutto quando quelli che ci sono già bastano e avanzano alla bisogna.
Ma se vuoi introdurre un reato che abbia funzione, più che dissuasiva, esemplare e intimidatoria, be' a quel punto devi stare attento.
Perché se oggi un reato può essere applicato contro X per le sue idee, nulla impedisce che in un futuro più o meno prossimo possa essere utilizzato contro Y, dalle idee totalmente opposte a X.



L'arresto di Sophie Scholl, la studentessa cattolica di Monaco di Baviera processata, condannata e fatta ghigliottinare insieme coi suoi compagni dell'organizzazione cristiana LA ROSA BIANCA dal giudice nazista Roland Freisler il 22 febbraio 1943 per tradimento (fotogramma tratto dal film "LA ROSA BIANCA-Sophie Scholl")





Ecco perché i reati di pura opinione sono una brutta bestia.
E' anche per questo che le Sentinelle in Piedi manifestano a rischio della propria incolumità personale nelle piazze di tutta Italia.

Per difendere il diritto anche di un deficiente vestito da nazista all'amatriciana di fare lo spiritoso e gridare al nazismo incombente contro dei pacifici manifestanti e le loro idee senza correre il rischio di andare in galera accusato a sua volta di nazismo, in virtù di un reato d'opinione sancito da una legge che lui per primo, il pistola, era contento ci fosse...

Per saperne di più:
Sul movimento delle Sentinelle in piedi: http://sentinelleinpiedi.it/




4 commenti:

  1. Sulla libertà di manifestare non ci piove.
    Aggiungo solo che poche cose, come quella follia normativa che viene proposta, sarebbero secondo me funzionali a far dilagare un atteggiamento di disprezzo e rifiuto nei confronti della diversità sessuale.
    E bisogna essere degli imbecilli, per non rendersene conto.

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    1. Grazie del tuo contributo.
      Ovviamente concordo del tutto con te.

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  2. Tutti i pericoli paventati in realtà ci sono già adesso con la legge Mancino contro il razzismo

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    1. Infatti io sono anche contro la legge Mancino e pure contro la legge Scelba.
      Tuttavia, se su certe norme posso essere già meno tranchant, perché sono il frutto, certo avvelenato e ormai anacronistico, di un periodo comunque tragico della nostra storia nazionale, e con molta fatica se ne possono comprendere le ragioni, le norme sull'omofobia no, sono assolutamente ingiustificabili, inutilmente pervasive, totalmente incostituzionali (in fin dei conti il divieto del fascismo in Costituzione, piaccia o meno, era già sancito), portano ad un'iperprotezione di una categoria umana decisamente minoritaria ed ontologicamente nemmeno definibile, in barba alla maggioranza che ne è esclusa, contro il principio di eguaglianza e la stessa ragionevolezza non solo costituzionale ma puramente e semplicemente umana.
      Il rischio che si corre è che, approvandole, il legislatore ottenga comunque un effetto assolutamente contrario a quello che si propone, portando ad una reazione indiscriminata e sempre più forte contro di esse e contro chi ne sarebbero i teorici fruitori, destinata ad aumentare ulteriormente se esse venissero applicate alla lettera e con uno zelo che dovrebbe applicarsi a ben altre fattispecie di offese, però meno mediaticamente paganti.
      Esiste invece poi il "rischio" concreto che le stesse norme, pur promettendo fuoco e fiamme contro i cosiddetti omofobi, si rivelino invece concretamente inapplicabili o vengano comunque interpretate in un modo talmente bonario da sfiorare (o superare) il ridicolo, finendo così comunque per non servire a un beneamato nulla, se non a farne una questione di bandiera elettorale nei confronti di un bacino di voti molto influente, a intasare di nuove scartoffie le già intasate aule di tribunale o di procura, a rallentare il già immane arretrato che esiste tuttora a scapito delle emergenze vere della gente comune.
      Che però vedrebbe comunque che ci sono delle norme ad hoc che tutelano alcuni e non tutti, a geometria variabile come ho già tentato di spiegare, e contenta contenta non e sarebbe, anzi...

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