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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

sabato 19 luglio 2014

E ora chi paga?




C'è un giudice a Berlino, ooppss a Milano, ragazzi miei.
Scrivo col cellulare, scusate eventuali imprecisioni o difetti di grafica, li correggerò con calma al mio ritorno, ma questa notizia non posso proprio lasciarla passare in cavalleria.
Silvio Berlusconi è stato assolto in appello nella metà giornata di ieri NON CON FORMULA PIENA, DI PIÙ, dall'infamante vicenda del caso Ruby, nel quale era stato condannato in primo grado a sette anni di carcere ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Silvio Berlusconi insieme con l'attuale compagna Francesca Pascale



La formula dell'assoluzione è I-M-P-I-E-T-O-S-A nei confronti dell'accusa e francamente assai difficile da ribaltare nell'eventuale giudizio di legittimità in Cassazione.
Per i giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano infatti non solo il supposto reato di concussione "NON SUSSISTE", ma per quanto riguarda la cosiddetta induzione alla prostituzione minorile "IL FATTO NON COSTITUISCE REATO".
Vi rendete conto di cosa questo significhi?


Il momento della lettura della sentenza: a sinistra il giudice Alberto Puccinelli, al centro il presidente della corte Enrico Tranfa,  a destra il giudice Concetta Locurto



Significa che la concussione, cioè quel reato buttato lì dalla procura milanese giusto per usarlo solo come semplice grimaldello per estorcere la competenza a Monza (perché reato formalmente più grave della prostituzione minorile per cui sarebbe stata competente quest'ultima, trattandosi di vicende accadute ad Arcore) NON C'È MAI STATA!
Il che manda anche in vacca il risibile trucchetto per trattenere a Milano il processo, cioè la tesi che praticamente SB non si fosse avvalso della sua carica di premier per imporsi ai funzionari di polizia (sennò sarebbe stato competente il tribunale dei ministri di Roma), ma semplicemente avrebbe sfruttato quella sorta di "carisma" che detta carica gli dava, per cui la competenza restava su Milano.
Uno stratagemma talmente ridicolo da sfiorare l'oltraggio alla corte per me, dato che persino al più accanito dei giustizialisti non poteva e non può non apparire chiaro come nella condotta di Berlusconi fosse del tutto assente alcun tono coercitivo tale da concretizzare alcun abuso del proprio ruolo, eppure clamorosamente avallato dai giudici di primo grado. 
Come se i detti funzionari fossero degli scolaretti intimoriti dalla semplice voce del preside e non degli esperti e apprezzati servitori dello Stato.
Mi sia concesso di elogiare pubblicamente allora quegli onesti rappresentanti dello Stato che, in spregio di comprensibili valutazioni di opportunismo se non addirittura di convenienza personale e di carriera, in un processo talmente dirompente e chiaramente orientato in un certo modo, hanno detto e ripetuto in ogni occasione di non essersi mai sentiti in alcun modo concussi, tenendo sempre la schiena dritta e il cuore impavido, nonostante i rischi.



Giorgia Iafrate

In particolare penso soprattutto alla giovane commissaria della polizia Giorgia Iafrate, che al momento dei fatti era da poco responsabile del servizio volanti e su cui soprattutto è ricaduta la responsabilità principale dell'affidamento di Karima El Mahroug detta Ruby alla consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, inviata dal premier a prelevare in questura la giovane marocchina, arrestata per furto, nella fatidica notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 per trattenerla in affido temporaneo presso di sé piuttosto che trasferirla in una comunità per minori o, peggio, trattenerla in commissariato.


Nicole Minetti
La dottoressa Iafrate ha risposto con dignitosa fermezza quando è stata chiamata a deporre come teste il 20 aprile 2012 di non essersi mai sentita costretta a fare qualcosa che fosse contro le regole. di non aver mai interpretato come un ordine coercitivo l'indicazione di accelerare le procedure datagli dal consigliere di gabinetto Pietro Ostuni, 
colui che materialmente aveva ricevuto la telefonata dell'allora premier, al fine di verificare in fretta la possibilità di lasciare in affido alla Minetti la ragazza, e di aver anzi sempre rispettato le norme e la prassi seguite ordinariamente in tutti i casi come quello in esame, che tendono sempre a preservare in certi casi l'interesse del minore ad una soluzione meno traumatica possibile, come non può essere mai un trasferimento coatto in una comunità.
Tanto era sicura del fatto suo che la coraggiosa funzionaria mai ha pensato di presentarsi in dibattimento come parte civile, offesa dal reato contestato all'ex premier, dimostrandosi così una volta di più, pur in tutte quelle circostanze avverse, una donna con le palle, di retta e onesta coscienza, dall'altissimo profilo morale e civile.
Lei sì. 
A differenza di tanti altri in questa squallida, triste e imbarazzante vicenda.

E non date retta poi alle scemenze del Fatto Quotidiano, per favore: la legge Severino non ha affatto eliminato la concussione per induzione, cioè quella che blandisce il concusso con promesse di vantaggi (la dico alla buona) per costringerlo a fare qualcosa di non dovuto.
Semmai l'ha precisata meglio, questo sì, introducendo il reato di "induzione indebita" (da tre a otto anni di galera, mica fruscoli...) e chiarendo bene che il soggetto concusso deve trarne effettivamente dei benefici personali, od averne delle promesse (nuovo art. 319 quater del codice penale): leggete l'esauriente spiegazione data dall'Avv. Carlo Federico Grosso, non esattamente un amico del Cav, nel terzo link che propongo in calce, o quella del magistrato Desirèe Digeronimo, in quello che segue.
Quindi non è affatto vero, come peraltro attestato da una fondamentale sentenza a sezioni unite della Cassazione dello scorso marzo, che sia rimasta in vigore la sola concussione per costrizione, nonostante la prima condanna sia avvenuta proprio a questo titolo.
Insomma secondo il ragionamento malfidato di questo giornalaccio per lettori di bocca buona Berlusconi si sarebbe salvato solo perché nelle more del processo si sarebbe fatto eliminare in parlamento proprio la norma che l'avrebbe condannato, quella che prevedeva la più "blanda" forma concussiva per induzione.

Ora, non solo la legge Severino (che peraltro è quella che ha portato alla decadenza da senatore di Berlusconi per la sua condanna a pena definitiva dell'estate scorsa nel processo MEDIASET, bell'esempio di legge a favore non c'è che dire...) è della fine di novembre del 2012 e la PRIMA sentenza di condanna è del giugno 2013, quando la norma presunta "facilitatrice" era pertanto già vigente, e quindi già le illazioni stanno a zero, ma soprattutto il ragionamento suddetto è viziato sin dalla base: sia perché appunto la concussione per induzione c'è ancora, ma evidentemente non se ne sono mai ravvisati i presupposti di legge sin dal primo grado, sia perché comunque alla fine la questione non c'entra un cavolo lo stesso: se nella sentenza di secondo grado la Corte d'appello ha detto che "il reato non sussiste" vuol proprio dire che in realtà non ha rilevato nella telefonata di Berlusconi alla questura milanese né le eventuali minacce, né tanto meno le blandizie, effettive o anche soltanto promesse, né alcunché comunque di illecito, tant'è vero che i magistrati del primo grado non hanno nemmeno ritenuto di inquisire i funzionari che sarebbero stati concussi, proprio perché palesemente non ce ne erano i motivi.

Insomma nel caso di specie per la corte ci si è trovati di fronte a una semplice telefonata senza alcun contenuto concussivo, che, per la sentenza della Cassazione di cui sopra, si ha in un solo caso: quando cioè il pubblico ufficiale concusso viene a trovarsi di fronte a un bivio, se accettare o meno la proposta concussiva, senza terze vie.
Ebbene, è di tutta evidenza da tutto quanto è emerso dal processo di primo grado (ed il cui contenuto si è riversato pari pari nel processo di appello, senza alcuna variazione) che Berlusconi mai e poi mai ha posto tale aut aut: tutt'al più, voglio essere magnanimo, quella del premier era stata una sollecitazione francamente inelegante, inopportuna e anche poco furba, aggiungerei, e comunque certamente un comportamento assai lontano da ciò che ci si aspetterebbe da un perverso genio del male vizioso e libertino come l'ex premier è stato descritto da certi zelanti compulsatori di brogliacci di questura.


Silvio Berlusconi-Karima El Mahroug-Hosni Moubarak

Paradossalmente proprio l'incredibile storia della presunta parentela millantata da Ruby col leader egiziano Moubarak, presa a motivo dell'affannata telefonata PERSONALE di Berlusconi a quello che in fondo altro non era che un semplice, sconosciuto, anonimo funzionario come tanti, su cui nemmeno poteva avere certezze che fosse competente, affidabile, o anche solo consapevole di come vanno le cose nel mondo, a mio modo di vedere costituisce di fatto la prova provata dell'ingenuità sincera di fondo dello stesso premier, che se veramente fosse stato determinato a intervenire da chissà quali ragioni oscure avrebbe quanto meno usato una scusa più plausibile e soprattutto avrebbe fatto chiamare magari da altri e più spendibili collaboratori direttamente il ministro dell'interno, che allora era Maroni, se non addirittura  il suo capo alla Lega Nord, l'allora saldissimo Umberto Bossi.






Quanto all'assoluzione sul secondo capo d'accusa, quello veramente infamante, cioè la presunta induzione alla prostituzione minorile, la vera "polpa" per le sue evidenti implicazioni scandalistiche che dovevano servire a distruggere umanamente la figura stessa oltre che il prestigio del presidente del consiglio (che dopo il famosissimo discorso di Onna del 25 aprile 2009 aveva raggiunto un tasso di approvazione incredibile ben oltre il 70%, mai raggiunto nella storia democratica del nostro paese, ricordiamolo bene), be', "il fatto non costituisce reato".

Sostanzialmente si dice che in casa propria uno fa ciò che vuole e se non si dimostra senza ombra di dubbio che siano stati compiuti dei reati nessun magistrato ha il diritto di dire beo, che sia d'accordo o no, che sia schifato o indifferente.
NON DEVE ESSERE PROPRIO UN PROBLEMA SUO! 
Ogni persona ha diritto anche ad avere delle debolezze umane, ma soprattutto ha diritto comunque ad avere una sua sfera privata intangibile e sovrana, nei limiti stabiliti dalla liceità dei comportamenti.
Il giudice non è un censore morale, il giudice ha uno e un solo compito, cioè valutare processualmente determinati fatti e PROVARE CONCRETAMENTE IL COMPIMENTO DI EVENTUALI REATI (possibilmente nel modo meno dannoso possibile per la privatezza dei cittadini, aggiungo io), e qui tutte le cose dette, raccontate, descritte e millantate NON COSTITUISCONO REATO perché PROVE NON CE NE SONO!
Né sull'effettiva natura dei rapporti intercorsi tra SB e Ruby, né sulla effettiva conoscenza della minore età di quest'ultima da parte del primo, né sull'effettiva natura retributiva di certi regali. 
Lo Stato qui si deve fermare.


"Lo Stato...Cosa???"



Per altre considerazioni ci si rivolga eventualmente a un prete (o all'imam Travaglio, ormai sublimatosi a Gran Maestro di Morale e contro il Vizio).
Punto e fine.

Cosa resta allora di tutta questa, scusate il termine, MERDA???








Tutta una ignobile e vergognosa ricostruzione giudiziaria e mediatica, fatta da un pm che non era nemmeno titolato a seguire l'inchiesta come è emerso nella lite tra Bruti Liberati e Robledo giunta sino alla Commissione disciplinare del CSM (vedi il post dell'11 giugno scorso, qui), è andata a donne di malaffare.

Un gigantesco apparato spionistico simil STASI, costato tra l'altro un occhio della testa a spese del contribuente e magari distratto da ben altre necessità, è stato espressamente dedicato a questo specifico caso e solo a questo: un caso che alla fine, come detto in un'intervista dal magistrato di sinistra Piero Tony di Prato (che leggete in un link sottostante), al di là dell'inevitabile clamore mediatico della vicenda ai riduce a "mere violazioni alla legge Merlin da parte di sole tre persone, violazioni in quanto tali di non eccezionale gravità e peso in relazione sia alle pene edittali sia alle aspettative delle parti lese sia alle esigenze dell'istruttoria dibattimentale così come prevedibile".

Si sono costruite e/o rafforzate carriere su questo scempio del diritto e della Verità, si sono rovinate delle vite, si sono scritti dei libri, fatti articoloni di giornali, e tanti se ne scriveranno ancora, ma soprattutto un insigne anche se divisivo personaggio del nostro paese, premier legittimo di un governo liberamente eletto in elezioni democratiche, è stato spazzato via dall'onda lunga di questo scandalo artificiale creato evidentemente a tavolino, tra i risolini indegni di due colleghi europei detestabili e interessati alla sua caduta, tanto che da allora si sono succeduti al potere tre governi Quisling eterodiretti da altri, non scelti dagli elettori e con risultati via via sempre peggiori.

Se poi aggiungiamo che anche il processo sui diritti tv MEDIASET, quello che ha portato alla prima condanna di Berlusconi, per una violazione fiscale che non sta né in cielo né in terra sanzionata non dal giudice naturale ma da una assurda sezione feriale della Cassazione guidata da un solerte giudice finito sotto inchiesta del CSM pure lui, con la conseguente decadenza da senatore, l'interdizione dai pubblici uffici di un anno e l'assistenza ai vecchietti di Cesano Boscone, si è visto affossare dalle ripetute assoluzioni con formula piena di tutti gli imputati nei processi gemelli paralleli in corso, tra cui Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, tutti casi quindi uguali a quello che ha visto però come unico condannato, guarda caso, proprio il puzzone di Arcore, be' allora il quadro di vera e propria persecuzione ai danni del cavaliere assume delle evidenze francamente incontestabili e pertanto inaccettabili.





Qualcuno nella Procura di Milano dovrebbe cominciare a vergognarsi.
E dovrebbe andare a nascondersi.
Insieme con tanti giornalisti, politici e maestri di pensiero di 'sta m...

A proposito: ora chi paga?

P.S. Oh, sia ben chiaro: quella delle sentenze che non si commentano è una stronzata bella e buona, che serve solo a mettere la sordina alle critiche e a rendere incontestabile e quindi onnipotente una semplice casta di funzionari la cui unica fonte di legittimazione è un concorso pubblico vinto magari per culo anni prima, ma che in virtù di certi postulati inculcatici a forza pretendono di delegittimare le opinioni di chi non ci sta al giochino.
Le sentenze sono atti pubblici, emessi da uomini, sulla base di interpretazioni umane di fatti umani, mediate da sentimenti umani, in relazione alle proprie esperienze umane, professionali, culturali, ideologiche, religiose.
Non provengono da Dio e non hanno il dogma papale dell'infallibilità (anche se pretenderebbero di averlo).

Non solo sono fallibili e quindi assolutamente commentabili, ma anzi forse alla luce di tutti questi aspetti sono gli atti più sindacabili di tutti.
Bisogna che qualcuno se ne faccia una ragione, prima o poi.


Per saperne di più:


"Ha subito tutti quei processi solo perché è sceso in campo"

http://www.ilgiornale.it/news/politica/1038970.html

Filippo Facci: Ruby e Puttanopoli sono la più grande sconfitta di Ilda Boccassini. E di qualche giornalista



Sentenza Ruby, è anche la sconfitta 
di Se non ora quando


http://www.qelsi.it/2014/tg3-berlusconi-assolto-e-la-quarta-notizia-e-bianca-berlinguer-non-ce/

https://www.facebook.com/notes/marcello-veneziani-pagina-autorizzata/egregi-magistrati-di-milano-posso-dirvi-la-verit%C3%A0-tutta-la-verit%C3%A0-nientaltro-che/681559798604478

Ricorso in Cassazione? Per i pm non sarà facile

http://www.liberoquotidiano.it/news/11657375/Ricorso-in-Cassazione--Per-i.html

IL VIDEO DELLA SENTENZA

1 commento:

  1. se berlusconi va a puttane saranno pure cazzi suoi e per me fa BENE SOPRTATUTTO CON RUBY E PROPIO IL MASSIMO

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