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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

lunedì 4 luglio 2016

I versetti del Corano potete ficcarveli proprio lì!


Cari amici, ce ne sarebbero di cose da dirsi su questi ultimi giorni di fine giugno/inizio luglio...
Parto dalla vergognosa condanna all'ergastolo di Massimo Bossetti, ovvio esito di un caso mediatico con pochi precedenti in Italia, quello dell'orrendo omicidio di Yara Gambirasio, per il quale la procura ha impegnato tutte le sue energie giocandosi la faccia su un'esilissima traccia di DNA di origine mai identificata (ma di sicuro non sangue né sperma), fortemente contestata sul piano procedurale oltre che nel merito, con a mio parere fondate ragioni, e che comunque nulla prova in merito ad un'eventuale commissione dell'omicidio da parte dello sventurato muratore.

Non c'è in effetti null'altro di rilevante contro questo sfigato, solo illazioni, maldicenze, una campagna stampa accuratamente orientata dalle giuste veline di palazzo, con la spregevole diffusione ad esempio delle intercettazioni in carcere fatte nel parlatorio durante gli incontri tra Bossetti e la moglie, in barba a tutte le norme possibili ed immaginabili, e lo spiattellamento sui giornali di tutte le privatissime vicende personali e familiari del muratore e dei suoi cari, fino ad arrivare persino ad un falso conclamato come quello del filmato del furgone di Bossetti (v. QUI)...
Sono e resto del parere che negli U.S.A., patria del garantismo giudiziario e dell'assoluta separazione dei poteri (e delle carriere), nessun Public Attorney avrebbe mai chiesto il processo su simili labilissime basi, e se l'avesse fatto sarebbe finito male, perché avrebbe perso con ignominia e sarebbe finito a vendere patatine fritte agli angoli di Harlem.
Ma siamo in Italia, purtroppo...
(Si veda in proposito questo articolo di Feltri e poi, giacché ci siamo, anche questa interessante storia su cani molecolari, mafiosi e indagini a senso unico; se poi volete vedere anche i miei post sull'argomento, vi posso intanto rimandare a QUI).
Credo e spero che in appello si farà strame di questa sentenza abominevole, dettata dal populismo giustizialista alimentato ad arte da una vomitevole campagna stampa quasi univoca contro Bossetti (vabbé, con campioni del pensiero tra cui la nota giurista Selvaggia Lucarelli...).
Come augurerei a certi analfabeti del diritto, a certe tricoteuses fuori tempo, a certe privilegiate delle tette di incappare personalmente in una vicenda anche solo lontanamente simile a quella vissuta da Bossetti...
Poi ci faremmo due risate.



E che dire della nostra povera Italia per esempio, che, ormai trattata alla stregua di un paria internazionale, si vede costretta a spartirsi esattamente a metà, un anno ciascuno, il 2017 a noi, il 2018 a loro, il seggio di membro non permanente al Consiglio di Sicurezza dell'O.N.U. con l'Olanda (v. QUI) ...???
E il deficiente di Palazzo Chigi ha pure il coraggio di vantarsene, facendo passare per un grande successo internazionale questo stratagemma diplomatico da magliari, fatto praticamente solo una volta, negli anni '50, tra Jugoslavia e Filippine, utile solo ad evitare una probabile, clamorosa  ed assolutamente imprevista sconfitta, nonostante si fossero attivamente spesi in una evidentemente fallimentare opera di lobbyng tutti e tre i capataz, Renzi, Mattarella e Gentiloni...
Rendiamoci conto, amici miei...
In questa tornata sono stati eletti la Bolivia e persino, udite udite, la nostra vecchia colonia Etiopia, mentre noi, credo il quinto contributore netto dell'O.N.U., quelli delle osannatissime crociere da e per la Libia della nostra marina in cerca di disgraziati morti di fame sui barconi, quelli del "Diamo il Premio Nobel della Pace a Lampedusa", quelli dei millemila impegni internazionali delle nostre forze armate, con migliaia di uomini impegnati fuori confine, siamo stati costretti ad elemosinare ciò che ci spettava praticamente di diritto, senza discussioni, piatendo un seggio da spartirsi mezzo culo a testa con una nazione con meno di un terzo della nostra popolazione e grande poco più di una regione italiana, con una politica estera a rimorchio della Germania, senza alcun impegno militare estero minimamente paragonabile al nostro, senza la nostra storia diplomatica dietro...



Oh, e che dire poi dell'assurda opera di recupero del peschereccio assertivamente pieno di  700-900 migranti affondato assai lontano dalle nostre acque, al largo delle coste libiche, un'operazione tra l'altro costata ben 9 milioni e mezzo?
Perché proprio noi? 
E a che pro, poi?
Per carità di Dio, non mi si parli di carità cristiana, di intenti umanitari o di desiderio di restituire i morti ai loro cari (quali morti? quali cari? Nessuno di questi aveva presumibilmente dei documenti  e sfido chiunque a riconoscere qualcuno dopo così tanto tempo in quelle condizioni),  che pongo mano alla pistola!!!
Il Mediterraneo è pieno di nostre navi affondate, sia di superficie che sottomarine, di cui si conosce perfettamente il rilevamento, spesso a poche miglia sul serio dalle nostre coste ed a bassissima profondità, eppure non si è mai nemmeno ipotizzato un loro recupero, proprio perché si è sempre GIUSTAMENTE pensato che è il mare la loro tomba, e quella degli sventurati marinai ITALIANI che sono periti con loro.
Oh, ma questi non sono mica italiani, eh...? La morte è una livella, come diceva Totò, ma in questo caso è meno livella del solito...
In realtà questa qui è stata solo una gigantesca operazione mediatica, utile tra l'altro a fare incassare soldi (tanti, come abbiamo visto) a qualcuno (chissà chi, eh...), ma che è servita solo a farsi belli agli occhi del mondo (si è visto anche questo, vedi sopra) e ad ingraziarsi un elettorato ideologicamente orientato...



D'altronde è quello stesso elettorato ideologicamente orientato che ha dettato l'assurda e autolesionista politica del nostro Governo nel caso Regeni, che ha raggiunto vette di involontaria comicità (lo so, è brutto dirlo data la drammaticità della morte di quell'ingenuo ragazzo, buttatosi a corpo morto e senza paracadute, spinto da chissà chi - ma in realtà si sa, si sa... -  in una vicenda tanto più grande di lui) con la decisione di non dare all'Egitto per ripicca le parti di ricambio promesse gratis per la sua flotta di F16, che resteranno così mestamente ad arrugginirsi nei nostri depositi...
Sai che problemaccio per l'Egitto...E' una scelta idiota che non gli impedirà certo di trovare facilmente da altri, U.S.A. in primis, ciò che gli serve, ma soprattutto una presa di posizione irresponsabile e deleteria che non farà che allontanarci ancora di più da Al Sisi, con cui avremmo invece tutto l'interesse a collaborare, sia per la lotta al terrorismo jihadista (che con buona pace dei buonisti si fa con la clava e non col fioretto), sia per mantenere intatti i lucrosi rapporti che con le istituzioni egiziane ha la nostra E.N.I., soprattutto dopo la scoperta da parte dei tecnici di quest'ultima dell'enorme giacimento di gas di Zhor, il più grande del Mediterraneo (v. QUI), concupito da tutte le principali multinazionali del petrolio, la britannica B.P. e la francese Total su tutte...
Che sono il vero, l'unico motivo, a mio parere, per cui nell'ambito di uno scontro tra servizi segreti egiziani, cellule deviate, servizi stranieri, pro e contro Al Sisi è stato compiuto quell'esecrabile, orribile omicidio, in un tutti contro tutti che ha avvelenato i rapporti che da parte di Qualcuno si intendeva esattamente avvelenare...
Posto che non soltanto l'Egitto, ma persino le autorità britanniche si stanno rifiutando di collaborare con gli inquirenti italiani in merito ai torbidi rapporti tra Regeni e determinate agenzie britanniche formalmente universitarie ma...
Strano, eh...?




Ma tutto questo cede il passo, ovviamente, alla tragedia di Dacca...
Non voglio fare le solite geremiadi, non mi voglio accodare alle tante articolesse apparse in questi giorni, anche se noto con (amaro, amarissimo) piacere che Pigi Battista sul Corriere della sera, per dirne una, e persino La Repubblica e, udite udite!, Michele Serra sembrano aver compreso finalmente quella che è la vera posta in gioco: la nostra sopravvivenza come civiltà libera, democratica, aperta e tollerante.
Certo, quando sento il nostro presidente del consiglio dire che "Difenderemo con forza i nostri Valori!!!", con la V maiuscola che prorompe da quella bocca a culo di gallina, io mi e gli domando: "Sì, Matte', ma QUALI sono i NOSTRI VALORI, per Dio??? Quali? DICCELO!!!"
Perché a me sembra che questo provincialotto toscano non creda in alcun valore, nemmeno piccolo piccolo, al di là della sua formale adesione alla religione cattolica (tutti così sono, 'sti "cattolici adulti"...), se non la sua personale affermazione di vanità, il suo opportunismo, il suo bieco interesse personale, suo e del suo cerchio magico... 

Ed ecco che una volta di più mi soccorre il pensiero dell'esecrabile Cav, quello che era inadatto a governare l'Italia secondo "autorevoli" riviste di OltreManica...
Un pensiero di ormai diversi anni fa, che solo Oriana Fallaci aveva espresso con maggior vigore ancora, sin dall'11 settembre 2001, novella Cassandra rimasta purtroppo inascoltata:

"Noi dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà. Dobbiamo evitare di mettere le due civiltà, quella islamica e quella nostra, sullo stesso piano. La nostra civiltà deve estendere a chi è rimasto indietro di almeno millequattrocento anni nella storia i benefici e le conquiste che l'Occidente conosce"
(Silvio Berlusconi)






Ma tutte queste riflessioni sono inutili, ormai.
L'altro ieri a Dacca abbiamo avuto nove morti italiani, cinque donne e quattro uomini, il maggior numero di vittime dopo la strage di Nassiriya, di sicuro il maggior numero di vittime civili italiane in un singolo attentato (v. QUI): oltre a loro sono morti nel bestiale attacco sette giapponesi, un'americana, un'indiana e quattro bengalesi, due dei quali poliziotti ed uno immolatosi volontariamente nonostante la sua religione musulmana per non lasciare da sole le sue due amiche straniere, vestite all'occidentale nonostante fossero pure esse di religione islamica.

Alle 21,20 del 1° luglio, ora locale (le 17,20 in Italia) sette uomini vestiti di nero sono entrati nel ristorante Holey Artisan Bakery, sito nel ricco e prestigioso quartiere diplomatico della capitale bengalese, il Gulshan (si è scoperto poi che erano tutti figli della buona borghesia bengalese, con ottimi studi, famiglie molto benestanti alle spalle ed una intensa vita sociale, tanto per smentire una volta di più il luogo comune, il grande alibi buonista che questi qui siano sempre figli della povertà, del degrado sociale, dell'emarginazione, dell'ignoranza...)

Questo è uno degli assassini: è evidente la sua condizione di estremo disagio sociale, povertà, emarginazione...


Urlando il solito, maledetto grido, "ALLAH ACHBAR!", si sono messi a sparare all'impazzata, lanciando anche delle granate tutt'attorno, poi si sono barricati dentro e hanno preso tutti i presenti in ostaggio.
Hanno chiesto gentilmente a ciascuno di loro di recitare dei versetti del Corano.
Chi l'ha fatto è stato risparmiato.
Chi non è stato in grado di farlo è stato selvaggiamente torturato e poi crudelmente fatto a pezzi.
A COLPI DI MACHETE!!!
Qualcuno ha avuto la "fortuna" di essere ucciso "solo" a colpi di arma da fuoco.





Il successivo intervento delle scalcinate teste di cuoio bengalesi (peraltro il governo del paese asiatico ha dato l'ok fottendosene altamente del parere contrario delle nostre "autorevoli" autorità) ha portato alla morte di cinque dei sette assalitori ISIS (quelli che vedete sopra) dopo un breve conflitto a fuoco, all'arresto degli altri due (uno gravemente ferito) ed alla liberazione di altri 13 ostaggi, ma a quel punto tutto era compiuto (sulla descrizione dei fatti si veda QUI).

Le vittime italiane, dall'alto in basso, da sinistra a destra: Nadia Benedetti, Cristian  Rossi, Marco Tondat, Claudio Cappelli, Vincenzo D'Allestro, Adele Puglisi, Claudia D'Antona, Maria Riboli, Simona Monti



Tra gli scampati due italiani, uno dei quali, un imprenditore modenese di nobile origine, Gian Galeazzo Boschetti, ha visto però morire ammazzata la moglie, Claudia D'Antona, sposata due anni fa proprio in Bangladesh dopo una lunga convivenza: l'unica vittima, pare, trovata in condizioni decorose, forse uccisa da un "semplice" colpo di arma di fuoco (v. QUI): i due avevano avviato, tra le altre cose, una bellissima esperienza di volontariato, finanziando un'associazione di chirurghi plastici per curare le donne sfregiate con l'acido.
Ma tutti quanti gli italiani uccisi erano comunque innamorati di quel paese ed impegnati a renderlo migliore, sia dando lavoro alle maestranze locali con le loro piccole imprese, soprattutto di moda, che sul piano sociale e appunto del volontariato (si veda QUI).
Eppure...
Eppure a questi qui non è bastato...

Un'altra vittima italiana, Adele Puglisi, aveva aderito mesi fa alla petizione online chiesta per deferire all'ordine dei giornalisti il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, reo dopo i fatti del Bataclan di aver fatto un titolo che recitava: "BASTARDI ISLAMICI".



Chissà se ha avuto tempo di pensarci, poveretta, quando è stata ammazzata in quel modo bestiale...
Un'altra vittima, la povera Simona Monti, aveva scoperto solo da poco di essere incinta e stava per ritornare in Italia, dal suo compagno.
Di fatto, quel piccolino che aveva in grembo è un'altra vittima di questo atto bestiale ed ingiustificato, la decima vittima italiana...
Il fratello di Simona, Don Luca Monti, parroco ad Avellino, ha avuto nobilissime parole di perdono e di pace nonostante il dolore.
Ma io, mi dispiace, non sono capace.
Io non perdono, non perdono più.

Basta, non aggiungo commenti.
Ma sia ben chiaro: per quanto mi riguarda i versetti del Corano possono ficcarseli proprio lì!

P.S.
Ciao Bud. Quanto avrei voglia di un tuo intervento a suon di sganassoni ora...


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