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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

lunedì 20 giugno 2016

Il Giovin Signore ha perso il tocco magico?

Qualcuno mi chiede le mie impressioni sul voto di ieri.
Ve le dico subito.





Renzi
Credo che Matteo Renzi abbia avuto un messaggio forte e chiaro da parte dell'elettorato, una musata dolorosa che rischia di essere per lui solo la prima di una lunga serie.
Ha perso di brutto a Roma, dove però dopo i fatti di Mafia capitale e la dipartita (politica) di Ignazio Marino sapeva che sarebbe andata così, ma soprattutto ha clamorosamente toppato  a Torino, dove quel galantuomo di Piero Fassino, che si dice esser stato sindaco apprezzabile, è stato spazzato via dalla grillina Chiara Appendino, pure battuta nettamente al primo turno, mentre ce l'ha fatta a Bologna, dove però Virginio Merola ha battuto sì la candidata della Lega, che non tutti nel centro destra in verità apprezzavano (però brava, Lucia Borgonzoni si è battuta bene), ma più per forza d'inerzia che per altro...
Deve stare molto attento ai prossimi passi, il Giovin Signore fiorentino (ormai non tanto più giovin, men che meno signore): il Referendum rischia di essere la sua tomba, lì si gioca la Madre di tutte le battaglie, quella che può mandarlo a casa tra le pernacchie.
Cosa che non mi dispiacerebbe.
Temo molti colpi sotto la cintura, tante prebende elettorali a pioggia (tutte a debito, ovviamente), millemila chiacchiere torrentizie in tivvù (e non parliamo di quanti tweet ci sommergeranno) da qui a ottobre.
Ma sono ottimista, forse l'imbonitore che risiede a Palazzo Chigi ha perso il tocco magico.
Va infatti detto che anche la vittoria nel referendum potrebbe ritorcerglisi contro: a questo punto infatti chi può dire che ad approfittare della nuova legge elettorale ed a governare coi rafforzati poteri concessi dalla nuova Costituzione non possano essere proprio i grillini, e non lui come ha sempre pensato???
Umiltà, giovane, umiltà, ed ascolto degli altri!



Napoli
Napoli è un mondo a sé.
Nella pochezza di candidature francamente impresentabili tutte, con Valeria Valente del P.D. spazzata via persino al primo turno e il solito Gianni Lettieri mandato alla sbaraglio dal centrodestra (ma almeno è arrivato al ballottaggio)  rivince l'indecente Luigi De Magistris a capo di una lista civica di estrema sinistra, un uomo che nonostante sia stato magistrato (pessimo peraltro, come attestano i puntuali esiti negativi delle sue mediatiche inchieste), al contrario delle due vincitrici a cinque stelle di Roma e Torino, che hanno subito detto parole molto equilibrate e aperte al contributo di tutti, avversari compresi, ha dimostrato ancora una volta la sua statura da masaniello della parola (meno dei fatti), tutto e solo chiacchiere e distintivo, irridendo il governo, il premier e gli avversari politici con una boria ed una cafonaggine che non hanno proprio ragione di essere, visto che è stato votato alla fin fine da un napoletano su otto.
Ma d'altronde, cosa ci si può aspettare da un soggetto che in campagna elettorale accomunava nella medesima frase il governo, il premier, i poteri forti, l'opposizione e la camorra come forze paritarie contro le quali lui a suo dire si sarebbe trovato a combattere, come se fosse una sorta di Robin Hood contro il Male???
E questo soggettino qui era un magistrato???
A Giggi', ripigliati, tu sei l'anomalia, non certo la soluzione! 
Napoli con te era fuori dal circuito decidente della nazione, ora lo sarà ancora di più.
Coltivati l'orticello e arrivederci.
Bel risultato, per Napoli, complimenti.



Milano
E Beppe Sala? Be', indubbiamente la sua vittoria mantiene entro un limite comunque sopportabile la netta sconfitta di Renzi, che altrimenti sarebbe stata una sorta di Caporetto, ma che vittoria di Pirro rischia di essere...
Sala, pompatissimo dai soliti media, invitato qui, invitato lì, portato in palmo di mano dal premier, lesto a promettere mari e monti in caso di sua elezione, fino a un mese e mezzo, due fa era dato facile vincitore al primo turno, poi ha cominciato a scendere nei sondaggi, ha vinto solo di un'incollatura il primo turno e ieri di stretta misura anche il ballottaggio sull'ottimo Stefano Parisi, candidato adamantino e di competenza indubbia, di poche ma chiare parole e tanti fatti, che ha dimostrato nei pochi confronti diretti coll'avversario di avere ben altra preparazione, pacatezza e controllo della situazione, nonostante i numerosi trabocchetti che i media filorenziani (cioè tutti) gli hanno teso ogni volta, mettendosi invece a 90° con Sala: l'ultimo dei quali la questione Mein Kampf / Giornale, per la quale hanno cercato con sguaiataggine di tirarlo in mezzo (lui, che ha moglie ebrea e figli di quella religione!)
Parisi è il vincitore morale della competizione (lo so, è la consolazione degli sconfitti): ha perso soltanto perché 500.000 milanesi, metà città, hanno ritenuto di non dover muovere il culo per andare a votare al ballottaggio, e perché molti di questi erano leghisti che non se la sono sentita di apporre la croce sul suo nome.
Ora che si ritroveranno le moschee sotto casa pagate dal Quatar (che si sta comprando l'Italia), campi rom a go go, centri sociali in sovrannumero finanziati dal contribuente et similia gli astenuti non si lamentino però, soprattutto i leghisti che hanno preferito stare a casa: chi è causa del suo mal pianga sé stesso, dice un vecchio saggio, e questo vale sia per Milano sia per Napoli.



Il centrodestra
Ah, e il centrodestra? Il centrodestra può ripartire solo dalla soluzione Parisi: bisogna che Matteo Salvini (ahi, che brutta botta a Varese!) e Giorgia Meloni si rendano conto che non hanno statura nazionale, mentre Silvio Berlusconi, cui auguro lunghissima e proficua vita dopo l'impegnativo intervento chirurgico che l'ha azzoppato nel momento topico (ma che, ora ve lo posso dire, non è stato affatto quel fulmine a ciel sereno che si è voluto far credere, e mi fermo qui), ormai non può fare che il Padre nobile e nulla più (ma ceda il Milan, Presidente, glielo chiedo col cuore): la Storia lo rivaluterà parecchio, già ora sta accadendo, ma non può più pensare di essere il solo dominus della situazione.
La gestione della candidatura su Roma è stata da peracottari e le colpe sono di tutti, non ci voglio ritornare più, col risultato di spalancare le porte della vittoria alla Raggi che invece poteva essere battuta al ballottaggio da un centrodestra veramente unito e coeso come  è stato (be' diciamo quasi) a Milano, il che avrebbe dato comunque ben altro sapore all'esito elettorale.
Il centrodestra deve pedalare, perché c'è il Referendum (e il Cavaliere non credo potrà dare il consueto contributo ovviamente) e nel 2018 si vota.
C'è il rischio concreto che comunque alle elezioni prossime, se vince il SI' al Referendum costituzionale e con la nuova legge elettorale, possa essere tagliato fuori da P.D. e M5S, nonostante la sua ottima tenuta odierna complessiva: bene o male ha vinto al primo turno in diverse realtà importanti e ieri ha trionfato in 10 ballottaggi in città capoluogo, alcune di rilievo, strappando al centrosinistra Trieste, Grosseto, Savona, Novara, Pordenone, Olbia e ne dimentico altre, e vincendo clamorosamente anche in comuni sempre rossissimi, toscani (ottimo ad esempio il risultato della leghista Susanna Ceccardi a Cascina, nel pisano), e della mia provincia o ad essa adiacenti, come Finale Emilia, Pavullo e San Giovanni in Persiceto.




Fossi nel centrodestra non trascurerei, per nulla, il Popolo della Famiglia, che alla sua prima prova impegnativa sul territorio, senza soldi e dopo poco più di due mesi dalla nascita, armato solo di sacro fuoco, passione e forza di volontà, ha ottenuto un lusinghiero risultato complessivo, assai migliore di altre realtà partitiche che si dicono equivalenti (poi bisogna vedere se lo sono sul serio), ma strutturate sul territorio da ben più tempo, con ben altre capacità economiche e aiutate da una stabile presenza nelle stanze dei bottoni, al governo o in parlamento: è una formazione neonata naturaliter da collocarsi nel centro destra e bisogna finalmente ritrovare il valore, direi proprio l'Orgoglio, di certi Principi cardine, che da sempre contraddistinguono il panorama italiano e che sono stati colpevolmente trascurati, se non addirittura apertamente vilipesi, anche e soprattutto da chi in primis diceva di volerli difendere, salvo poi puntualmente non far nulla per amor di cadrega.



Raggi, Appendino e Movimento 5 Stelle
Le lascio per ultime perché è giusto tributare loro il  merito per le imprese di Roma e Torino.
Se a Roma, dopo il suicidio (assistito? il dubbio che sia stato fatto tutto apposta non mi abbandonerà mai) del centrodestra, era scontato vincesse la Raggi, con Roberto Giachetti votato sì, ma al martirio, a Torino si è verificato qualcosa di veramente impronosticato e impronosticabile, il crollo di un autorevole personaggio come Fassino a favore appunto della pentastellata Chiara Appendino.
Non conosco bene la situazione di Torino, suppongo ci sia stato una sorta di rigetto della cura Renzi per l'effetto trascinamento del caso Roma, aiutato dalla data scelta per la consultazione, che ha favorito l'astensionismo (caro Renzi, ti si è rivoltato proprio tutto contro), e dall'intervento di molti elettori di centrodestra a favore della Appendino (però a Milano e Bologna non è avvenuto il contrario, come si auspicava, altro elemento da tenere bene a mente per il futuro): fatto sta che ciò che non era previsto è accaduto ed ora anche Torino è pentastellata.
Adesso vedremo all'opera queste due donne, di piacevole aspetto e apparentemente preparate, e col tempo le potremo giudicare: gli esempi delle altre amministrazioni a guida grillina non sono propriamente commendevoli e d'altronde le città finora da loro governate non hanno decisamente lo stesso rilievo di due tra le prime quattro città italiane come Roma e Torino, ma tant'è...
Tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, e quando sento urlare "Onestà" in un contesto politico mi viene da sorridere: l'onestà è una bellissima e auspicabile qualità umana, ma nel governare la res publica credo, anzi sono convinto, che contino di più altre parole come Competenza, Esperienza ed Efficienza.
Francamente non so a Torino, ma a Roma, città che, diciamocelo chiaro, è in stato di pre-dissesto solo perché non si vuol dire che è proprio in dissesto (non certo per colpa dei grillini, intendiamoci) la vedo molto dura per la Raggi: se veramente dovesse impuntarsi su certe cose dette in campagna elettorale, poi, la vedo durissima.




Ad esempio, a Torino sono curioso di vedere se Chiara Appendino manterrà le sue idee tranchant sulla T.A.V., per dire, e già ha cominciato, a nemmeno un giorno dall'elezione, a polemizzare coi vertici di un Santuario intoccabile come il San Paolo, mentre a Roma voglio proprio vedere come Virginia Raggi intenderà sciogliere il nodo della elefantiaca ATAC, e quello della Metro C,  cosa intenda nello specifico per il concetto di tutela dell'acqua pubblica, voglio vederla alle prese con la situazione del traffico...




Per non parlare poi di questioni che vanno ben oltre la territorialità di Roma (come le Olimpiadi 2024, cui io sono peraltro favorevole) o il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle (gli americani hanno preso la Roma solo per quello, se non si fa molto semplicemente se ne vanno e la Roma fallisce...) 



Colpi bassi e puri che si scoprono un po' meno puri
Un'ultima cosa: Giachetti paraculamente si è chiamato fuori e ha fatto lo splendido, ma la porcata del suo designato capo di gabinetto, Sabella, un magistrato (che ora tornerà a fare il magistrato, capite perché l'adorazione incondizionata per certe categorie è proprio fuori luogo?) che in virtù del suo ruolo sapeva già da un anno dell'incarico non dichiarato della Raggi avuto da una ASL e ha proditoriamente sganciato la bomba un giorno prima del ballottaggio, con un'associazione di stampo piddino subito lesta a fare denuncia alla procura a firma di un altro rappresentante ufficiale piddino, be', è stata veramente troppo sporca per non essere GIUSTAMENTE punita.
Ma deve servire anche da lezione alla Raggi e a tutti i pentastellati che inneggiano solo e solamente alla ONESTA'.
Se ci si proclama puri e senza macchia sempre e comunque e si vuole l'onestà dagli altri bisogna prima di tutto comportarsi, anzi ESSERE in prima persona puri e senza macchia: perché dopo a trovare delle scuse sono tutti bravi.
E si diventa come tutti gli altri.
Senza però altre qualifiche che, a differenza degli altri, possano giustificare un voto su di sé.





Capite perché proclamarsi onesti non basta ed espone a figuracce colossali, che alla fine finiscono (giustamente!) per squalificare chi le fa, anche se avesse le migliori idee e le più buone intenzioni di questo mondo???
Capite perché è facile parlare, ma poi contano i fatti?
Capite perché siamo tutti sotto lo stesso manto di stelle, e nessuno può dirsi più onesto degli altri se non lo è proprio sul serio? Fin dalle cose più piccole??
Occhio, che questo conta.
Come diceva uno (potrei citare almeno tre o quattro che si dice l'abbiano detto, uno è Longanesi): "Nel mondo dei puri c'è sempre uno più puro di te che ti epura".
Ora non si chiacchiera più, ora si deve fare.
E francamente, a prescindere dagli aspetti legali della questione che sono tutti da verificare, non so quanto la dichiarata tutela esercitata dai vertici del suo partito sull'operato della Raggi (e degli altri sindaci grillini), come se fossero tutti minus abens, marionette comandate da fili non ben definiti, possa essere di aiuto in questo.
Come diceva quello, lo scopriremo solo vivendo.
  



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