Parliamoci chiaro, rispetto a tanti cani, veramente cani, che potevano essere eletti, il Professore nonché Onorevole Mattarella è decisamente uno dei più potabili, forse IL più potabile di tutti.
Dopo che si sarà finalmente depositata in terra la polvere sollevata dai tanti epinici della sinistra a favore della nomina di una persona "con la schiena diritta", in barba al volere di Silvio Berlusconi, si scoprirà che in realtà, fatto salvo e dietro il nome di Giuliano Amato (francamente impresentabile per tutti, compresi gli elettori di centro destra), come si scopre andando semplicemente a leggere i giornali di un mesetto fa insieme con quello della brava Anna Finocchiaro era proprio il nome del galantuomo palermitano il preferito del Cavaliere (su SKY, ma non solo lì, con compiacimento lo chiamano l'EX Cavaliere, quando magari continuano ancora adesso a definire la buonanima di Gianni Agnelli come l'AVVOCATO, pur non essendo mai stato iscritto all'Ordine)...
Giuliano Amato |
Eggià, il conducator fiorentino ha fregato tutti, ma anche il tycoon lombardo alla fine, pur probabilmente al costo di una (apparente) figuraccia mediatica (recuperabilissima tuttavia nel tempo), ha ottenuto esattamente i suoi obiettivi, che erano quelli di:
- farsi eleggere per interposta persona addirittura dagli avversari più duri e puri (e persino con loro grandissimo entusiasmo, il che vi dà la misura della pochezza di questi qui...) un nome comunque gradito, dando anzi l'impressione di essere vittima di tale decisione, cosa che automaticamente ne ha garantito la nomina (pensate se al posto di Mattarella fosse stato eletto un Prodi, o un Veltroni, o un D'Alema, o un Monti, o addirittura un Rodotà o un Cantone, il neonominato Commissario anticorruzione, per dire...);
- causare una bella sfrombolata ai danni di Alfano (infatti l'NCD si sta puntualmente squagliando);
- rendere irrilevante l'apporto grillino, che poteva portare un Renzi in difficoltà con le sue fronde interne a saldarsi pericolosissimamente con la sinistra più ottusa e ostile al Cavaliere.
Sia ben chiaro, il trionfatore assoluto della kermesse, PER ORA, è stato ovviamente Matteo Renzi, che al contempo:
- ha fatto eleggere un uomo voluto e imposto dal PD (cioè DA LUI), tanto istituzionalmente presentabile quanto sciapo e quindi incapace di fargli ombra (APPARENTEMENTE), con una maggioranza assai più ampia di quella "naturale", garantendosi così la benevolenza dei suoi oppositori interni;
- ha ricondotto a miti consigli Alfano e la sua banda (facendo un gran favore a Berlusconi), garantendo comunque la continuità del suo governo;
- ed ha ovviamente salvato i contenuti del Patto del Nazareno, che secondo me ora è pressoché al sicuro bello inchiavardato in una botte di ferro, con buona pace di quegli illusi che a sinistra ancora adesso stanno brindando per la fine del puzzone.
E Mattarella? Be', Sergio Mattarella è di sicuro un galantuomo di sincera fede democratica, con una onesta carriera di alto comprimario della politica alle spalle, detto tra noi un classico esempio di quella casta primorepubblicana che in teoria dovrebbe essere stata spazzata via sin da tangentopoli ma che invece, a quanto pare, ci sta trasportando invitta nella terza Repubblica dopo aver allegramente bypassato la seconda...
Suo padre Bernardo
era un vecchio notabile democristiano siciliano della prima ora, con non pochi lati oscuri in verità, lui un precoce professore di diritto pubblico strappato ad una noiosissima vita di studi e convegni accademici dalla tragica fine del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia nell'80
quando era il potente presidente DC della regione autonoma siciliana, una orrenda vicenda che lo spinse a forza a entrare in politica con l'appoggio della sinistra democristiana (i vari De Mita, Mancino, Bodrato, Cirino Pomicino e compagnia bella...)
Bernardo Mattarella |
Piersanti Mattarella |
Sergio Mattarella e Ciriaco De Mita sui banchi del Parlamento, negli anni '80 |
Da lì in poi una onesta carriera da gregario, con quella punta di notorietà acquisita dopo aver personalmente predisposto il cosiddetto "Mattarellum", la legge elettorale finto maggioritaria e in realtà dall'anima solo proporzionale fatta proprio e solo al fine di salvare la pellaccia dei partiti traumatizzati dall'esito dei referendum di Mariotto Segni (chi se lo ricorda?)
Un Cursus Honorum senza guizzi particolari quindi, salvo uno, quello che tutti ora ricordano, soprattutto a sinistra, per darsi tra di loro un cinque: le sue dimissioni da Ministro (dell'Istruzione nel suo caso) nel '90 insieme con altri esponenti della sinistra DC, date in polemica col voto di fiducia sulla cosiddetta Legge Mammì sull'emittenza, quella che di fatto legalizzava e ordinava una volta per tutte (e per fortuna) il pluralismo televisivo in Italia letteralmente inventato da Silvio Berlusconi.
Una decisione assai meno idealista di quanto si pensi (il grande Davide Giacalone ne parla QUI), antistorica, se vogliamo un filo pauperistica e di sicuro poco democratica, bocciata peraltro nel referendum sulle televisioni di poco tempo dopo dalla maggioranza dell'elettorato italiano: il che fa capire quanto illuminata e "disinteressata" fosse stata quella scelta, le cui vere ragioni erano puramente di potere spicciolo, fuori e anche dentro la "Balena bianca", nel solco della grande rivalità tra il PSI di Craxi e la DC di De Mita, con Silvio Berlusconi sotto tiro in quanto amico ed elettore del primo, e quindi danneggiato anche nella vicenda del Lodo Mondadori (una vicenda in cui, non contenti di averlo già fregato allora, con l'ultima assurda sentenza l'hanno pure fatto apparire colpevole di non si capisce quale reato...)
(Per inciso, e qui riemerge l'anima milanista di questo blog, ormai in via di consapevole scomparsa, di questo scontro epocale fece le spese anche il grande Milan berlusconiano di Arrigo Sacchi, cui fu rubato il sacrosanto scudetto del '90 proprio per questi motivi).
Vabbè, cosa fatta capo ha, vi rimando al pezzo di Giacalone, che essendo all'epoca stretto collaboratore dello stesso Mammì ne sa, diciamo, abbastanza, e che dice le cose meglio del sottoscritto.
A questo punto non conta nulla che Mattarella fosse il Ministro della Difesa all'epoca dell'intervento armato NATO in Kosovo (quello della "difesa avanzata dello spazio aereo nazionale" proclamata dall'alleato di governo, l'ex rifondarolo Armando Cossutta, attuata con il bombardamento aereo sistematico di Belgrado, Novi Sad, e così via...), passato alla storia anche per la torbida storia dell'uranio impoverito che avrebbe fatto strage dei nostri (e non solo dei nostri) militari impegnati in quel teatro bellico (una vicenda su cui peraltro sarei molto cauto, non credo sia così facile attribuire responsabilità particolari sinceramente, ma fatto sta che questo è un dato di cronaca incontestabile).
Non conta nulla che Mattarella fosse il suggeritore occulto dell'idea di candidare a sindaco di Palermo Leoluca Orlando Cascio, quello che lanciava un giorno sì e l'altro pure accuse di insabbiamento a Giovanni Falcone e attaccò direttamente
l'ottimo maresciallo antimafia dei carabinieri Antonino Lombardo, portandolo al suicidio.
Non contano nulla le tante illazioni sul conto della sua famiglia e sui rapporti con Vito Ciancimino del povero fratello Piersanti.
Non conta nulla che Mattarella sia detentore anche lui di più pensioni (cosa di cui non ha particolari colpe, in verità, ma che viene sempre rimproverata all'odiato Giuliano Amato, sempre lui, nonostante quest'ultimo si sia autosospeso da tutte tranne quella di professore universitario).
Non conta nulla, infine, che Mattarella, questo rispettabilissimo ma scialbo caratterista della politica, un uomo dal viso perennemente austero che ha fatto della sobrietà una regola di vita, ma che all'estero non conosce proprio nessuno (non lo conoscono in Italia, figuriamoci fuori...), brava persona per carità, di solidi principi cattolici (almeno sembra), colto e moderato come può essere moderato un notabile democristiano della vecchia scuola, aduso a tutto vedere e tutto sentire, soprattutto a tutto farsi scorrere addosso, fosse ormai parcheggiato da tempo in quella Corte Costituzionale ormai di riffa o di raffa del tutto politicizzata, e che con la sentenza di poco tempo fa ha di fatto delegittimato, se non giuridicamente, certo politicamente quello stesso Parlamento che pure ha nominato come Presidente della Repubblica il medesimo Sergio Mattarella...
Una cosa evidentemente non bellissima a vedersi, e che in un paese normale porrebbe seri problemi quanto meno di opportunità, ma tant'è...
Avrei tanto desiderato che in un sussulto di dignità e di orgoglio il centrodestra unito potesse insistere sulla candidatura unitaria di Antonio Martino, nella speranza, chissà, che la compattezza di uno schieramento così unanime potesse fare breccia e magari convincere parte di quello avversario, alla vigilia del voto ancora fortemente diviso nelle sue varie anime.
Così non è accaduto, le ragioni personali di Berlusconi (che umanamente comprendo benissimo, intendiamoci, e che non possono certo non avere un riflesso sulle sue scelte politiche) hanno prevalso su quelle di appartenenza e identità politica.
Non mi azzardo a dire che lui e Renzi fossero d'accordo sin dall'inizio, ma certo entrambi sapevano che sul nome Mattarella la convergenza sarebbe stata automatica.
Ma se politicamente posso capire la scelta di Lega e Fratelli d'Italia di indicare il noto giornalista Vittorio Feltri come loro campione (una scelta che hanno portato sino in fondo), non posso perdonare a FI e a NCD (e agli altri di quell'area, più o meno variamente denominati) di aver svenduto la loro ma anche la nostra, la mia storia (e quella di Antonio Martino), assistendo senza colpo ferire alle (presunte) scelte altrui, limitandosi alla scheda bianca nei primi tre scrutini, quelli che a norma di Costituzione (3° comma dell'art. 83) prevedono una maggioranza dei due terzi dell'assemblea perché si arrivi all'elezione (una maggioranza pressoché irraggiungibile, anche con la legge elettorale maggioritaria in vigore).
Sarebbe stato un modo per certificare comunque l'esistenza di un'opposizione di centro destra responsabile e propositiva, unita su un nome credibile, affidabile, preparato, conosciuto e stimatissimo all'estero, e anche se solo un miracolo avrebbe potuto portare alla sua elezione a partire dal quarto scrutinio, quando sarebbe bastata la semplice maggioranza assoluta, ben diverso sarebbe stato l'impatto politico di una sconfitta del genere, rispetto allo schifo che hanno provato tutti quelli che, come me, confidavano in un centrodestra ben più combattivo, presente, non prono ai diktat altrui e soprattutto UNITO.
Ecco perché ho deciso che ormai più nulla, se non la stima personale, la riconoscenza per quello che ha fatto in passato per il paese, la solidarietà per l'indegna persecuzione giudiziaria di cui è stato ed è oggetto, mi lega al CAVALIERE.
Mi è stato fatto un torto troppo grande, a me, a quelli come me, ad Antonio Martino.
Ed io ormai non posso più violentare le mie convinzioni solo per andar dietro ai problemi personali di Silvio Berlusconi, mi dispiace.
Ora la mia speranza è solo una.
Che le indegne procedure di voto con cui si è proceduto a questa votazione siano veramente le ultime di questo tipo.
Non è stato un bello spettacolo vedere tutti quei trucchetti ad uso e consumo delle oligarchie partitiche che si sono visti in diretta televisiva, dai selfies fatti nella cabina elettorale dai grillini (una cosa che se la fa un comune elettore nel suo seggio viene anche inquisito) ai molteplici modi di indicare la stessa persona per far capire come hanno votato i singoli gruppi parlamentari o i singoli soggetti che votavano diversamente da quanto preannunciato dal gruppo di riferimento ("Sergio Mattarella", "Mattarella", "On. Sergio Mattarella", "Mattarella Sergio", "Mattarella On. Sergio", "Prof. Mattarella", che pena,...).
Una cosa vergognosa, che fa torto all'Istituzione Parlamentare ed alla stessa immagine dell'Italia, favorita dal fatto che la nostra Carta prevede all'art. 84, 1° comma tre soli requisiti per l'elezione del Presidente della Repubblica: la cittadinanza italiana, l'aver compiuto i cinquanta anni e l'essere pienamente in possesso dei propri diritti civili e politici.
Spero che la prossima volta si proceda all'elezione diretta da parte di tutto il corpo elettorale italiano (e non di 1009 "Grandi Elettori" sulla cui effettiva meritevolezza ci sarebbe molto da discutere) di un Presidente che sia anche capo dell'Esecutivo, e non un mero "tagliatore di nastri" come probabilmente è la volontà di Renzi nel far eleggere un presunto "Jack Bonhomme" come Mattarella (tutto da vedere poi che accada quello che chiede, non sarebbe la prima volta anzi, ed è un'incognita che il premier deve tenere ben presente: dietro a Mattarella ci sono quasi quarant'anni di ferrea militanza democristiana ...)
Se non fosse possibile, bisognerebbe almeno introdurre una modifica alle regole costituzionali, secondo la quale si dovrebbero rendere pubbliche in maniera chiara le candidature entro le quali scegliere la personalità giusta, magari attraverso una rosa di cinque nomi e stop, tutti presenti nella scheda con solo nome e cognome, possibilmente ognuna supportata da un certo programma, magari con ballottaggio finale dopo le prime tre votazioni tra i due candidati in precedenza più votati, se nel frattempo come assai probabile non si giunga alla elezione.
Sarebbe sempre una scelta oligarchica tra le varie parrocchie partitiche, ovvio, ma quanto meno sarebbe scelta trasparente, sulla base di curricula, personalità, programmi precisi, e non contrattata aumma aumma nel silenzio dei patti tra "gentiluomini" , nelle commissioni clandestine tra i singoli capataz, nelle arene televisive davanti a Bruno Vespa...
Qui non c'è lo Spirito Santo del Conclave, qui non deve essere eletto in totale libertà il Papa di Santa Romana Chiesa, qui ci sono dei banalissimi uomini di potere (o di sottopotere) che scelgono tra loro il NOSTRO Presidente, quello che dovrebbe rappresentarci TUTTI, di destra, di centro, di sinistra, e noi ci dobbiamo puramente e semplicemente attaccare al tram.
E' ora di finirla!!!
Nonostante tutto, On. Sergio Mattarella, mi sento di dirLe, dal più profondo del mio cuore: BENVENUTO E BUON LAVORO, SIGNOR PRESIDENTE!!!
Spero che Lei si dimostri comunque degno della Carica che da oggi è chiamato a ricoprire.
E che Dio ce la mandi buona, a Lei e a noi.
Al momento della Sua proclamazione a dir la verità il forte vento ha strappato il tricolore che garriva orgoglioso sul torrino del Quirinale, lasciando invece intatta la bandiera dell'UE.
Bello bello come segnale non è...
Un Cursus Honorum senza guizzi particolari quindi, salvo uno, quello che tutti ora ricordano, soprattutto a sinistra, per darsi tra di loro un cinque: le sue dimissioni da Ministro (dell'Istruzione nel suo caso) nel '90 insieme con altri esponenti della sinistra DC, date in polemica col voto di fiducia sulla cosiddetta Legge Mammì sull'emittenza, quella che di fatto legalizzava e ordinava una volta per tutte (e per fortuna) il pluralismo televisivo in Italia letteralmente inventato da Silvio Berlusconi.
Una decisione assai meno idealista di quanto si pensi (il grande Davide Giacalone ne parla QUI), antistorica, se vogliamo un filo pauperistica e di sicuro poco democratica, bocciata peraltro nel referendum sulle televisioni di poco tempo dopo dalla maggioranza dell'elettorato italiano: il che fa capire quanto illuminata e "disinteressata" fosse stata quella scelta, le cui vere ragioni erano puramente di potere spicciolo, fuori e anche dentro la "Balena bianca", nel solco della grande rivalità tra il PSI di Craxi e la DC di De Mita, con Silvio Berlusconi sotto tiro in quanto amico ed elettore del primo, e quindi danneggiato anche nella vicenda del Lodo Mondadori (una vicenda in cui, non contenti di averlo già fregato allora, con l'ultima assurda sentenza l'hanno pure fatto apparire colpevole di non si capisce quale reato...)
(Per inciso, e qui riemerge l'anima milanista di questo blog, ormai in via di consapevole scomparsa, di questo scontro epocale fece le spese anche il grande Milan berlusconiano di Arrigo Sacchi, cui fu rubato il sacrosanto scudetto del '90 proprio per questi motivi).
Vabbè, cosa fatta capo ha, vi rimando al pezzo di Giacalone, che essendo all'epoca stretto collaboratore dello stesso Mammì ne sa, diciamo, abbastanza, e che dice le cose meglio del sottoscritto.
A questo punto non conta nulla che Mattarella fosse il Ministro della Difesa all'epoca dell'intervento armato NATO in Kosovo (quello della "difesa avanzata dello spazio aereo nazionale" proclamata dall'alleato di governo, l'ex rifondarolo Armando Cossutta, attuata con il bombardamento aereo sistematico di Belgrado, Novi Sad, e così via...), passato alla storia anche per la torbida storia dell'uranio impoverito che avrebbe fatto strage dei nostri (e non solo dei nostri) militari impegnati in quel teatro bellico (una vicenda su cui peraltro sarei molto cauto, non credo sia così facile attribuire responsabilità particolari sinceramente, ma fatto sta che questo è un dato di cronaca incontestabile).
Non conta nulla che Mattarella fosse il suggeritore occulto dell'idea di candidare a sindaco di Palermo Leoluca Orlando Cascio, quello che lanciava un giorno sì e l'altro pure accuse di insabbiamento a Giovanni Falcone e attaccò direttamente
Il maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo |
Non contano nulla le tante illazioni sul conto della sua famiglia e sui rapporti con Vito Ciancimino del povero fratello Piersanti.
Non conta nulla che Mattarella sia detentore anche lui di più pensioni (cosa di cui non ha particolari colpe, in verità, ma che viene sempre rimproverata all'odiato Giuliano Amato, sempre lui, nonostante quest'ultimo si sia autosospeso da tutte tranne quella di professore universitario).
Non conta nulla, infine, che Mattarella, questo rispettabilissimo ma scialbo caratterista della politica, un uomo dal viso perennemente austero che ha fatto della sobrietà una regola di vita, ma che all'estero non conosce proprio nessuno (non lo conoscono in Italia, figuriamoci fuori...), brava persona per carità, di solidi principi cattolici (almeno sembra), colto e moderato come può essere moderato un notabile democristiano della vecchia scuola, aduso a tutto vedere e tutto sentire, soprattutto a tutto farsi scorrere addosso, fosse ormai parcheggiato da tempo in quella Corte Costituzionale ormai di riffa o di raffa del tutto politicizzata, e che con la sentenza di poco tempo fa ha di fatto delegittimato, se non giuridicamente, certo politicamente quello stesso Parlamento che pure ha nominato come Presidente della Repubblica il medesimo Sergio Mattarella...
Una cosa evidentemente non bellissima a vedersi, e che in un paese normale porrebbe seri problemi quanto meno di opportunità, ma tant'è...
Antonio Martino |
Così non è accaduto, le ragioni personali di Berlusconi (che umanamente comprendo benissimo, intendiamoci, e che non possono certo non avere un riflesso sulle sue scelte politiche) hanno prevalso su quelle di appartenenza e identità politica.
Non mi azzardo a dire che lui e Renzi fossero d'accordo sin dall'inizio, ma certo entrambi sapevano che sul nome Mattarella la convergenza sarebbe stata automatica.
Ma se politicamente posso capire la scelta di Lega e Fratelli d'Italia di indicare il noto giornalista Vittorio Feltri come loro campione (una scelta che hanno portato sino in fondo), non posso perdonare a FI e a NCD (e agli altri di quell'area, più o meno variamente denominati) di aver svenduto la loro ma anche la nostra, la mia storia (e quella di Antonio Martino), assistendo senza colpo ferire alle (presunte) scelte altrui, limitandosi alla scheda bianca nei primi tre scrutini, quelli che a norma di Costituzione (3° comma dell'art. 83) prevedono una maggioranza dei due terzi dell'assemblea perché si arrivi all'elezione (una maggioranza pressoché irraggiungibile, anche con la legge elettorale maggioritaria in vigore).
Sarebbe stato un modo per certificare comunque l'esistenza di un'opposizione di centro destra responsabile e propositiva, unita su un nome credibile, affidabile, preparato, conosciuto e stimatissimo all'estero, e anche se solo un miracolo avrebbe potuto portare alla sua elezione a partire dal quarto scrutinio, quando sarebbe bastata la semplice maggioranza assoluta, ben diverso sarebbe stato l'impatto politico di una sconfitta del genere, rispetto allo schifo che hanno provato tutti quelli che, come me, confidavano in un centrodestra ben più combattivo, presente, non prono ai diktat altrui e soprattutto UNITO.
Ecco perché ho deciso che ormai più nulla, se non la stima personale, la riconoscenza per quello che ha fatto in passato per il paese, la solidarietà per l'indegna persecuzione giudiziaria di cui è stato ed è oggetto, mi lega al CAVALIERE.
Mi è stato fatto un torto troppo grande, a me, a quelli come me, ad Antonio Martino.
Ed io ormai non posso più violentare le mie convinzioni solo per andar dietro ai problemi personali di Silvio Berlusconi, mi dispiace.
Il voto di Anna Finocchiaro, che al di là di Giuliano Amato condivideva con il presidente neoeletto i favori dello stesso Silvio Berlusconi |
Ora la mia speranza è solo una.
Che le indegne procedure di voto con cui si è proceduto a questa votazione siano veramente le ultime di questo tipo.
Non è stato un bello spettacolo vedere tutti quei trucchetti ad uso e consumo delle oligarchie partitiche che si sono visti in diretta televisiva, dai selfies fatti nella cabina elettorale dai grillini (una cosa che se la fa un comune elettore nel suo seggio viene anche inquisito) ai molteplici modi di indicare la stessa persona per far capire come hanno votato i singoli gruppi parlamentari o i singoli soggetti che votavano diversamente da quanto preannunciato dal gruppo di riferimento ("Sergio Mattarella", "Mattarella", "On. Sergio Mattarella", "Mattarella Sergio", "Mattarella On. Sergio", "Prof. Mattarella", che pena,...).
Una cosa vergognosa, che fa torto all'Istituzione Parlamentare ed alla stessa immagine dell'Italia, favorita dal fatto che la nostra Carta prevede all'art. 84, 1° comma tre soli requisiti per l'elezione del Presidente della Repubblica: la cittadinanza italiana, l'aver compiuto i cinquanta anni e l'essere pienamente in possesso dei propri diritti civili e politici.
Spero che la prossima volta si proceda all'elezione diretta da parte di tutto il corpo elettorale italiano (e non di 1009 "Grandi Elettori" sulla cui effettiva meritevolezza ci sarebbe molto da discutere) di un Presidente che sia anche capo dell'Esecutivo, e non un mero "tagliatore di nastri" come probabilmente è la volontà di Renzi nel far eleggere un presunto "Jack Bonhomme" come Mattarella (tutto da vedere poi che accada quello che chiede, non sarebbe la prima volta anzi, ed è un'incognita che il premier deve tenere ben presente: dietro a Mattarella ci sono quasi quarant'anni di ferrea militanza democristiana ...)
Se non fosse possibile, bisognerebbe almeno introdurre una modifica alle regole costituzionali, secondo la quale si dovrebbero rendere pubbliche in maniera chiara le candidature entro le quali scegliere la personalità giusta, magari attraverso una rosa di cinque nomi e stop, tutti presenti nella scheda con solo nome e cognome, possibilmente ognuna supportata da un certo programma, magari con ballottaggio finale dopo le prime tre votazioni tra i due candidati in precedenza più votati, se nel frattempo come assai probabile non si giunga alla elezione.
Sarebbe sempre una scelta oligarchica tra le varie parrocchie partitiche, ovvio, ma quanto meno sarebbe scelta trasparente, sulla base di curricula, personalità, programmi precisi, e non contrattata aumma aumma nel silenzio dei patti tra "gentiluomini" , nelle commissioni clandestine tra i singoli capataz, nelle arene televisive davanti a Bruno Vespa...
Qui non c'è lo Spirito Santo del Conclave, qui non deve essere eletto in totale libertà il Papa di Santa Romana Chiesa, qui ci sono dei banalissimi uomini di potere (o di sottopotere) che scelgono tra loro il NOSTRO Presidente, quello che dovrebbe rappresentarci TUTTI, di destra, di centro, di sinistra, e noi ci dobbiamo puramente e semplicemente attaccare al tram.
E' ora di finirla!!!
Che vergogna...E se ne vanta pure... |
Nonostante tutto, On. Sergio Mattarella, mi sento di dirLe, dal più profondo del mio cuore: BENVENUTO E BUON LAVORO, SIGNOR PRESIDENTE!!!
Spero che Lei si dimostri comunque degno della Carica che da oggi è chiamato a ricoprire.
E che Dio ce la mandi buona, a Lei e a noi.
Al momento della Sua proclamazione a dir la verità il forte vento ha strappato il tricolore che garriva orgoglioso sul torrino del Quirinale, lasciando invece intatta la bandiera dell'UE.
Bello bello come segnale non è...
P.S. Il primo atto veramente POLITICO del neoeletto Presidente della Repubblica, a parte la rituale visita alle Fosse Ardeatine, è stato il formale invito di Silvio Berlusconi alla Cerimonia del suo Giuramento al Quirinale, con il Cavaliere che nel frattempo ha avuto (e giustamente) lo sconto di pena di 45 giorni per l'impeccabile comportamento tenuto durante l'affidamento ai servizi sociali, nonostante il parere contrario dato dalla Procura di Milano: dall'8 marzo prossimo venturo l'ex premier (qui l'ex è giusto) avrà piena libertà di movimento in tutta Italia, nell'attesa che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo deliberi sull'inammissibilità della Legge Severino al suo caso, ridandogli anche la piena agibilità politica.
Ci sarà da ridere, nei prossimi mesi...
Carissimo, condivido, ma la politica , lo affermava Formica, è " sangue e merda". Non solo ideali. Anzi, se devo essere sincero, proprio l'idealismo ci ha ridotti schiavi del concretismo comunista. Traduco: d'accordo che Berlusconi sia ormai in fase discendente, ma se non era per Lui con chi noi liberali avremmo potuto sentir invocare e promettere più libertà e meno stato? Lo fuciliamo oppure ci si accontenta, obtorto collo, per quel poco che è riuscito a strappare allo strapotere dei partiti coalizzati in poteri forti e dominanti? Il dilemma mi sconquassa. Scendo dal "charcquattier" per pane di Gragnano e mortadella. Saluti
RispondiEliminaIo non credo, come dice qualcuno dei miei amici che seguono questo blog, che Silvio Berlusconi SIA finito.
RispondiEliminaCredo però che ABBIA finito.
Il suo compito è preparare il terreno ad una successione morbida, possibilmente, ma affidabile, duratura e fruttifera al centro destra.
Lo dovrà capire, prima o poi.