Domenica si terrà un evento politico che tutto fa pensare possa essere epocale (anche se nelle ultime ore stanno cercando in tutti i modi di depotenziarlo): il referendum organizzato in fretta e furia da quel fanfarone levantino di Alexis Tsipras per chiamare a raccolta l'intero popolo greco sulla sua volontà di cedere o meno alle imposizioni della cosiddetta trojka europea (v. QUI).
Mi è stato chiesto: tu cosa voteresti?
OXI (cioè NO) o NAI (cioè SI')?
La verità?
Non lo so, non lo so cosa voterei.
Voglio dire...
Non c'è nessuno più lontano da me politicamente, ideologicamente, caratterialmente, del duo Tsipras-Varoufakis o come cavolo si chiama: il gatto e la volpe si sono fatti eleggere in massa con il loro movimento Syriza da un popolo sfiduciato e stremato da anni di crisi (su cui ha inciso pesantissimamente anche l'inconcepibile scelta dell'Olimpiade ateniese del 2000, ricordiamolo, troppo al di sopra delle esigue forze della piccola Grecia), con la promessa di ottenere dall'Europa con un colpo di bacchetta magica la remissione di tutti i loro peccati economici, dovuti ad anni di scelte irresponsabili e dispendiosissime, con un'arrischiata politica muscolare di muro contro muro che però alla fine fidava molto nell'effetto paura indotta dall'ignoto per far sì che tutto potesse risolversi come al solito a tarallucci e vino...
La Grecia è naturaliter parte dell'Europa, certo, da oltre 3000 anni si studiano la cultura greca, la filosofia greca, l'estetica greca, i monumenti greci, la storia: tutto trasuda Europa dalle parti del Partenone e d'altronde il nome stesso Europa è greco, tratto dalla sua sterminata mitologia...
Ecco, loro fidavano in questo, nella Storia, nel Mito, nella Cultura, nel loro essere porta di raccordo tra Est e Ovest dell'Europa (e che paura quell'avvicinamento alla Russia dell'altro puzzone Putin...), contavano anche e soprattutto sul fatto che molti partners europei sono insoddisfatti e minacciano a loro volta dei passi indietro, ed erano pertanto convinti che dopo tanto abbaiare alla fine l'U.E. si spaventasse del pur minuscolo botolo greco, temendo defezioni assai più gravi da parte di ben altre "bestie" nazionali, e deflettesse dai suoi propositi rigoristici, acconsentendo alle irreali proposte del duo Bibì-Bibò, attente solo alla spesa e all'aumento delle tasse e mai al rigore dei conti, ai risparmi e alle riforme vere...
Ebbene, stavolta però l'U.E. non c'è stata ed è venuta a vedere.
E il bluff ateniese si sta rivelando in tutta la sua evidenza...
La Grecia purtroppo ha un debito pubblico assolutamente insostenibile, ben superiore al suo pur marginale P.I.L. nazionale, ha pochissima liquidità in cassa tanto che le banche non danno persino più soldi ai correntisti, ha adottato nel corso di tanti anni una dissennata politica della spesa pubblica, in tema di pensioni e di posti di lavoro, incrementati oltre ogni umana razionalità, speso e spanso a più non posso in nome di un welfare assolutamente insostenibile per un paese di quella grandezza e di una così ridotta capacità manufatturiera.
Eppure tutto questo alla fine lo vorrebbe far pagare a noi.
L'Europa non poteva consentirlo, e proprio per questo ha preteso e pretende un sacco di riforme strutturali di sistema che i veterocomunisti Tsipras e Varoufakis non possono assolutamente garantire perché andrebbero contro il loro elettorato di riferimento.
Però...
Però è anche vero che lo shock indotto da questo referendum potrebbe rivelarsi anche benefico per l'U.E., per la sua governance, per il suo essere al momento solo un'entità monetaria e burocratica, un affamato moloch iperuranico che pretende di decidere sui destini nostri dall'alto di non si sa quali investiture elettorali, visto che il parlamento europeo è al momento solo un costosissimo e inefficiente contenitore di politici di secondo piano che in genere aspirano alla politica nazionale, più che a quella europea, tanto che tutto viene in pratica deciso al di fuori, da non più di due o tre persone, di cui almeno una è sempre tedesca e l'altra quasi sempre francese.
Ma decidere poi cosa, in fondo? Sul formaggio senza latte, sulla lunghezza dei cetrioli, e poi? E poi nulla, abbiamo un'Europa verme politico e nano militare, senza una politica estera e di difesa comune, ma soprattutto senza nemmeno la volontà di sforzarsi di arrivare a questo, che però pretende di invaderci con le sue decisioni centraliste insindacabili, in spregio spesso alla volontà dei singoli paesi che la compongono.
Tranne che non siano i soliti noti, però...
Ecco, non è questa quell'Europa dei popoli che era nei sogni dei suoi magici tre fondatori, Adenauer, De Gasperi, Schumann, soprattutto non è questa l'Europa che piace ormai alla stragrande maggioranza degli stessi Europei...
Quegli stessi Europei che sono poi i primi a vedere (e a sentire sulla propria pelle) quanto lontana dai loro interessi, quanto prona invece agli interessi di pochi paesi, anzi soprattutto di uno, la Germania (con la Francia che si illude di esserle quasi alla pari), quanto inefficiente, costosa, marginale sul piano internazionale, burocratizzata, pletorica, invasiva e soprattutto senza un vero e proprio idem sentire comune, sia QUESTA Europa.
Un'Europa che è dominata dalla Germania (si parla tra il serio ed il faceto addirittura di Quarto Reich), tanto che la proposta avanzata in extremis da Tsipras per evitare il referendum è stata bocciata non da una decisione comune, che forse sarebbe stata favorevole, ma direttamente dalla cancelliera Merkel, da sola, con una prosopopea ed una arroganza francamente insopportabili e che non sono umanamente accettabili, non quando si parla di "Casa condivisa" ed altre simili scempiaggini almeno...
Ma il punto è proprio questo e prescinde sia dal merito della proposta di Tsipras, sia dalle tante colpe della Grecia, sia persino dalla giustezza delle argomentazioni della cancelliera.
Il problema è che la prima cosa che si dovrebbe capire è: CHE COSA E' E/O CHE COSA VUOLE ESSERE L'EUROPA UNITA?
Perchè la verità è che siamo di fronte ad un clamoroso deficit spirituale che trova nella voluta esistenza di una moneta comune introdotta quasi in vitro e nella voluta mancanza di un'autorevole direzione politica EUROPEA, in contemporanea con la voluta cancellazione costituzionale delle radici greche, latine e religiose che sono la base vera, fondante, inclusiva dei popoli europei, le sue ragioni più profonde, quelle che hanno impedito il sedimentarsi di un vero e proprio sentimento europeo condiviso che facesse da collante alle indubbie differenze che ancora dividono tra loro i cittadini dell'U.E.
Non è quindi solo questione di F.M.I. o di B.C.E., della Merkel o di Juncker, di Schauble o di Draghi, di Hollande o di Renzi...La questione è veramente diversa e se vogliamo persino più grave e chiama in causa il nostro voler essere e sentirsi sinceramente Europei, con una leadership forte, istituzionalmente ben definita e non riconducibile ad una sola nazione o ad un solo soggetto, con poteri veri di guida, con una banca europea a forte direzione politica trasparente e chiara, capace di scelte forti di economia dettate però da una linea politica consapevole, frutto di una ben precisa volontà elettorale europea, sul piano economico, militare, politico, con tutto quello che ciò comporta in tema non solo di onori, ma di oneri e soprattutto di responsabilità.
Quella che prevede che ogni decisione abbia una faccia precisa che l'incarni e che questa stessa faccia debba essere sottoposta periodicamente ad un vaglio elettorale da parte del corpo elettorale europeo.
Ecco, forse lo spavento indotto da questo referendum potrebbe portare finalmente proprio a questo, ad una rivisitazione dei fondamenti tarati che sono alla base della precaria, precarissima costruzione europea attuale, inducendo alla riflessione i non pochi europeisti veri, seri, consapevoli e in buona fede finora costretti sempre a rimanere nei ranghi.
E devo dire che mi piacerebbe se questo strepitoso risultato fosse dovuto al piccolo e orgoglioso popolo greco, anche persino oltre e addirittura contro la volontà dei due pessimi populisti che hanno condotto la Grecia al disastro finale.
Ma alla fine della fiera, quindi, cosa votare?
Mah, razionalmente il cervello mi direbbe di votare NAI, anche perché il pifferaio magico e il suo amico che con la sua aria da figo mediterraneo sembra tanto piacere alle donne hanno annuciato che in tal caso si dimetterebbero, e la cosa non può che farmi piacere.
Ma penso che il cuore e la coscienza, oltre che l'orgoglio nazionale, mi spingerebbero forse a votare OXI, ben consapevole che nessuna delle due soluzioni è la panacea di ogni male e che l'errore è stato consentire che una situazione ben altrimenti gestibile inizialmente sia potuta giungere a questo punto, per la miopia interessata di pochi e l'incoscienza servile di tanti altri.
Compresi tanti maestri di pensiero che vanno per la maggiore e che ancora oggi si permettono di dare lezioni, dall'alto della loro algida pochezza.
Sarà comunque una scelta che, da qualunque parte la si guardi, porterà a tanti morti e feriti, forse neppure in senso solo figurato.
Incrociamo le dita e preghiamo che tutto vada per il meglio.
I sondaggi danno un equilibrio molto instabile tra le due risposte.
Dai Destini dell'Ellade, come tante altre volte nella Storia, dipendono forse quelli dei nostri prossimi anni.
Kalì Tychi, Ellàda.
Buona Fortuna, Grecia.
Per sapere di più:Guardate come tubano, i due piccioncini: a sinistra Alexis Tsipras, a destra Yanis Varoufakis |
Voglio dire...
Non c'è nessuno più lontano da me politicamente, ideologicamente, caratterialmente, del duo Tsipras-Varoufakis o come cavolo si chiama: il gatto e la volpe si sono fatti eleggere in massa con il loro movimento Syriza da un popolo sfiduciato e stremato da anni di crisi (su cui ha inciso pesantissimamente anche l'inconcepibile scelta dell'Olimpiade ateniese del 2000, ricordiamolo, troppo al di sopra delle esigue forze della piccola Grecia), con la promessa di ottenere dall'Europa con un colpo di bacchetta magica la remissione di tutti i loro peccati economici, dovuti ad anni di scelte irresponsabili e dispendiosissime, con un'arrischiata politica muscolare di muro contro muro che però alla fine fidava molto nell'effetto paura indotta dall'ignoto per far sì che tutto potesse risolversi come al solito a tarallucci e vino...
La Grecia è naturaliter parte dell'Europa, certo, da oltre 3000 anni si studiano la cultura greca, la filosofia greca, l'estetica greca, i monumenti greci, la storia: tutto trasuda Europa dalle parti del Partenone e d'altronde il nome stesso Europa è greco, tratto dalla sua sterminata mitologia...
Ecco, loro fidavano in questo, nella Storia, nel Mito, nella Cultura, nel loro essere porta di raccordo tra Est e Ovest dell'Europa (e che paura quell'avvicinamento alla Russia dell'altro puzzone Putin...), contavano anche e soprattutto sul fatto che molti partners europei sono insoddisfatti e minacciano a loro volta dei passi indietro, ed erano pertanto convinti che dopo tanto abbaiare alla fine l'U.E. si spaventasse del pur minuscolo botolo greco, temendo defezioni assai più gravi da parte di ben altre "bestie" nazionali, e deflettesse dai suoi propositi rigoristici, acconsentendo alle irreali proposte del duo Bibì-Bibò, attente solo alla spesa e all'aumento delle tasse e mai al rigore dei conti, ai risparmi e alle riforme vere...
Ebbene, stavolta però l'U.E. non c'è stata ed è venuta a vedere.
E il bluff ateniese si sta rivelando in tutta la sua evidenza...
Una immagine che farà Storia: quella del pensionato che piange, accasciato a terra, dopo che il bancomat gli ha rifiutato i soldi |
La Grecia purtroppo ha un debito pubblico assolutamente insostenibile, ben superiore al suo pur marginale P.I.L. nazionale, ha pochissima liquidità in cassa tanto che le banche non danno persino più soldi ai correntisti, ha adottato nel corso di tanti anni una dissennata politica della spesa pubblica, in tema di pensioni e di posti di lavoro, incrementati oltre ogni umana razionalità, speso e spanso a più non posso in nome di un welfare assolutamente insostenibile per un paese di quella grandezza e di una così ridotta capacità manufatturiera.
Eppure tutto questo alla fine lo vorrebbe far pagare a noi.
L'Europa non poteva consentirlo, e proprio per questo ha preteso e pretende un sacco di riforme strutturali di sistema che i veterocomunisti Tsipras e Varoufakis non possono assolutamente garantire perché andrebbero contro il loro elettorato di riferimento.
Però...
Però è anche vero che lo shock indotto da questo referendum potrebbe rivelarsi anche benefico per l'U.E., per la sua governance, per il suo essere al momento solo un'entità monetaria e burocratica, un affamato moloch iperuranico che pretende di decidere sui destini nostri dall'alto di non si sa quali investiture elettorali, visto che il parlamento europeo è al momento solo un costosissimo e inefficiente contenitore di politici di secondo piano che in genere aspirano alla politica nazionale, più che a quella europea, tanto che tutto viene in pratica deciso al di fuori, da non più di due o tre persone, di cui almeno una è sempre tedesca e l'altra quasi sempre francese.
Ma decidere poi cosa, in fondo? Sul formaggio senza latte, sulla lunghezza dei cetrioli, e poi? E poi nulla, abbiamo un'Europa verme politico e nano militare, senza una politica estera e di difesa comune, ma soprattutto senza nemmeno la volontà di sforzarsi di arrivare a questo, che però pretende di invaderci con le sue decisioni centraliste insindacabili, in spregio spesso alla volontà dei singoli paesi che la compongono.
Tranne che non siano i soliti noti, però...
Ecco, non è questa quell'Europa dei popoli che era nei sogni dei suoi magici tre fondatori, Adenauer, De Gasperi, Schumann, soprattutto non è questa l'Europa che piace ormai alla stragrande maggioranza degli stessi Europei...
Quegli stessi Europei che sono poi i primi a vedere (e a sentire sulla propria pelle) quanto lontana dai loro interessi, quanto prona invece agli interessi di pochi paesi, anzi soprattutto di uno, la Germania (con la Francia che si illude di esserle quasi alla pari), quanto inefficiente, costosa, marginale sul piano internazionale, burocratizzata, pletorica, invasiva e soprattutto senza un vero e proprio idem sentire comune, sia QUESTA Europa.
Un'Europa che è dominata dalla Germania (si parla tra il serio ed il faceto addirittura di Quarto Reich), tanto che la proposta avanzata in extremis da Tsipras per evitare il referendum è stata bocciata non da una decisione comune, che forse sarebbe stata favorevole, ma direttamente dalla cancelliera Merkel, da sola, con una prosopopea ed una arroganza francamente insopportabili e che non sono umanamente accettabili, non quando si parla di "Casa condivisa" ed altre simili scempiaggini almeno...
Ma il punto è proprio questo e prescinde sia dal merito della proposta di Tsipras, sia dalle tante colpe della Grecia, sia persino dalla giustezza delle argomentazioni della cancelliera.
Il problema è che la prima cosa che si dovrebbe capire è: CHE COSA E' E/O CHE COSA VUOLE ESSERE L'EUROPA UNITA?
Perchè la verità è che siamo di fronte ad un clamoroso deficit spirituale che trova nella voluta esistenza di una moneta comune introdotta quasi in vitro e nella voluta mancanza di un'autorevole direzione politica EUROPEA, in contemporanea con la voluta cancellazione costituzionale delle radici greche, latine e religiose che sono la base vera, fondante, inclusiva dei popoli europei, le sue ragioni più profonde, quelle che hanno impedito il sedimentarsi di un vero e proprio sentimento europeo condiviso che facesse da collante alle indubbie differenze che ancora dividono tra loro i cittadini dell'U.E.
Non è quindi solo questione di F.M.I. o di B.C.E., della Merkel o di Juncker, di Schauble o di Draghi, di Hollande o di Renzi...La questione è veramente diversa e se vogliamo persino più grave e chiama in causa il nostro voler essere e sentirsi sinceramente Europei, con una leadership forte, istituzionalmente ben definita e non riconducibile ad una sola nazione o ad un solo soggetto, con poteri veri di guida, con una banca europea a forte direzione politica trasparente e chiara, capace di scelte forti di economia dettate però da una linea politica consapevole, frutto di una ben precisa volontà elettorale europea, sul piano economico, militare, politico, con tutto quello che ciò comporta in tema non solo di onori, ma di oneri e soprattutto di responsabilità.
Quella che prevede che ogni decisione abbia una faccia precisa che l'incarni e che questa stessa faccia debba essere sottoposta periodicamente ad un vaglio elettorale da parte del corpo elettorale europeo.
Ecco, forse lo spavento indotto da questo referendum potrebbe portare finalmente proprio a questo, ad una rivisitazione dei fondamenti tarati che sono alla base della precaria, precarissima costruzione europea attuale, inducendo alla riflessione i non pochi europeisti veri, seri, consapevoli e in buona fede finora costretti sempre a rimanere nei ranghi.
E devo dire che mi piacerebbe se questo strepitoso risultato fosse dovuto al piccolo e orgoglioso popolo greco, anche persino oltre e addirittura contro la volontà dei due pessimi populisti che hanno condotto la Grecia al disastro finale.
Ma alla fine della fiera, quindi, cosa votare?
Mah, razionalmente il cervello mi direbbe di votare NAI, anche perché il pifferaio magico e il suo amico che con la sua aria da figo mediterraneo sembra tanto piacere alle donne hanno annuciato che in tal caso si dimetterebbero, e la cosa non può che farmi piacere.
Ma penso che il cuore e la coscienza, oltre che l'orgoglio nazionale, mi spingerebbero forse a votare OXI, ben consapevole che nessuna delle due soluzioni è la panacea di ogni male e che l'errore è stato consentire che una situazione ben altrimenti gestibile inizialmente sia potuta giungere a questo punto, per la miopia interessata di pochi e l'incoscienza servile di tanti altri.
Compresi tanti maestri di pensiero che vanno per la maggiore e che ancora oggi si permettono di dare lezioni, dall'alto della loro algida pochezza.
Sarà comunque una scelta che, da qualunque parte la si guardi, porterà a tanti morti e feriti, forse neppure in senso solo figurato.
Incrociamo le dita e preghiamo che tutto vada per il meglio.
I sondaggi danno un equilibrio molto instabile tra le due risposte.
Dai Destini dell'Ellade, come tante altre volte nella Storia, dipendono forse quelli dei nostri prossimi anni.
Kalì Tychi, Ellàda.
Buona Fortuna, Grecia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/03/crisi-grecia-juncker-se-vince-no-atene-piu-debole-tsipras-al-voto-tranquilli-banche-1-miliardo-cassa/1838538/
http://www.repubblica.it/economia/2015/06/30/news/se_vince_il_si_-117973875/
http://www.corriere.it/economia/15_luglio_02/referendum-grecia-nuovi-sondaggi-si-avanti-il-433percento-no-393percento-3e82062e-207c-11e5-b510-55e71b40db58.shtml
http://www.corriere.it/economia/15_luglio_03/grecia-sondaggi-crescita-si-tspiras-accordo-si-fara-entro-48-bd5f3946-2165-11e5-be97-5cd583b309bb.shtml
http://www.lastampa.it/2015/07/02/economia/varoufakis-dimissioni-del-governo-se-vincono-i-s-e-moodys-taglia-di-nuovo-il-rating-della-grecia-SIM2V2xodG14wHNT4iO6BI/pagina.html
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Grecia-Varoufakis-Se-vince-il-si-al-referendum-mi-dimetto-a48b2f72-cd48-42d4-adfd-3bbf6d6e1050.html
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