Domani sera esce in Inghilterra "One night in Istanbul", un film sulla finale di Champions League 2004/2005, quella che ogni milanista ha ben stampata nella sua mente e nel suo cuore, quella in cui il più bel Milan della Storia scoprì che anche gli Dei, a volte, si arrabbiano quando gli umani osano raggiungere le vette del Paradiso, e vollero premiare i volonterosi Reds del Liverpool.
Come ogni buon rossonero che si rispetti farò sempre fatica a guardarne gli hi-lights, eppure quella maledetta finale persa vale ben più di di alcune finali che abbiamo vinto.
E' paradossale dirlo, è una cosa che nessun juventino o nessun interista potrà capire mai, ma dà più lustro alla nostra Storia quella magnifica battaglia sfortunata che la successiva rivincita di Atene.
In Grecia il Destino volle restituirci, a noi che non eravamo assolutamente forti come a Istanbul, a noi che eravamo reduci bastonati da calciopoli, a noi che eravamo stati costretti a partire dal preliminare agostano a causa di quella palese ingiustizia, a noi che avevamo davanti almeno tre o quattro squadre sicuramente più forti, il debito che aveva maturato nei nostri confronti dopo Istanbul, forse persino dal giorno dello 0-4 di La Coruna.
Atene in fin dei conti è e rimarrà una delle tante nostre vittorie euromondiali, presa a sé stante non aggiunge nulla al nostro curriculum, solo un po' di prestigio in più in fondo, e abbiamo anche il blasone per poterci permettere di ammettere senza problemi, dall'alto delle tante coppe presenti nel nostro palmares, che è anche stata una delle più brutte, ma...
Ma noi abbiamo avuto Istanbul.
E senza Istanbul non ci sarebbe stata Atene.
Ecco perché non ci vergogniamo affatto di quella vittoria un po' "sgraffignata".
Il Milan se l'è meritata, la Champions League del 2007, perché aveva comunque troppo divertito gli Dei, in quella sera turca di due anni prima, perché gli Dei non se ne ricordassero al momento giusto, nel momento più brutto dell'Era Berlusconi.
Gli altri ci prendono ancora in giro, per Istanbul.
Ma noi dobbiamo andarne orgogliosi.
Non bastano sei minuti di oblio a cancellare centoquattordici minuti di pura poesia calcistica.
Solo il Milan può, anzi DEVE, essere così orgoglioso, e andare in giro col petto in fuori, anche di una delle sue sconfitte più brucianti.
Perché noi non siamo come GLI ALTRI.
P.S. Sono nazionalista, lo sapete, ma detto tra noi...Quanto ci è mancato il campionato, eh...? Meno male che domenica si riparte vah...Interrompere il campionato dopo tanta attesa già alla prima giornata è come fermarsi al momento clou con la tua ragazza dopo essere finalmente riuscito a portarla a casa per la prima volta perché la mamma ti ha voluto portare la parmigiana...:-)
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