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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

martedì 5 agosto 2014

Caro amico, veniamo noi con questa nostra a dirvi...



Ai primi di agosto 2011, nel plauso irresponsabile di quegli Italiani che preferiscono gioire per le difficoltà del nemico interno piuttosto che incazzarsi per le intromissioni straniere nei nostri interessi sovrani, la B.C.E. mandò all'indirizzo del Governo legittimamente eletto di Silvio Berlusconi una lettera ufficiale-ultimatum con la quale imponeva al nostro paese di adeguarsi senza tante storie alle condizioni capestro imposteci dall'U.E., pena la messa al bando dell'Italia dal consesso europeo e, quel che è peggio, l'inflizione a suo danno di pesantissime sanzioni di varia tipologia.
Ricordiamo molto bene quei momenti concitati.
Il governo Berlusconi era sottoposto ad una pressione internazionale fortissima, quasi insopportabile.
L'artificiale e pretestuoso giochetto dello spread, amplificato da una campagna massmediatica catastrofista e irresponsabile orchestrata da chi sappiamo noi, stava ormai mettendo in ginocchio l'Italia sul piano economico e finanziario.
La clamorosa vicenda del bunga bunga, quanto vergognosamente anti italiana lo si è visto in pieno pochi giorni fa, aveva azzerato l'immagine personale, il prestigio e di conseguenza anche la credibilità internazionale del premier.
L'insensata guerra di Libia pervicacemente voluta dal presuntuoso francese finito giustamente al gabbio, con l'intento di sostituire la TOTAL all'E.N.I. e di far dimenticare ai connazionali i sostanziosi contributi ricevuti da Gheddafi per la sua campagna presidenziale (si sospetta da più parti che quest'ultimo sia stato fatto fuori proprio per non fargli dire cose compromettenti al riguardo), 





aveva visto l'Italia partecipare di malagrazia, dopo aver inutilmente cercato di impedire il conflitto, per motivi certo di personale vicinanza tra Berlusconi e Gheddafi ma soprattutto per difendere i nostri interessi geostrategici in loco, le nostre raffinerie, gli accordi che avevamo preso col dittatore libico e che funzionavano benissimo per impedire la folle e indiscriminata corsa dei barconi carichi di profughi e presunti tali sulle nostre coste meridionali: solo l'obbligo impostoci dalla nostra appartenenza alla N.A.T.O. ci aveva infine costretti a intervenire (senza di noi cominciavano persino a mancare le munizioni con Gheddafi ancora saldamente in sella).
I risultati li vediamo proprio oggi, con la Libia praticamente spaccata in varie parti che si fanno la guerra tra di loro e con una di esse autoproclamatasi proprio in questi giorni Califfato islamico autonomo (un altro...)
Perché Berlusconi era un beota e un criminale ad intrattenere buoni rapporti con Gheddafi (e con Putin), vero???





Com'é, come non é, ormai è acclarato come in quell'anno, anno e mezzo vi fosse l'intenzione da parte di varie entità italiane e straniere di abbattere il babau Berlusconi per sostituirlo con personaggi più malleabili, proni alle direttive europee, meno autonomi nelle loro decisioni di politica estera, energetica, infrastrutturale, meno orgogliosi della loro diversità individuale rispetto all'Italietta di una volta, sempre succube e a rimorchio dell'asse franco-germanico, quell'Italietta che invece da parte di questi circoli economico-finanziari faceva comodo riesumare, perché un paese di quella grandezza e di quella capacità manifatturiera conviene tenerlo a bada come semplice lacchè, non averlo come effettivo e pericoloso competitore più o meno globale, ruolo nel quale potrebbe persino aspirare a ruoli di guida che invece ora sono di altri...





Gravissimamente azzoppato da una campagna contraria politica, economica e mediatica senza precedenti, non certo senza gravi colpe e considerevoli errori compiuti dallo stesso Berlusconi, il premier venne così costretto a cedere, a predisporre sin da quello stesso agosto una serie di sanguinosissimi provvedimenti per venire incontro ai desiderata della B.C.E., poi votati a tambur battente in parlamento, il che però non gli impedì nel novembre successivo, nonostante fosse tuttora titolare della maggioranza dei voti in aula, di dover alzare bandiera bianca ed essere pertanto costretto a dimettersi, per lasciare la campanella di presidente del consiglio a Mario Monti, ben introdotto negli ambienti internazionali giusti, ben disposto a proporsi come novello Quisling al servizio dell'Europa di Berlino, e proprietario da qualche giorno di un opportuno seggio a vita da Senatore gentilmente concessogli solo pochi giorni prima da Sua Maestà Giorgio I, autentico burattinaio dell'operazione come anche da questo modesto pulpito di periferia abbiamo cercato di far comprendere in diverse occasioni.





Da allora si sono succeduti al governo Monti, appunto, Letta e ora Renzi, eppure cosa abbiamo ottenuto?
Una beata minchia, scusate il francesismo...
Rispetto a quella maledetta lettera dell'agosto 2011 i fondamentali della nostra economia sono letteralmente sprofondati.
Il PIL allora era sia pur di poco positivo, mentre ora è a malapena allo zero quando va bene, spesso molto sotto.
Il debito pubblico rispetto al PIL è passato dal 120,7% al 135,2%, con la quasi certezza di salire al 140% a fine anno.
La disoccupazione, e stiamo parlando solo di quella ufficiale,  è peggiorata in nemmeno tre anni di ben quattro punti, dall'8,8% al 12,8%, e quella giovanile è tracimata dal 30,5% al 43%!!!
Eravamo al 42,5% di pressione fiscale media, ora siamo a quasi al 45%, ma al 53% effettivo se teniamo presente la reale platea dei contribuenti VERI.



























I conti pubblici poi sono ormai una sciagura, sono in caduta libera incontrollata e probabilmente richiederanno a settembre una nuova manovra correttiva monstre da almeno 30 miliardi di euro (il ministro Padoan già sta cominciando a preparare il terreno, mentre Mr. Spending Review Cottarelli si è visto gratificato di un clamoroso calcio in culo), e contemporaneamente il governo Renzi è atteso da una serie di provvedimenti necessitati da far tremare i polsi, tutti imposti dall'Europa, conseguenti a quegli impegni cui fu costretto Berlusconi allora, allora accolti da un sacco di Italiani come manna dal Cielo perché mettevano in difficoltà il Cavaliere ma dal momento della defenestrazione del Cavaliere sempre puntualmente rinviati.
Tutto questo capiterà nello stesso identico momento in cui giungeranno a scadenza tutte quelle cambiali elettorali cui il Giovin Signore fiorentino ha tanto allegramente legato la propria sopravvivenza politica.
Con un solo piccolo, piccolissimo dettaglio.
CHE ORMAI NON C'E' PIU' TRIPPA PER GATTI!!!





I poveri censiti ufficialmente sono passati da 8173000 a ben oltre 10000000, cifra in cui però non rientrano giocoforza tutti quelli, e sono tanti, che per vergogna, orgoglio, scarso senso della realtà, o magari perché per fortuna hanno una famiglia che è ancora in grado di provvedere a loro, non si rivolgono agli assistenti sociali, non chiedono sussidi, non se la sentono di andare alle mense della CARITAS, e spesso finiscono, dopo essersi trovate le lettere di EQUITALIA nella buca della posta, dopo essersi vista staccare la corrente, l'acqua, il gas, dopo essersi indebitati coi cravattari (o con le banche, chè tanto a certi livelli sono la stessa cosa), col morire d'inedia, col suicidarsi, o con l'andare a rubare i generi alimentari di prima necessità al supermercato all'angolo, se non addirittura a ravanare nel rusco in cerca di cibo. 





Rapporti allarmati dei servizi citati da Enrico Mentana nel suo Tg La7 del 21 luglio scorso parlano della possibilità entro sei mesi di una situazione di caos generalizzato in Italia: i forconi ne sono stati solo un primo, timido esempio, ma soprattutto ora che la bomba clandestini sta per esplodere, ora che tra le fasce più povere e deboli della popolazione si cominciano a notare in misura purtroppo stabile sempre più cittadini italiani autoctoni, e tra questi molti provenienti dall'ex ceto medio, in diretta concorrenza esistenziale coi poveri che irresponsabilmente abbiamo importato e stiamo importando sempre più da fuori, la situazione potrebbe veramente sfuggire di mano.




Ho cominciato questo post con un'immagine famosa, tratta da una celebre scena cinematografica, di un film comico, con due grandissimi attori italiani: Peppino De Filippo e il sommo Antonio De Curtis, in arte Totò.
Ma più scrivo più temo che ora non ci sia più nulla da ridere e dubito fortemente che, così andando avanti le cose, possa esserci anche un lieto fine.
Rispetto a quella malefica estate del 2011, ora tutte le leve del potere ce le hanno gli altri, quelli che allora esultarono.
Il GRANDE ALIBI non c'è più, ora.
E' stato estromesso MANU MILITARI da quelli che di riffa o di raffa ora comandano.













Eppure ora quella lettera ce la meriteremmo assai più ora di allora.
Ma non si può cavare il sangue dalle rape.
La gente è allo stremo.
Se continua così comincio a pensare che possano esserci solo due sbocchi possibili.
Il default.
O l'avvento della dittatura.

Ridete ridete, minchioni!

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