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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 18 giugno 2014

Noi sì


Negli ultimi cinque giorni sono accaduti due fatti di cronaca nera che hanno fatto veramente scalpore. 
Cominciamo dal primo.
La terribile vicenda di Motta Visconti, con quel marito e papà che, invaghitosi di una collega che nemmeno lo corrispondeva, ha fatto all'amore con la moglie (pare addirittura per precostituirsi un alibi, una cosa veramente allucinante) per poi ammazzarla a coltellate e successivamente uccidere con analoga se non addirittura superiore crudeltà la figlioletta di cinque anni e il maschietto che si affacciava appena alla vita coi suoi soli 20 mesi...
"Mi erano di ostacolo, il divorzio non sarebbe servito, i figli restavano..." avrebbe addirittura avuto l'ardire di dire agli inquirenti questo disgraziato figuro.
Che dopo l'omicidio si sarebbe lavato accuratamente, cambiato, avrebbe inscenato una sorta di rapina in casa per poi andare tranquillamente al bar con un amico a tifare Italia, tra una pizza, una birra ed un'esultanza ai gol di Marchisio e Balotelli...
Troppo facile dire dopo, come lui avrebbe detto, "Voglio il massimo della pena".
Lo sappiamo bene che questo soggetto, di età assolutamente consapevole, ben integrato socialmente, con un lavoro, una vita apparentemente tranquilla, anche se condannato con tutti i crismi ad una pena più o meno giusta (può esserci una pena giusta per un abominio così?), uscirà dal carcere tra massimo vent'anni, ancora in tempo per rifarsi una vita decente, magari per avere una nuova moglie, altri figli...
Tutto ciò che le sue sventurate vittime non potranno più avere...
Ho sempre pensato, e lo penso veramente, che ogni persona di questo mondo che sbagli, anche in maniera orrendamente crudele come questa, si meriti almeno una seconda possibilità e, in sede di giudizio per le sue azioni, abbia comunque pienamente diritto ad una difesa equa.
E' la base del garantismo, questa. Se non vale in questo caso, quando vale? 
Troppo facile limitarla alle vicende meno sconvolgenti, meno mediatiche, meno scenografiche, quelle che comunque si dimenticano ben presto, in quel continuo mutamento che sono i pensieri, i sentimenti, i ricordi, in poche parole la vita di tutti noi!!!

Sono e resto convintamente contrario alla pena di morte, perchè ritengo che la morte di un solo innocente, dopo magari anni dai fatti, per mano dello Stato, al termine di una lunga e burocratica procedura formalmente ineccepibile, sia concettualmente assai più crudele e ingiusta del peggiore dei delitti che possano compiersi da parte di un uomo, anche il più vile e spregevole di tutti, e non sia giustificata nemmeno se poi, cosa che non avviene mai, tutte le altre condanne a morte siano effettivamente eseguite nei confronti dei veri colpevoli.
Ma in questo caso...?
Ebbene sì, anche in questo caso, SOPRATTUTTO in questo caso, anche se dirlo proprio in un tal momento costa, per me questo è un assioma ineliminabile.
Questo non significa che quest'uomo debba limitarsi a beccare i suoi 15 o 20 anni di galera, no, è troppo facile questo: deve avere la possibilità/obbligo di ripensare per tanto tempo a quello che ha fatto, a come l'ha fatto, a chi ha ucciso, la donna che, sposandolo, gli aveva affidato la vita e alla quale, sposandola, lui aveva affidato la sua, i teneri frutti di quell'amore, carne della sua carne, sangue del suo sangue, che mai avrebbero pensato che proprio il loro papà avrebbe osato fa loro una cosa del genere...
La seconda possibilità che anche lui si merita è questa, per me: quella di riuscire a capire ciò che ha fatto, per redimersi dinanzi a quella Giustizia superiore in cui io, nonostante tutto, credo, e accettare senza riserve la pena a cui l'assai più imperfetta Giustizia umana vorrà condannarlo.
E che la Giustizia umana, nei limiti della sua fallibilità, dovrebbe rendere la più equa e umanamente giusta possibile, senza sconti, senza permessi, senza semilibertà.
Penso sempre in questi casi, sempre più frequenti a leggere le cronache, a cosa stiamo diventando, quale china stiamo prendendo...E ripenso a certi articoli e libri del giornalista Antonio Socci, sul quarto segreto di Fatima e sulle apparizioni di Medjugorije, sul tentativo da parte di Satana, che ne avrebbe richiesto il permesso a Dio (concesso), di fare un ultimo, disperato attacco all'Umanità, incentrato soprattutto contro la Famiglia come Istituzione.
Non sono particolarmente bigotto, ai Miracoli credo e non credo, ma confesso che le cose che Socci ha scritto e continua a scrivere mi colpiscono tuttora in maniera incredibile, perché vedo in tante cose che avvengono in questi anni, e che i media hanno la capacità probabilmente anche di amplificare, una puntuale conferma di certe affermazioni.
E provo paura. Molta paura. Anche se il tentativo di Satana è comunque destinato alla sconfitta.
Non so se il fatto di Motta Visconti, quello di Cogne, quello di Novi Ligure, il delitto di Avetrana e altri simili siano dovuti a Satana, se il tutto sia riconducibile ad una "normale" crudeltà umana, o se siano i tempi attuali di crisi economica, di decadenza di quei valori morali una volta assolutamente condivisi, di sfrenatezza dei costumi, so perfettamente che il tutto viene chiaramente amplificato da una disponibilità di mezzi di conoscenza (stampa, tv, social networks, siti dedicati) ormai in tempo reale e assolutamente onnipotente, che moltiplica per enne mila il risalto di certe atrocità, so tutto questo, ma la paura c'è, non se ne va, e mi penetra fin nelle ossa...

Una paura che mi viene anche a vedere come viene trattato dai media il secondo caso di cronaca di questi giorni, cioè l'arresto del PRESUNTO (ricordiamolo sembre, PRESUNTO) assassino di Yara Gambirasio.
Punto primo: bene, ammettiamo anche il caso che il DNA ritrovato sui leggins della ragazza sia quello dell'uomo arrestato.
Quindi?
Lo vogliamo capire o no che qui NON SIAMO in presenza di un assassino sicuro, ma solo di un indiziato fortemente sospettato ma la cui colpevolezza è tutt'ora completamente da dimostrare?
Lo vogliamo capire o no che la prova del DNA non è in realtà una prova, ma è solo un punto di partenza indiziario e stop, perché va ripetuta con ben altre garanzie in tribunale, di fronte agli avvocati e ai periti di parte, e fino a quando ciò non accade, come dicono i legulei, TAMQUAM NON ESSET (come se non ci fosse, traduco)?
Lo vogliamo capire o no che il 99,9% di probabilità non è il 100%?
Lo vogliamo capire o no che comunque, anche nella peggiore delle ipotesi, cioè la conferma del dato in tribunale, la prova del DNA proverebbe soltanto che gli indumenti della ragazza sono stati macchiati dalla materia organica dell'uomo e stop?
Senza che ciò significhi necessariamente che tra quest'ultimo e la ragazza sia avvenuto qualcosa di particolare né tanto meno che il soggetto in questione sia effettivamente l'assassino?
Lo vogliamo capire o no che basta un minimo, minimissimo quantitativo di DNA, quello per esempio contenuto in una goccia di saliva, perchè risulti alla prova in questione? E che basta che la ragazza si sia appoggiata, per dire, su un muretto dove l'uomo aveva magari gettato un mozzicone di sigaretta, ovviamente intriso della sua saliva, perché il tutto risulti alle prove sperimentali?

Punto secondo: hanno fatto uno screening di 18000 persone, prelevando i relativi campioni biologici, per giungere a questo risultato (a proposito, sarebbe interessante poi capire se certe rilevazioni rimarranno in banca dati o verranno eliminate, come si fa con le intercettazioni non strettamente inerenti ai casi trattati): è ovvio che quest'analisi a tappeto riguardava le persone residenti nei dintorni della vita di Yara, per cui che significato ha leggere sui giornali di questi giorni tutte le particolari coincidenze, accomunazioni, parallelismi tra le vite della vittima e del presunto carnefice??? Che potessero esserci dei locali frequentati da entrambi, delle amicizie magari in comune, dei punti di riferimento simili...
Ma qui siamo nel giornalismo o nella spazzatura???


"Spunta una foto con un cadavere" titola con grande rilievo suggestivo il sito di Libero, riferendosi ad una foto postata dall'arrestato su fb, una delle tante cazzate che si mettono sui social networks...Se questo è giornalismo io sono il Papa.
Inutile dire che non leggerò più Libero in vita mia. Una volta era un giornale spesso sguaiato ma coraggioso e anticonformista, un giornale che leggevo volentieri.
Ora è qualcos'altro. Lascio al lettore di capire che cosa.



E qui siamo al punto terzo.
Dovrebbe essere un dato di una banalità totale, e invece leggo gli articoli in questione su tutti i giornali e sono tutti fatti con lo stampino, traggono conclusioni insidacabili sulla base di elementi inconsistenti, pieni di si dice, con foto allusive, i soliti discorsi della gente che sa (ma sa che cosa, porca puttana???); spesso parlano di PRESUNTO assassino ma intanto mettono la sua foto in prima pagina, ne urlano nome e cognome, mettono in piazza le sue vicende personali, quelle della sua famiglia di origine, della moglie, dei suoi tre figli, citano a sproposito tutte le cazzate che sono messe su facebook dalla vittima, dal presunto colpevole, dai loro rispettivi conoscenti, familiari, amici (vale anche per l'episodio di Motta Visconti, vale per ogni caso di cronaca ormai...)
Cazzate che sappiamo tutti noi, utenti dei social networks, che ogni bacheca personale puntualmente ospita, dalle foto alle frasi ad effetto, dai links surreali alle amicizie strane, a testimoniare l'alternanza dei nostri mutevoli stati d'animo nel corso delle nostre ordinarie esistenze di esseri pensanti, con sentimenti, pulsioni, desideri, spesso anche inconfessabili odi e piccinerie...
Basta tutto questo per condannare in via preventiva e insindacabile sui giornali una persona fino al giorno prima sconosciuta a tutti???
NO CHE NON BASTA PER DIO, eppure intanto fatti privatissimi e assai dolorosi vengono pubblicizzati con una morbosità senza eguali: un uomo così scopre da un giorno all'altro di non essere il padre biologico di quelli che credeva suoi figli, o magari lo sapeva già senza che sentisse il bisogno di dirlo agli altri, comunque viene a scoprire il nome del loro vero padre e si vede per di più sbattuta davanti al colto ed all'inclita la presunta infedeltà della moglie; quest'ultima si vede spiattellata la sua vita privata davanti a tutti; i due stessi figli gemelli (l'accusato e la sorella) all'improvviso vengono indicati a vista come figli di enne enne (ma in realtà ora il nome si sa...), e noi non sappiamo nemmeno se loro stessi lo sapessero, e in fin dei conti, diciamo la verità, nemmeno ce ne frega nulla, tanto si è deciso che QUELLO è l'assassino, e tutto sommato lui (e la sua famiglia, magari) si meritano tutta questa merda addosso!!!
E invece no, porca miseria! Tutto questo avviene SENZA CHE ANCORA VI SIA LA PROVA PROVATA CHE L'UOMO SIA COLPEVOLE!!!!
Ma in che mondo stiamo vivendo???
Già oggi, sentendo qualche tg, si diceva che la povera Yara aveva visto il suo assassino, sulla base di una confidenza isolata fatta a suo fratello diverso tempo prima dell'assassinio  ("Mi è sembrato che qualcuno mi seguisse"), senza alcun'altra replica...
C'è chi si è spinto persino a dire "L'aveva riconosciuto!"
Stanno già costruendo un colpevole fatto e finito.
Tutto per l'audience: audience televisiva, audience di copie vendute, audience di voti...
Essì, perché qui non c'è ansia di verità, c'è tanta diabolica e ipocrita insincerità in tutto questo...

Magari l'uomo è colpevole. Sarà probabilmente così. Sarà sicuramente così.
Ma se alla fine risultasse che poi quell'uomo colpevole non è, chi lo risarcirà mai di tutto questo?
Chi?
I magistrati???
Quelli che sì inalberano non appena per sette voti viene riproposta alla Camera la I-N-E-C-C-E-P-I-B-I-L-E responsabilità civile dei magistrati?
I giornalisti? Quelli della deontologia, della Carta di Treviso, dell'aggiornamento continuo?
O magari quell'uomo lì che abbiamo al Ministero dell'Interno?
Un soggetto che più si va avanti e più scopriamo per intero nella sua natura abominevole, visto che non è la prima volta che per puro desiderio di visibilità, voglia di voti, ambizione di dimostrare di essere ancora politicamente esistente si lancia in vergognosi anticipi sulle indagini in corso, si presenta magari sul posto per ricevere l'applauso dei poveri di spirito che ci credono sul serio, giungendo stavolta fino al punto di inneggiare alla cattura di un assassino quando lui per primo sa che ancora siamo nel pieno delle indagini, che anzi siamo solo all'inizio...?





Angelino Alfano è un avvocato e lui per primo conosce perfettamente queste dinamiche e dovrebbe avere bene a cuore le istanze primigenie che sono alla base dello Stato di diritto, quelle esigenze di garantismo che servono proprio in questi casi, quando l'indignazione della gente comune e l'interesse dei politici ai voti e dei giornali a vendere più copie possibili spingono per una soluzione estremamente rapida ed esemplare della questione, in barba a tutte le norme che pure sono poste a protezione della difesa processuale e dell'incolumità della sfera personale del soggetto indagato.
E invece il ministro Alfano non perde occasione per pavoneggiarsi come un cicisbeo in certe occasioni in cui invece la prima esigenza è quella del silenzio, come gli hanno bruscamente ricordato gli stessi inquirenti, infastiditi dalle parole vanagloriose e magniloquenti di questo politicante da quattro soldi...

Quel silenzio che invece per ora è mantenuto strettamente dai familiari di Yara, cui va il mio più deferente, sincero, addolorato rispetto, e che spero continuino a non farsi traviare da questo mare di ipocrita follia che li e ci circonda... 
E che fa sì che si cancellino le foto dei visi dei bimbi del PRESUNTO assassino (nemmeno sempre, a dir la verità), ma si possano vomitare tutte le stronzate possibili ed immaginabili su di lui...
Tanto, dice la gente, "c'è la prova del DNA sugli slip della bambina, quindi è lui..."
Come se non sia già accaduto che il DNA abbia portato su piste false.
Come se non sia accaduto nella stessa indagine su Yara Gambirasio che altri sicuri colpevoli in realtà tali non si siano rivelati alla fine.
Come se la nostra giustizia dia sempre garanzie di assoluta infallibilità.

Riposa in pace, piccola Yara.
Riposate in pace, Maria Cristina, Giulia, Gabriele. 
Voi sicuramente non avete colpe.
Noi sì.

P.S. Come avete potuto vedere non ho ritenuto di mettere le foto dei protagonisti negativi di questi fatti, né dirne i nomi. Credo sia più giusto così. 







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