Oggi ci ha lasciato Marco Pannella.
Non sono affatto sicuro, proprio per niente, che tutto quello in cui ha creduto e per cui ha combattuto nel corso di un'intera esistenza sia giusto.
Non sono affatto sicuro che (in parte) il divorzio e (per niente) l'aborto abbiano migliorato realmente la vita delle donne, né credo che l'attuale mostruosa disciplina delle unioni civili, con la deriva sempre più nichilista verso l'utero in affitto, la liberalizzazione delle droghe e l'eutanasia pressoché senza limiti, rappresentino sul serio un trionfo dei diritti civili.
Vedo semmai in tali "conquiste" solo l'espressione più negativa dell'egoismo umano, lasciato del tutto libero di espandersi senza più freni, e così facendo trasformandosi non in un trionfo delle coscienze libere ma semmai in un puro e semplice asservimento alle proprie voglie, ai propri vizi ed ai propri capricci, finanche alle proprie paure, senza più alcun rispetto per l'"altro" da sé, che sia l'uomo o la comunità, più o meno grande, con la famiglia primo soggetto primario da colpire e distruggere, sicuramente di cui fare a meno, più o meno contemporaneamente alla religione.
In tutto questo non vedo affatto il Bene, vedo solo un enorme vaso di Pandora che, una volta aperto, pur con tutte le buone intenzioni di questo mondo, sta spargendo i suoi miasmi dappertutto, e così facendo sta infettando il nostro intero mondo occidentale. Con gli effetti che stiamo vedendo tutti soprattutto in questi ultimi trent'anni, con un'accelerazione incredibile negli ultimi dieci o quindici.
Tuttavia, pur di fronte a certi per me indiscutibili capi di accusa, non posso dimenticare l'opera meritoria di Giacinto detto Marco Pannella, con le sue iniziative referendarie (110 di cui 46 giunte effettivamente al voto), le lotte sul fronte del garantismo processuale penale e dei diritti dell'imputato (il caso Tortora in primis), come pure le sue battaglie sulla situazione delle carceri e soprattutto sull'endemico e gravissimo problema del sovraffollamento degli istituti di pena, né trascuro, affatto, le sue puntuali osservazioni polemiche sulla macchinosità del nostro sistema istituzionale e politico, che riteneva assolutamente vecchio e inefficiente, insomma da ribaltare da così a così, o sulla privatizzazione della tv di Stato.
Infine, non posso affatto dimenticare che proprio lui, oltre ad essere da sempre strenuo difensore di Israele e del suo diritto di esistere, fu forse il primo, il primo in assoluto, in anni in cui era pressoché impossibile farlo, a tendere disinteressatamente la mano ai fino allora impresentabili missini.
E' per queste sue battaglie che, in anni ormai lontani, i miei primi da elettore praticamente, ho votato per lui alle elezioni, nonostante certe sue istanze fossero lontane anni luce dalla mia visione della vita e della trascendenza.
Marco Pannella, con tutti i suoi eccessi e le sue disinvolture, con tutte le sue debolezze, i suoi sbagli e le sue fisime, era infatti in realtà una totale contraddizione in termini vivente, e non per niente pur così affamato di vita usava il digiuno come normale forma di lotta politica.
Una cosa che mi faceva (e mi fa) incazzare di brutto.
Più che liberale liberista e libertario, più che passionale istrionico, più che austero padre della Patria anarcoide e ciclotimico capofazione, era però uno che ci credeva, che era disposto a soffrire fino all'inverosimile per le sue battaglie, sicuramente un Gigante in questo mondo di nani, uno degli ultimi in Italia, e pur con tutte le sue manchevolezze umane e politiche ha certamente contribuito con la sua lotta ormai ben ultracinquantennale a fare del nostro paese quello che è ora: non sono affatto sicuro, lo ripeto, che sia migliore di prima, a dirla tutta non lo credo proprio francamente, ma di sicuro è questo il mondo che ci lascia e nel quale noi tutti ora dobbiamo vivere.
Più che liberale liberista e libertario, più che passionale istrionico, più che austero padre della Patria anarcoide e ciclotimico capofazione, era però uno che ci credeva, che era disposto a soffrire fino all'inverosimile per le sue battaglie, sicuramente un Gigante in questo mondo di nani, uno degli ultimi in Italia, e pur con tutte le sue manchevolezze umane e politiche ha certamente contribuito con la sua lotta ormai ben ultracinquantennale a fare del nostro paese quello che è ora: non sono affatto sicuro, lo ripeto, che sia migliore di prima, a dirla tutta non lo credo proprio francamente, ma di sicuro è questo il mondo che ci lascia e nel quale noi tutti ora dobbiamo vivere.
Un mondo senza il quale probabilmente ormai non sapremmo stare, anche se forse proprio a causa di molte di queste sue battaglie, per le quali era probabilmente disposto a dare la vita (e di fatto è stato così, visto che il suo fisico pur imponente non ha retto alla fine a tutti gli strapazzi cui l'ha sottoposto), l'Occidente sta precipitando in una crisi terribile.
Una crisi che potrebbe vederlo ben presto capitolare, per la mancanza di anticorpi giusti, di fronte ad un nemico subdolo, determinato e crudele, che più ancora che il fondamentalismo religioso islamico è la nostra pochezza spirituale, dovuta al fatto che anche per le battaglie laiche di Pannella abbiamo perduto il senso del Divino, sostituito dalla nostra presunzione di poterne fare a meno.
Una crisi che potrebbe vederlo ben presto capitolare, per la mancanza di anticorpi giusti, di fronte ad un nemico subdolo, determinato e crudele, che più ancora che il fondamentalismo religioso islamico è la nostra pochezza spirituale, dovuta al fatto che anche per le battaglie laiche di Pannella abbiamo perduto il senso del Divino, sostituito dalla nostra presunzione di poterne fare a meno.
Con Marco Pannella non muore solo un vecchio politico, ma muore tutta un'epoca.
Meritava sicuramente il Laticlavio a vita, certo più di alcuni parassiti che ne sono stati ignobilmente tributati anche in epoca recente per basse ragioni di cucina politica, anche se non so se l'avrebbe accettato: sapeva bene che senza il suo nome nelle liste elettorali la sua creatura più amata, il Partito Radicale, avrebbe avuto assai meno fortuna al momento del voto, e poi lui, così sanguigno di modi e di espressioni, mai si sarebbe probabilmente trovato a suo agio nei paludati abiti di Senatore a vita.
Con lui ci lascia un casinista perbene, una persona di un'onestà intellettuale a tutta prova e dalla sicura coscienza democratica, attorniato però in tutta la sua vita da sciacalli che hanno sfruttato le sue battaglie a fini non sempre propriamente nobili, probabilmente anche stravolgendone almeno in parte il senso, tanto da volgere al contrario certe sue limpide prese di posizione a favore di determinati diritti, come per esempio quello di obiezione di coscienza, e cercare di impedirli quando in opposizione ai loro intendimenti.
E d'altronde cos'altro sono stati i suoi ultimi giorni terreni, se non una sfilata di politicanti in cerca di consenso venuti a trovarlo a casa sua prima che lasciasse questa valle di lacrime ??? (E mi spiace tanto che ci sia cascato anche Berlusconi...)
E' il destino dei profeti, in fondo, e probabilmente lui, che era il profeta laico delle libertà civili, lo sapeva...
Ho letto che ha trascorso le sue ultime ore in una casa di cura dedicata alla Madonna della Mercede, cioè della Misericorda: ecco, mi piacerebbe credere che in quel breve ultimo intervallo possa aver avuto, nel silenzio di quel tempo sospeso, l'opportunità di riconciliarsi con quell'Assoluto in cui non ha mai creduto.
Gli sia lieve la terra.
Gli sia lieve la terra.
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