L'uomo qui sopra, che piange abbracciato dal suo avvocato, si chiama Giuseppe Gulotta.
Si è fatto 22 anni di galera dopo essere stato accusato ingiustamente di aver partecipato insieme con altri tre coetanei, Gaetano Santangelo, Vincenzo Ferrantelli e Giovanni Mandalà, alla strage di Alcamo Marina (TP), avvenuta il 27 gennaio 1976, quando due carabinieri della locale caserma, il diciannovenne Carmine Apuzzo e l'appuntato Salvatore Falcetta, furono assassinati a colpi di arma da fuoco.
Si è fatto 22 anni di galera dopo essere stato accusato ingiustamente di aver partecipato insieme con altri tre coetanei, Gaetano Santangelo, Vincenzo Ferrantelli e Giovanni Mandalà, alla strage di Alcamo Marina (TP), avvenuta il 27 gennaio 1976, quando due carabinieri della locale caserma, il diciannovenne Carmine Apuzzo e l'appuntato Salvatore Falcetta, furono assassinati a colpi di arma da fuoco.
I due carabinieri uccisi, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta |
Allora l'uomo aveva 18 anni.
Gulotta e Mandalà vennero condannati all'ergastolo, gli altri due a vent'anni.
Il disgraziato è' stato assolto nel 2010, insieme con gli altri coimputati, a distanza di 36 anni dai fatti, quando di anni ne aveva ormai 52, a seguito della revisione del processo.
Ora, a 60 anni fatti, la Corte d'Appello di Reggio Calabria ha condannato lo Stato a versare al muratore di Certaldo un "indennizzo" di 6,5 milioni di euro, per "ingiusta detenzione", a fronte di una richiesta originaria di un RISARCIMENTO di 56 milioni.
Il P.M. si è opposto a tale richiesta perché a suo tempo l'uomo avrebbe confessato i fatti attribuitigli.
Che poi le indagini successive abbiano appurato senza ombra di dubbio (ad affermarlo per primo fu l'ex brigadiere Renato Olino)
che il poveraccio avesse confessato, sì, ma a seguito delle torture subite, questa evidentemente è parsa questione di poco conto...
Renato Olino |
Ho un'adorazione profonda per l'Arma dei Carabinieri, i tempi erano quelli che erano, era tempo di guerra fredda, c'era un terrorismo aggressivo, una situazione sociale esplosiva, la "strategia della tensione" con il tentativo di fare la "rivoluzione di classe" in Italia, le organizzazioni criminali di stampo mafioso sempre più radicate nel territorio, ed in più l'Arma era comandata all'epoca dal Generale Dalla Chiesa che era uno che su certe questioni andava per le spicce, come i tempi probabilmente richiedevano, ed i morti di quella strage erano purtroppo proprio due carabinieri, ma...
Ma quest'uomo qui si è fatto 22 anni di carcere, e possiamo anche immaginare CHE TIPO di carcere si sia fatto, per poi essere riconosciuto non colpevole e rilasciato con tante scuse dallo Stato italiano.
Certo, 6,5 milioni sono tanti, ma sono in grado di rimediare ad una giovinezza perduta, ad una maturità trascorsa dietro le sbarre, al passare del tempo che ti ha portato via affetti, emozioni, dolori anche, insomma tutto ciò che costituisce una vita?
I quattro condannati per la strage, riconosciuti innocenti dopo 36 anni. |
Guardate le immagini del giovane Gulotta e dei suoi presunti complici e quelle del Gulotta di oggi: sono passati 40 anni da allora, sono filmati e foto in bianco e nero, ormai sfocati, all'epoca c'erano Rumor e Fanfani, Tanassi e Malagodi, Berlinguer e Almirante, non c'era internet, i telefonini erano ben al di là dal venire, il campionato lo vinceva il Torino di Radice, la RAI trasmetteva una sintesi di A e una di B la domenica pomeriggio, lo sport era tutto alla domenica, soprattutto alla radio, e Mercoledì Sport, altro che tivù satellitari e digitale terrestre, Carter vinceva le elezioni americane su Ford, Totti non era ancora nato e Berlusconi era un quarantenne imprenditore milanese che cominciava a mettere su TeleMilano...
Quanto valgono 22 anni perduti dietro le sbarre?
Giovanni Mandalà è morto per ragioni naturali nel 1998 dopo anni di carcere.
Gaetano Santangelo si rifugiò in Brasile insieme a Ferrantelli, entrambi con lo status di rifugiati, ma venne arrestato nel 1995 e seguì poi la stessa parabola di Gulotta.
Vincenzo Ferrantelli restò in Brasile e tuttora sembra sia lì.
Vincenzo Ferrantelli restò in Brasile e tuttora sembra sia lì.
Giuseppe Vesco |
Giuseppe Vesco, un carrozziere di Partinico considerato vicino agli anarchici, colui che aveva in un primo momento accusato gli altri quattro salvo ritrattare dopo poco, fu ritrovato impiccato in cella qualche mese dopo, nonostante avesse una sola mano.
Non si è mai scoperto chi siano stati gli autori della strage.
Per saperne di più:
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