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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

giovedì 14 maggio 2015

Fratelli d'Italia, l'Italia si è desta (nel calcio, almeno)


Il Real Madrid ha imparato ieri sera a caro prezzo cosa significhi voler sempre fare lo sborone sul mercato senza alcun rispetto per gli avversari, senza alcuna umiltà, senza alcuna idea di come impostare una squadra con cognizione TECNICA e non sulla base solo delle figurine.

Lo scorso anno aveva una squadra formidabile, costruita come al solito assemblando una serie di nomi comprati a caso solo per la notorietà che avevano (e le magliette che facevano vendere), ma registrata non senza fatica nel corso della stagione con somma perizia dal grande Carletto Ancelotti, tanto da giungere alla fine a vincere tutto il vincibile, compresa la tanto agognata DECIMA, inseguita senza successo da tanti, tanti anni (e solo un milanista dentro come Carletto poteva riuscire a fargli tagliare questo traguardo).
Eppure nella sua onnivoracità la dirigenza del Real non si è accontentata, non le bastava aver costruito quella che in quel momento era senza discussioni la squadra più forte del mondo, tecnicamente e non solo, voleva di più, di più, sempre di più, e come la famosa rana della fiaba di Fedro, quella che si gonfiava si gonfiava si gonfiava per assomigliare al bue, è scoppiato.
Ha voluto vendere per pure ragioni di marketing i perni veri della squadra, oltre a Cristiano Ronaldo, cioè Di Maria e Xabi Alonso, per prendere il frullino colombiano James Rodriguez (oh, volete mettere il record di magliette vendute, eh...) e il tedesco Kroos ed ecco i risultati: è bastato fondamentalmente che si facesse seriamente male il croato Modric, l'unico facitore di gioco a centrocampo che gli restava, ed ecco il risultato: battuto ed eliminato da quella Juve nella quale milita Alvaro Morata, un puro prodotto madridista eppure ceduto senza battere ciglio a quella stessa Juve che poi ha trionfato nello scontro diretto contro i "Blancos", addirittura segnando due reti tra andata e ritorno (e non c'è diritto di recompra che tenga, l'eliminazione resterà sempre iscritta negli albi d'oro, a perenne ricordo dell'impresa bianconera e con buona pace del Real e dei suoi viziatissimi tifosi -forse ancor più colpevoli della loro dirigenza- che hanno persino fischiato il giocatore alla sua uscita stremato dal campo, nonostante il buon Alvaro non avesse nemmeno esultato ai due gol, e Dio solo sa quanta voglia avrebbe avuto di farlo in questa circostanza...).














RANKING UEFA, LA SITUAZIONE AL 13/5
10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 P.ti EL* CL* **
1. = Liga  18.2  20.8 17.7 23 19.2 98.9 1 1 80.7
2. = Premier  18.3  15.2 16.4 16.7 13.5 80.3 0 0 62
3.
=
Bundesliga 15.6  15.2 17.9 14.7 15.8 79.4 0 0 63.7
4.
=
 Serie A 11.5 11.3 14.4 14.1 19 70.5 2 1 58.9
5.
=
Primeira  18.8 11.8 11.7 9.9 9 61.3 0 0 42.5
6.
=
Ligue 1  10.7 10.5 11.7 8.5 10.9 52.4 0 0 41.6
7.
=
Prem'er  10.9 9.7 9.7 10.4 9.6 50.4 0 0 39.5

*Aggiornate con eliminazioni e passaggi del turno

** Ranking UEFA della prossima stagione, ovvero quello che verrà utilizzato, dalle annate dal 2011/2012 in poi. La Serie A recupererà diversi punti su Premier League e Bundesliga vista l'eliminazione della disastrosa annata 2010/2011.

I ranking federazioni per coefficienti si basano sui risultati ottenuti dai club appartenenti a quella federazione nelle ultime cinque stagioni di Uefa Champions League ed Uefa Europa League. I ranking determinano il numero di posti assegnati a ogni federazione nelle successive competizioni per club UEFA.

Il sistema si basa su tre punti:
  • 1. Ogni squadra ottiene due punti per una vittoria e un punto per un pareggio (metà nelle qualificazioni e negli spareggi).
  • 2. I club che raggiungono gli ottavi, i quarti di finale, le semifinali o la finale della UEFA Champions League, o i quarti, semifinali o finale della UEFA Europa League, ottengono un punto extra per ogni turno.
  • 3. Inoltre, vengono assegnati quattro punti per la partecipazione alla fase a gironi di UEFA Champions League e altri quattro punti per la qualificazione agli ottavi di finale.
I coefficienti vengono calcolati con una media: dividendo il totale dei punti ottenuti per il totale dei club di quella federazione partecipanti alle due competizioni di quella stagione. La cifra che si ottiene viene sommata a quella delle precedenti quattro stagioni per calcolare il coefficiente. Quando due nazioni hanno lo stesso coefficiente, la federazione con il coefficiente più alto nella stagione più recente viene posizionata davanti.
(Tabella tratta dal sito www.goal.com)

E' una grande lezione per il Real (che però, sono sicuro, non l'imparerà mai), ma anche per noi amanti del bistrattatissimo calcio italiano.
Complimenti sinceri alla Juve da un milanista sfegatato come il sottoscritto, e questo lo dico non con rosicamento ma con ammirazione e semmai, questo sì, con la speranza che anche il mio Milan capisca l'importante lezione che la partita di ieri sera ha dato: solo 4 anni fa il mio Milan aveva una squadra ben più forte della Juve attuale, col miglior Ibrahimovic della storia, con Thiago Silva, Nesta, Seedorf, il miglior Pato, il miglior Robinho, un ottimo Cassano, l'efficacissimo Van Bommel, etc. etc., e la Juve era reduce da due settimi posti con una squadra la cui spina dorsale era composta dagli stessi di oggi: Buffon, Chiellini, Bonucci, Marchisio.
Questo dimostra solo una cosa: che non c'è bisogno di spendere milionate su milionate per arrivare ai più alti livelli e la competenza calcistica generale del calcio italiano, che forse da oggi comincia la sua rinascita, è un tale valore aggiunto che, a differenza degli altri, quelli che comprano D. Luiz a 60 milioni, quelli che cedono Di Maria e Alonso per prendere James Rodriguez e Kroos, quelli che prendono Ibra a 70 e lo danno via a 24, noi calcio italiano possiamo raggiungere certi traguardi (e non estemporaneamente come altri, spesso drogati dai soldi altrui, ma in maniera abbastanza costante) senza giocoforza buttare via i soldi come li buttano via gli altri.
Bastano organizzazione, idee chiare e volontà.
E un minimo di soldi, certo.
Quelli ci vogliono comunque, chiaro, per competere a certi livelli, ma non necessariamente così tanti come ci vogliono far credere.





Perché è vero che per gli altri 40 milioni sono bruscolini, magari, ma se a Madrid 40 milioni di bruscolini li spendi tutti per Illaramendi e a Torino li spendono per prendere Tevez, Morata, Pogba e Pirlo i pirla, scusate i giochi di parole, sono a Madrid.
E adesso la Juve è in finale e il Real no.
Fortunata? Certo, fortunata, come sempre è fortunato chi comunque arriva alla fine di una corsa impegnativa come è l'attuale Champions League, fortunata per certi sorteggi benevoli, per certi episodi girati bene, tecnici, ambientali e arbitrali, ma tutto si può dire tranne che la sua non sia una finale meritata.
E francamente, e la mia non sembri una parola di pura circostanza, sono contento che la Juve ritrovi una sua dimensione internazionale, e questo anche se in Italia la "odio" sportivamente quasi quanto l'Inter: nella speranza che ora anche le altre due grandi tradizionali italiane, il Milan e appunto anche l'Inter (con calma però, eh, quest'ultima, non ho fretta tutto sommato, in fin dei conti per tener su il calcio italiano bastiamo noi e la Juve, a pensarci bene...:-) ) si sveglino, e ritornino a trainare tutte insieme l'intero movimento calcistico italiano, che è ora che ritorni ai livelli che gli sono più consoni.
Ora la Juve si troverà di fronte il Barcellona, in una sfida che ora come ora appare del tutto sbilanciata a favore dei "Blaugrana", ma che tra 25 giorni potrebbe apparire in una veste assai più diversa e favorevole.
Ogni finale fa storia a sè, lo ricordo a tutti, e nessuno come un milanista storico come il sottoscritto, che ne ha vissute ormai di persona 8, di cui 5 vinte, la maggior parte delle quali da strafavorito e almeno un paio da strasfavorito, lo può testimoniare.


E stasera invito tutti a tifare per le altre due italiane in semifinale di Europa League.
Se si riuscisse a fare filotto sarebbe veramente un risultato enorme, per il ranking UEFA in primis, ma anche per l'autostima del calcio italiano e, è la mia speranza, anche perché, chissà, forse, pure Silvio Berlusconi potrebbe avere uno scatto autentico d'orgoglio, sull'onda di certi risultati, e decidere, al di là di quelli che saranno gli svolgimenti futuri delle trattative in corso per la cessione della società (che, per quello che può valere il mio pensiero, credo sia ormai nelle cose, sia pure non certo dall'oggi al domani, me nel corso di un iter che non durerà meno di tre anni), di dare una svolta perentoria positiva al Milan.
FRATELLI D'ITALIA, L'ITALIA SI E' DESTA! 

 .



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