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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 17 settembre 2014

La testa nella sabbia
















Il mondo occidentale preferisce sanzionare la Russia per la questione ucraina, usando il pretesto sempre più labile della colpevolezza tutta da dimostrare delle milizie filorusse nell'abbattimento il 17 luglio scorso del jet malaysiano.
Una questione che ha tutta l'aria di nascondere un verminaio geopolitico sotto le apparenti certezze che hanno cercato di inculcarci, quando l'unica pratica certezza è quella contenuta nel rapporto preliminare ufficiale pubblicato il 9 settembre scorso dal Dutch Safety Board, in base al quale risulta che l'aereo sia stato abbattuto da un missile, anzi più precisamente " DA OGGETTI AD ALTA POTENZA PROVENIENTI DALL'ESTERNO", v.QUI: un'espressione ben più sofisticata, che farebbe pensare più che a (solo?) un missile vero e proprio ad un'AZIONE DI MITRAGLIAMENTO o comunque a qualcosa di simile a ciò che scrivevo proprio in questo blog nella parte aggiornata al 14/08/2014 del pezzo "Ogni tanto vola un missile..." che avevo pubblicato lo scorso 30 luglio (v. QUI).
E invece, che ci piaccia o no, Putin CI SERVE nella guerra al terrorismo globale islamico.
E quella dell'abbattimento dell'aereo da parte delle milizie filorusse appare sempre più una falsità interessata.









Io capisco che dopo oltre settant'anni di pace VERA assicurata in un modo o nell'altro all'Europa dal Patto Atlantico e dall'alleanza con gli USA sia molto difficile cambiare improvvisamente prospettiva e trovarsi in qualche modo a vedere la Russia di Putin con occhi diversi rispetto al recente passato.
Io per primo mi stupisco del fatto che questo possa accadere anche per me, dopo una vita intera passata senza se e senza ma ad incensare il Sogno Americano e ad oppormi ad una certa visione del comunismo, tuttavia credo che arrivi un momento in cui sia necessario anche, pur con tutta la riconoscenza possibile e immaginabile nei confronti di chi da sempre sentiamo e continuiamo tuttora a sentire come un amico, vedere le cose anche con quella giusta dose di disincanto, realismo e legittima attenzione ai nostri interessi che le stesse richiedono.




La guerra fredda è finita da un pezzo ormai, l'UE sta dandosi con estrema difficoltà una sua dimensione politica sovranazionale che la renda protagonista attiva nella nuova realtà mondiale multipolare che sta nascendo in questo secolo, insieme certo con gli USA ma non solo con loro e talvolta IN CONCORRENZA con loro, ma fino a quando così non sarà l'Italia deve tenere conto delle sue specificità e convenienze di paese europeo e occidentale immerso nel mare Mediterraneo, circondato da molteplici realtà statuali di incerto avvenire ma di sicuro malpresente.
E non è affatto detto che le scelte che abbiamo il dovere di prendere siano necessariamente ed automaticamente legate come nel recente passato a quelle che fanno comodo agli USA.







La fine della guerra fredda ha portato alla liberazione di molti paesi che abbiamo sottratto all'influsso dispotico di Mosca e come logica conseguenza alla loro entrata in massa sotto il cappello protettivo della NATO e persino nella stessa UE, ma al contempo ha sancito anche la nostra emancipazione politica dai vincoli economici, politici, ideologici, comportamentali, impostici dalle necessità geo-strategiche di quell'epoca: una cosa che vale per tutti gli Europei, ovviamente, ma che a maggior ragione vale per l'Italia e per la Germania, grandi paesi europei usciti sconfitti, distrutti e umiliati dalla seconda guerra mondiale al contrario di Francia e Gran Bretagna, e che si sono ritrovati improvvisamente catapultati nel pieno dei grandi giochi di potere globali prima appannaggio praticamente di due soli attori, gli USA e l'URSS.


Eric Hobsbawn
(Alessandria d'Egitto, 9 giugno 1917- Londra, 1 ottobre 2012)




















Ecco perché gli amici (sedicenti) liberali e filoamericani che sui social networkssulla base di meri postulati ideologici di principio ancorati a vecchi e superati schemi ritenuti perenni e immodificabili, nonostante risalgano ad anni che in questo momento appaiono preistoria, non accettano il contraddittorio con chi come me non la pensa come loro sulla scelta demenziale di innervosire la Russia sulla questione ucraina (pur ammettendo questi stessi amici di ritenere Obama fondamentalmente un parolaio incapace ed inconcludente, rectius un cazzone), anche se la decisione delle sanzioni appare contraria o comunque non del tutto aderente ai nostri interessi sovrani, mi ricordano quasi per contrappasso lo storico marxista Eric Hobsbawn, autore del famosissimo "Il secolo breve" (v.QUI), intellettuale tanto caro alle giunte comunali della mia Modena che non facevano che invitarlo a ogni occasione, il quale confessò candidamente di aver sempre consapevolmente detto il falso sulle conquiste politiche e sociali dell'Unione Sovietica per non mettere in discussione i suoi principi ideologici di una vita.
Una confessione a sua modo onesta, non lo nego, quella di Hobsbawn, su una scelta "professionale" che potrei anche ritenere legittima, ancorché discutibile, ma a patto che poi si metta nel conto che conseguentemente ad essa si venga ad essere derubricati da storici attendibili a biechi propagandisti, da autorevoli a ridicoli, da persone serie a macchiette.





La politica estera, purtroppo, si fa con i mezzi, i tempi e gli uomini disponibili al momento, che spesso non sono quelli che vorremmo o che ci piacerebbe che fossero: è un servizio al paese che più di tutti è vincolato ai rapporti di forza reali e alle convenienze di lungo periodo, che presuppongono talvolta dei passi indietro sul piano etico, dei principi ideali e delle simpatie personali, senza andare troppo per il sottile.
Se gli Stati a democrazia occidentale compiuta fossero tanto schizzinosi da rifiutare ogni compromettente rapporto diplomatico con qualunque altro Stato che non rispondesse ad analoghi requisiti di democrazia e libertà allora dovrebbero limitarsi a parlare tra di loro, visto che almeno un buon 80% di tutti gli Stati aderenti all'ONU non rientrerebbe nemmeno di striscio nelle casistiche richieste ad un livello di minimale tollerabilità.
Quindi, fermi restando certi principi di autentica pulizia internazionale che certo inibiscono determinate frequentazioni per ragioni di vera e propria impresentabilità sociale, non mi sembra proprio che un autocrate antipatico e discutibile come Putin sia comunque più autoritario e meno democratico di quanto dimostrino di essere, ad esempio, il premier fondamentalista turco Erdogan, pure solido alleato eurasiatico della NATO ed aspirante candidato forte all'entrata nella UE (come vorrebbero gli USA),  per non parlare degli Stati arabi teocratici del Golfo Persico, che pure sono pedine fondamentali degli Stati Uniti nel Medio Oriente...
Ebbene, in questo momento sia gli Emirati del Golfo che la Turchia, erede dell'Impero Ottomano finito solo con la sconfitta nella prima guerra mondiale, mi fanno assai più paura della Russia di Putin, che al contrario ci è assolutamente alleata necessaria nella lotta contro il terrorismo islamista radicale che come un'epidemia si sta rapidamente diffondendo in Eurasia, persino dentro le nostre città, e che lo stesso Putin si ritrova in casa sua con l'annosa questione della secessione fondamentalista della Cecenia.













Putin si è ormai rassegnato a perdere l'Ucraina, finora restata sempre saldamente nella sua sfera d'influenza, e probabilmente anche la Georgia,  così come sa che né gli Stati baltici, né la Polonia, nè la Slovacchia e la Repubblica Ceca, né la Romania, né la Bulgaria potranno mai ritornare sotto le ali "protettive" della Russia...
Ma la Crimea no, da buon Russo orgoglioso della sua Storia alla Crimea ci tiene, la rivuole indietro, senza discussioni, perché la sua assegnazione da parte del governo centrale sovietico alla Ucraina nel 1954 era stata una mera finzione giuridica tutta interna alle logiche e alle dinamiche premiali nei confronti delle proprie repubbliche più fedeli, proprie di uno Stato solo formalmente federale e in realtà rigidamente accentrato nelle mani del solo PCUS al potere, che tutto poteva e disponeva.











Questo lo dico anche a quelle anime candide che dicono che l'Ucraina era talmente indipendente che disponeva anche di un seggio proprio all'ONU nel '48.
Grazie al cavolo, appena nata l'ONU senza l'URSS era inconcepibile, e tra le condizioni poste dall'URSS per aderirvi ci fu anche quella di dare un seggio a due delle Repubbliche Federali Sovietiche più fedeli
, per il semplice motivo che poteva farle comodo avere altri due voti in più da spendere nell'assemblea: una era appunto l'Ucraina, e l'altra, udite udite, la Bielorussia (già, il seggio ONU l'aveva anche la Bielorussia!)
Formalmente erano due voti distinti dall'URSS, dati in piena autonomia e libertà, ma in realtà erano solo e soltanto appendici di Mosca: figuriamoci se Ucraina e Bielorussia avevano allora la possibilità di fare scelte diverse e/o in opposizione a quelle del padre padrone sovietico...
E allora dategliela, la Crimea, dategliela perché tanto se la prenderebbe comunque, perché la Crimea è Sebastopoli, sede della flotta del Mar Nero, la Crimea è la cultura e la storia russa, la Crimea sono i seicento di Balaklava, la Crimea era il luogo dove i notabili sovietici andavano a trascorrere le vacanze...Dategli la Crimea e dategli anche il Donbass o come si chiama, perché è QUESTO ciò che vuole, e facciamola finita qui!!!






So anch'io che molti abitanti di quelle terre sono contrari, so anch'io che da un punto di vista strettamente etico e morale è una porcata, so anch'io che il cosiddetto referendum giuridicamente parlando è una recita di paese, ma...
Ma non sono stati una recita anche i plebisciti del 1860/61??? 
Non è stata una porcata la decisione del Piemonte di invadere senza nemmeno una formale dichiarazione di guerra il Regno delle Due Sicilie nel 1860???
Non è stata una vigliaccata invereconda occupare e annettersi lo Stato Pontificio nel 1870 approfittando del fatto che la Francia, protettrice del Papa, era stata sconfitta a Sedan dalla Prussia e certo aveva altri pensieri per la testa???

Come definiremmo i nostri voltafaccia del 1915 e del 1943, quest'ultimo in piena guerra e con l'Italia a sua volta invasa da amici e nemici, poi diventati rispettivamente nemici e amici, con tutto quello che ne seguì???
E non è stato assai discutibile anche l'esito del referendum istituzionale Monarchia/Repubblica del 1946???
La Storia a volte esige certi tributi, tributi che spesso costano sangue, distruzioni e anche un po' (spesso non solo un po') di faccia, ma si tratta di accadimenti che in un determinato momento sono l'unico modo per sbloccare delle situazioni altrimenti irrisolvibili e fonte di perenne tensione.
E poi, amici miei, parliamoci chiaro...
Se il Texas decidesse con una presa di posizione unilaterale di ritornare al Messico secondo voi come la prenderebbero gli USA???


Fotogramma tratto dal film "La battaglia di Alamo" (1960), prodotto, diretto e interpretato da John Wayne, con Richard Widmark, Laurence Harvey, Linda Cristal, 


E' giusto che la NATO e i paesi occidentali facciano la "faccia feroce" contro Putin, sia per creare la gazzarra giusta a livello massmediatico mondiale sulla vicenda che dia l'idea VISIBILE che sono sul pezzo e non stanno a guardare come ebeti, sia per far capire all'opinione pubblica mondiale e soprattutto al buon Vladimir che oltre un certo limite non potrà spingersi mai, che quindi dovrà comunque concedere alle minoranze ucraina e tartara i giusti diritti che spettano loro e assicurare l'integrale e definitivo rispetto dei confini nazionali dell'Ucraina (e della Georgia), oltre che di tutti gli Stati ex sovietici ed ex Patto di Varsavia ora confluiti nella NATO e/o nell'UE, ma CI SI DEVE FERMARE QUI!!!





Altro che minacciare ulteriori sanzioni e far balenare persino l'ipotesi catastrofica di possibili confronti muscolari tendenti sempre più lugubramente ad uno scontro armato semplicemente da pazzi...
Il meglio è nemico del bene: solo pochi anni fa l'idea di una Russia ingabbiata ai suoi confini da tanti Stati cuscinetto anche molto popolosi tutti nella NATO e molti persino nell'UE era fantascienza pura.
Accontentiamoci di questo, che è un ENORME risultato.














Dare contro a Putin, in questo momento, oltre che un danno immediato e pesantissimo per la nostra economia e per la sicurezza dei nostri approvvigionamenti energetici, risulta una scelta miope anche sul piano della risposta globale ai movimenti jhadisti, dall'ISIS siro-irakeno agli Shabahab somali, dai Fratelli Musulmani egiziani ai palestinesi arabi di Hamas, dalla libica Ansar Al Sharia'a alla siriana Al Nusra e ovviamente ad Al Qaeda...
Non accettare in linea di principio che Putin possa essere nostro alleato in questa lotta che dovrebbe essere condotta unitariamente da tutta Europa in alleanza con gli USA e anche Israele, ed anzi spingerlo ai margini del gioco politico internazionale con delle sanzioni che alla fine si ritorcono più contro gli Europei (e soprattutto gli Italiani) che contro la stessa Russia, che dispone di materie prime, tecnologie e competenze per poter reggere l'urto a lungo e con disinvoltura, è un errore politico esiziale che potrebbe rivelarsi fatale.




Un gioco che noi non ci possiamo permettere e che Putin non può accettare.
Un gioco invece che potrebbe aiutare l'ISIS e questi nuovi barbari che, che ci piaccia o no, si trovano ormai a 400 miglia dalle nostre coste, a Bengasi, Derna, Misurata e tra un po', se continua così, pure a Tripoli.

Perché anche nascondere la testa sotto la sabbia può essere una scelta del tutto legittima, ma...
...Ma abbiamo visto cosa certa gente se ne fa, poi, della nostra testa...

Sulla galassia dei movimenti terroristici islamisti che circondano l'Occidente descritta nella cartina sopra, tratta da Tempi, leggi qui









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