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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

martedì 9 dicembre 2014

Prima o poi il muro cadrà anche qui









Scusate ma questo è un mio pallino.
In Italia, intellettualmente parlando, siamo sommersi dalla cacca.
Lo sappiamo, l'abbiamo sempre saputo e sarà temo ancora così per tanto tempo.
Proprio per questo sento di essere dalla parte giusta.
Parte perdente, ovviamente, lo so bene, almeno in apparenza, ma certe battaglie perse in partenza valgono più di mille vittorie.




Tra ottobre e novembre sono usciti nella nostra penisola due film, ve ne ho parlato ormai diverse volte.
Uno è il film kolossal americano "Cristiada", un affresco monumentale della terribile guerra civile che sconquassò il Messico a metà degli anni '20, contrapponendo le addestrate ed equipaggiate truppe governative del feroce presidente anticlericale, socialisteggiante e massone Plutarco Elias Calles alle bande di contadini disorganizzati e con le pezze al culo ispirati solo dalla Fede in Cristo Re e guidati dall'esperto ex generale ateo Gorotieta, schieratosi con loro in nome della Dignità, della Libertà e della Giustizia e convertitosi solo in seguito, colpito dalla freschezza e dalla genuinità di quegli straccioni pronti al martirio.
Questo il sito del film: http://www.dominusproduction.com/index.php?option=com_rsform&view=rsform&Itemid=95&lang=it#.VIeQktLYz8s, con il trailer ufficiale.




L'altro film è l'italianissimo "Il segreto di Italia", una pellicola nata e sviluppatasi solo grazie alla incredibile forza di volontà di regista, sceneggiatori, attori e produttore, tra mille tribolazioni, minacce legali, boicottaggi, censure, con lo stesso identico spirito di Verità e Giustizia che guidava i Cristeros nella loro apparentemente folle speranza di battere un intero esercito e, mi perdonerà il regista Antonello Belluco, pressoché con le stesse basi di partenza di questi ultimi, un risibile budget di nemmeno 250000 euro con un contributo pubblico della regione Veneto pari, badate bene, all'incredibile importo di 25000 euro!!! 
E tutto questo perché è un film che tratta un fatto volutamente misconosciuto della nostra storia recente, la tragica vicenda di Codevigo, nel Padovano, in cui tra le centotrenta e le quattrocento persone, non si sa ancora con certezza (le cifre ufficiali tendono a parlare di circa centotrenta vittime, ma sembra proprio che il bilancio vero sia almeno di quattro volte superiore), vennero barbaramente trucidate a guerra finita dai "partigiani" della 28° Brigata Mario Gordini guidata da Arrigo Boldrini, il comandante Bulow (ve ne ho parlato QUI e QUI).

Ebbene, qualcuno di voi ha mai visto in tv, un, dico UN, trailer di questi due film?
Qualcuno ha visto dei manifesti in giro?
Qualcuno ne ha letto qualcosa sui giornaloni che parlano sempre di tutto?
Qualcuno sa se nella propria città questi film siano stati programmati? Siano ancora programmati oggi?

Su questi due film è calata una coltre di nebbia impenetrabile e colma di vergognosa vigliaccheria, da parte di un'intellettualità sempre pronta però ad esaltare le cazzate demagogiche ma politicamente orientate delle Guzzanti di turno, tanto generosamente appoggiate finanziariamente dalla mangiatoia pubblica del MIBAC (il Ministero dei Beni Artistici e Culturali), che pure non ha ritenuto di sovvenzionare la produzione de "Il segreto di Italia", quanto puntualmente bocciate dal pubblico pagante.
Seguo la vicenda de "Il segreto di Italia"ormai da tempo, e la ritengo esemplare dell'andazzo culturale, politico e storico di questo benedetto/maledetto paese che è l'Italia, un paese che amo con tutto me stesso ma che ha il bruttissimo vizio di non voler crescere mai (questo è il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=Clr6wGRatrE&feature=share).
Perché un paese che ha paura della propria Storia è un paese incompiuto, immaturo, fondamentalmente un paese infelice.
Ma qualcosa sta cambiando.
In meglio.


Giampaolo Pansa

Simone Cristicchi

Antonello Belluco
Ad oggi 3000 persone hanno affollato il Cinema The Space di Limena (PD), che è l'UNICO cinema in cui il film viene regolarmente programmato, persone spesso provenienti da fuori regione e accorse in massa solo grazie al vigoroso e classico sistema del passaparola, in spregio alla consegna data più o meno apertamente a tutti gli opinion makers di tacere, criticare a prescindere, sminuire, dileggiare...
Eppure nonostante tutte le loro accortezze il messaggio pian pianino comincia a penetrare, il successo di pubblico è innegabile, la storia coinvolgente, i fatti basati assolutamente su documenti ufficiali e difficilmente smentibili.
Non è più possibile far finta di nulla.
E allora sono costretti ad esporsi anche loro, l'ANPI ovviamente in primis, questo organismo di sopravvissuti ideologici che ormai di partigiano ha solo la ragione sociale e non certo la storia, visto che la biologia a un certo punto vuole il suo pedaggio e per il resto il mito resistenziale comincia a mostrare tutte le sue rughe, ma campa egregiamente grazie ai sussidi statali ed all'imprinting politico ben preciso, ma anche i giornaloni di opinione, gli intellettuali a la page, gli storici a contratto...
Hanno paura.

Fotogramma tratto dal film "Il segreto di Italia"








Paura che finalmente un refolo d'aria pura possa entrare in quelle stanze chiuse, buie e maleodoranti che compongono la loro casa ideologica, un refolo per il momento ancora sottile, sottilissimo, ma che appare l'avanguardia di un vento via via sempre più forte, destinato prima o poi ormai a trasformarsi in un ciclone che spazzerà via tutte le fole, i miti, le invenzioni, le meschinità, le idiozie, nate e prosperate per esaltare un Mito, quello della Resistenza, che pur con tutte le sue virtù e i suoi meriti non è mai stato quell'Empireo di Eroi puri disinteressati e cristallini  che si è voluto sempre descrivere, ma semmai una contingente anche se sincera (più o meno) alleanza di elementi diversi per ideologia, ambizioni, provenienza politica e nata quasi per forza di cose ai fini di un comune obiettivo, la caduta di una dittatura, che portò ad una vera e propria guerra civile tra Italiani, una realtà sempre negata perché questo avrebbe significato mettere praticamente su uno stesso piano gli uni e gli altri, quando in realtà si voleva dare alla Resistenza l'esclusiva legittimazione della Storia.
Un movimento in cui i comunisti, di cui le brigate Garibaldi erano il braccio armato principale, erano una componente forte ma non certamente maggioritaria, e peraltro una componente il cui fine più o meno evidente era la pura e semplice sostituzione di una dittatura con un'altra di segno opposto, ma sicuramente ancora più oppressiva, disumana e crudele di quella che voleva far cadere.
Come i fatti di Codevigo, insieme con tanti altri, dimostrano.



Se andate ora in edicola troverete una rivista molto interessante.
Si chiama "STORIA in rete", costa solo 6 euro.
Leggete quella di novembre-dicembre (n.109-110). Scoprirete tante cose di cui si è sempre parlato poco.
C'è anche la pagina su fb.

Ecco perché con grande piacere accolgo l'appello del regista de "Il segreto di Italia", Antonello Belluco, e condivido pubblicamente il suo comunicato. 
Leggetelo attentamente anche voi, amici miei, e se volete e potete farlo diffondetelo anche voi in giro.
Andate a vedere il film (il 12 dicembre sarà programmato anche al Cinema ALCIONE di Verona).
Alla fine si accorgeranno che la Storia e la Verità prima o poi trionfano sempre.
Perché prima o poi il muro cadrà anche qui.



COMUNICATO STAMPA / COPIATE E DIFFONDETE !!!

Sul film “Il Segreto di Italia” di cui sono regista, come su tutto, ciascuno è libero di dire la sua. Deve essere chiaro però che, un giudizio che possa vantare credito in merito ad un lavoro cinematografico deve provenire esclusivamente dai due soggetti che sono titolati a rilasciarlo.

Il primo sono i critici cinematografici Questi hanno per lo più taciuto, ovviamente tengono famiglia: il film non è politicamente corretto o meglio potremmo dire non è allineato con settanta anni di vulgata storica fatta solo di buoni e cattivi su cui si sono arroccati i poteri forti nel nostro Paese.

Il secondo soggetto è il pubblico il quale, per la terza settimana, sta riempiendo l’unico cinema nel quale IL SEGRETO DI ITALIA è attualmente programmato: The Space Cinema di Limena di Padova.

Questi sono i fatti. Se due esponenti padovani dell’Associazione Nazionale Partigiani, scrivono che è un film “brutto e dilettantesco” il giudizio, io dico, non ha valore artistico ma solo politico; e se i giornalisti conformisti riprendendo questi giudizi e pontificano che le distribuzioni non lo vogliono per tale motivo, ingannano l’opinione pubblica come hanno sempre fatto per settanta anni e ancora fanno, per difendere un sistema.

La verità è che per andare nelle sale cinematografiche a dicembre ci vuole un portafoglio colmo di soldi da anticipare alle distribuzioni, soldi che Il Segreto di Italia non ha.

Questa è l’Italia, un Paese dove dalla fine dell’ultima guerra si è nascosto un eccidio efferato di uomini e donne e se qualcuno ne parla, facendo un film, quell’opera è già una “schifezza”.

E se più di 3000 persone che lo hanno già visto lo hanno giudicato eccellente? Allora sono tutti di Forza Nuova e di Casa Pound.

In questo paese registi del “sistema”, spendono, certo non di tasca propria, milioni e decine di milioni di euro per fare un film. Il Segreto di Italia ha avuto venticinquemila euro dalla Regione Veneto, il resto, per arrivare complessivamente a meno di duecentocinquanamila euro, è arrivato dalla generosità di contributi privati.

Se i critici tacciono il pubblico apprezza.

Esponenti dell’ANPI, per lo più oramai costituita da “partigiani” nati a guerra finita, ma che sopravvivono grazie a una montagna di soldi succhiata dalle nostre tasse, denigrino pure il mio film. Io ho parlato di argomenti dei quali ci voleva coraggio a parlare, l’ho fatto con il cuore e senza budget in tasca, mentre a sparare sentenze a spese dello Stato sono capaci tutti.

Antonello Belluco


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