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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 6 gennaio 2016

Ci penserà la Folgore!



Cari Amici, sembra proprio che sia cominciato in qualche modo il countdown per l'intervento occidentale in Libia.
Ieri il Daily Mirror aveva parlato di una spedizione occidentale in appoggio alle forze unite dei due governi libici, quello di Tripoli (scissionista, islamico sedicente moderato) e quello di Tobruk (più laico e l'unico formalmente legittimo), composta da circa 6000 uomini forniti da U.S.A, Gran Bretagna e Francia ma A GUIDA ITALIANA, che però non avrebbe mandato alcun suo soldato sul terreno libico!
Ora, facevo sinceramente fatica a capire come potesse pretendere l'Italia di guidare una spedizione di questo tipo, composta da militari appartenenti alle prime tre forze armate occidentali, senza però fornire nemmeno un uomo.
Voglio dire, ve l'immaginate voi un Hollande, un Cameron, un Obama affidare i loro uomini, che per andare in un simile teatro di guerra non devono essere proprio tra i più incapaci, ad uno sconosciuto generale italiano seduto bello tranquillo al calduccio  della sua poltrona di pelle umana in un qualche bunker ipertecnologico di Forte Braschi mentre osserva dal satellite in 3 D i movimenti delle truppe sul terreno, con Renzi che gli dice come in un Risiko "Sposta quelli nel Fezzan, metti questi in quell'oasi, attacchiamo la Kamchatka...Ah no, qui non c'entra..."???
Ecco, io non credo proprio, vero?



Ed infatti, ieri esce sul Giornale, con la firma dell'ottimo Fausto Biloslavo,  la notizia secondo la quale la nostra prestigiosa Brigata Paracadutisti Folgore è preallertata per l'intervento (v.QUI).
A questo punto i conti tornano tutti, in effetti.
Posto che, secondo il ministro della difesa Michael Fallon, 1000 sarebbero i militari inglesi, suddivisi tra consiglieri militari e membri  dello Special Reconnaissance Regiment (per l'acquisizione degli obiettivi), attualmente posizionati nella zona costiera del golfo di Bomba, più o meno controllata dalle truppe legittimiste del generale libico Haftar (che, ricordiamolo, è anche cittadino americano), tra Derna (già per un certo periodo capitale dell'ISIS libico) e Tobruk.
Posto che almeno altrettanti dovrebbero essere gli americani, già sbarcati nella base aerea di Al Wattiyah presso il confine con la Tunisia (il 14 dicembre è stata postata su Facebook dall'aviazione libica legittimista la foto di una ventina di questi nerboruti Rambo in abiti civili appena sbarcati).
E posto infine che forse in quantità più limitata potrebbero essere i francesi, tutti dei corpi speciali e dislocati nell'aridissimo e inospitale deserto del Fezzan, presso l'aeroporto militare di Brak Al Shati.
Ecco, posto tutto questo saremmo a 2500/3000 uomini sul terreno.
E i restanti 2000/2500?
Esatto, sono quelli della Folgore!



Perché allora non si è ancora formalizzato nulla?
Be', mi pare ovvio, il Giovin Signore Fiorentino forse una speranziella di poter guidare l'operazione standosene accuratamente fuori dalla Libia l'aveva ancora (perché gli altri, secondo lui, parafrasando una vecchia pubblicità, hanno scritto in fronte JO CONDOR) e ha tirato le cose un po' per le lunghe senza dare ancora l'ok politico.
Ma ormai sembra proprio che tra le due fazioni governative libiche l'accordo per un "governo di unità nazionale" sia stato trovato, col beneplacito dell'ONU, la firma sul documento è stata solennemente data il 16 dicembre scorso a Skhirat, in Marocco (v. QUI), e lo stesso Mirror parla di un'iniziativa occidentale che dovrebbe iniziare "in poche settimane".




Ormai il tempo è tiranno e non si può più aspettare: le forze che si richiamano all'ISIS sono in precipitosa fuga dal Medio Oriente (e dobbiamo ringraziarne Putin, non certo lo scimunito della Casa Bianca) e si stanno riversando proprio sulla Libia, dove stanno mettendo direttamente sotto tiro i campi petroliferi e tutto l'indotto relativo.
Con l'ISIS che ha in mano un intero tratto di costa che va da Sirte lungo 150 chilometri più ad est fino a Ben Juawad, a sua volta a soli 30 chilometri da Sidra in direzione est, praticamente attaccata alle strategiche Ras Lanuf (ai confini storici tra Tripolitania e Cirenaica, ove sulla grande Via Balbia sorgeva il grande Arco dei Fileni voluto da Balbo e abbattuto da Gheddafi nel 1973), e Marsa al Brega: insomma proprio dove sorgono imponenti giacimenti di petrolio e gas naturale dell'ENI, con impianti e raffinerie realizzati da Snamprogetti e Saipem.
L'Italia qui è in prima linea.



Non penso che i paracadutisti saranno utilizzati in operazioni su larga scala, quelle resteranno appannaggio delle truppe governative e di quelle egiziane che già ora le aiutano: immagino invece che saranno dislocati a protezione proprio degli impianti e delle raffinerie, con la piena responsabilità in merito (teniamo comunque conto che le aziende italiane hanno già per conto loro del personale addestrato in loco e l'ENI ha addirittura un suo servizio informazioni assai efficiente, competitivo con quelli nazionali su quel teatro).
Diciamo che la loro dovrebbe essere una rivisitazione in trasferta dell'operazione STRADE SICURE avviata in Patria a protezione dei siti più esposti e dei punti di maggior richiamo turistico/religioso/culturale, qualcosa di analogo a ciò che sarà effettuato in Iraq per la protezione della strategica diga di Mossul, la cui messa in sicurezza è stata appaltata ad una ditta italiana.
Le forze speciali alleate (tra le quali comunque immagino che qualcuno dei nostri ci sarà, non mi stupirei se già ora fossero presenti) avranno compiti di sabotaggio, acquisizione obiettivi, recupero di eventuali prigionieri ed azioni dietro le linee.
Al largo delle coste libiche poi abbiamo già le nostre navi che pattugliano da tempo quelle acque, insieme con importanti mezzi navali delle altre nazioni interessate, mentre a Cipro già operano 16 caccia britannici, impiegati in Siria ed Iraq, ed altri ne stanno arrivando.
Leggo poi proprio oggi sul profilo fb del sempre documentatissimo GeopoliticalCenter che è partita dagli Stati Uniti la USNS Spearhead, una nuovissima e velocissima unità navale da trasporto truppe appartenente al Military Sealift Command dell'U.S.Navy.
Il suo arrivo nel Mediterraneo è previsto tra 18 giorni.



Insomma, il quadro d'insieme si sta progressivamente componendo nel chiuso dello studio.
Ora si tratta semplicemente di esporlo al pubblico.
Se Renzi si dà una mossa. 
In fin dei conti è pur sempre Renzi, eh...
Ah, a proposito, BUONA EPIFANIA!


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