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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 20 agosto 2014

Allah è il male





Ho il cuore colmo di pianto, orrore, indignazione, amici miei.
Arriva un momento in cui non si può umanamente più far finta di nulla.
Il modo in cui un miliziano dell'ISIS, uno dal forte accento londinese pare, ha ammazzato con un coltellaccio il povero James Wright Foley, un quarantenne reporter di Boston catturato in Siria a fine novembre 2012 mentre cercava di documentare una delle maledette rivolte arabe che tanto ingenuo entusiasmo aveva indotto nelle nostre democrazie del benessere, uno che probabilmente era anche col cuore sinceramente a favore di questa gente indegna, rappresenta il classico momento di svolta che nella Storia porta ai cambiamenti più imprevisti.

Ora persino l'imbelle che sta alla Casa Bianca sembra essersene accorto, quando proprio oggi dice testualmente che "L'ISIS è un cancro che va estirpato", preceduto pure da Papa Francesco che, sia pur con estrema circospezione, gesuiticamente, alla qui lo dico e qui lo nego, è giunto finalmente alla conclusione che "bisogna FERMARE tutto questo", anche se, si è subito premurato di aggiungere, "senza guerre, senza bombe" (una partita a tressette, Santità, o magari una sfida allo schiaffo del soldato? No, perché io non credo ci sia allo studio il modo di "aprire un dibattito" con questi qui...)


James Wright Foley durante un suo reportage




Questo povero ragazzo, dopo quasi due anni di prigionia, è stato macellato nel solito modo che queste bestie immonde (con tutto il rispetto per le bestie) riservano ai loro animali al momento del sacrificio rituale, con lo stesso identico carico di indifferenza per la vita misto all'amore per il dolore altrui che li contraddistingue, mascherato da un fervoroso senso religioso che in realtà sublima quello che era un atto sanguinosamente simbolico che poteva andar bene 2000 anni fa ma che ora appare in tutta la sua apocalittica, assurda, terrificante antistoricitá.
Non è più questione di rispetto, di tolleranza, di buona volontà, di civiltà di rapporti tra culture differenti, ora: diventa una pura e semplice questione di sopravvivenza, un modo di stabilire una volta per tutte se abbia più diritto di esistere una concezione medievalmente troglodita della realtà che osa richiamarsi ad una supposta volontà di Dio per giustificare ogni possibile nefandezza che pure sembra negarla in radice o piuttosto se debba prevalere un diverso modo di rapportarsi con le cose e gli uomini, un modo spesso contraddittorio, criticato e criticabile, magari anche ingiusto tante volte, forse persino autoreferenziale, ma sicuramente più aperto all'altro, più attento alle esigenze dell'individuo, alle sue libertà, ai suoi diritti, meno vincolato ai precetti assoluti di un Dio punitivo e totalizzante come quello che viene propugnato da Al Baghdadi e dai suoi accoliti, alfieri orgogliosi di un sistema in cui non ci sono persone ma sudditi, non c'è libero arbitrio ma cieca obbedienza, in cui non ci sono perdono e compassione, ma solo vendetta e castigo.

Quello che ha fatto l'ISIS è un atto inumano, ignobile, barbaro che non può avere altra risposta che la reazione unita, coraggiosa, consapevole e soprattutto FORTE di tutta la comunità civile internazionale, in primis quella occidentale, che si è vista sfidare in un modo così spudoratamente aperto, senza distinzioni e senza giustificazionismi di sorta.
Non li possiamo più accettare.






Il nemico è alle porte ormai.
Sono ormai passate quasi ventiquattr'ore dalla notizia di questo orrendo crimine infame, attuato con fredda e compulsiva determinazione, contro un disgraziato, inerme, sconosciuto essere umano, colpevole solo di essere giornalista e di essere americano, uno che è stato costretto a declamare di fronte a una telecamera frasi in cui non credeva, di arancione vestito come i reclusi di Guantánamo, e subito dopo hanno scannato colpendolo alle spalle, come un agnello sacrificale, senza umanità, senza onore, senza pietà: in questo frattempo non una parola ancora di sdegno, di condanna, di orrore si è udita da parte del mondo musulmano, quello stesso mondo pronto però in un nanosecondo ad insorgere come un sol uomo, spalleggiato da tanti complici ciechi e sordi presenti in occidente, di destra e di sinistra, di fronte alla ovvia e giusta autodifesa di Israele contro gli attacchi vigliacchi di Hamas, o per affermare il suo diritto di usare le nostre leggi a esclusivo suo uso e consumo, negandolo però a chi voglia adottare analogo criterio in casa loro...
Tutto questo avviene mentre migliaia di cittadini europei, tra cui certo in maggioranza molti di origine araba di seconda o terza generazione, ma con un numero sempre crescente di neoconvertiti figli di famiglie dalle origini incontestabilmente inglesi, o francesi, o tedesche, o italiane partono volontari per andare a combattere in quelle terre lontane, nel segno della Jihad.
Pronti poi, una volta ritornati qui (quelli che ci riescono) ad esportare in patria quella religione del terrore che gli è stata inculcata a forza in testa, nel corso di un lunghissimo, sfiancante, ossessivo indottrinamento spesso iniziato nella moschea più o meno abusiva sorta con la benevola complicità di compiacenti autorità locali...
Questo accade anche in Italia, sotto gli occhi spesso colpevoli dei nostri politici (leggete QUI la tragica storia di Giuliano Ibrahim Delnevo, per esempio), che ancora faticano ad accettare questa realtà, per pigrizia, per convenienza, per complicità più o meno consapevole, o magari per paura di scoprire e quindi ammettere l'orrore vero che si nasconde dietro quella porta che preferiscono mantenere chiusa.

I media mostrano e non mostrano, dicono e non dicono, nascondono certe immagini terribili sotto un velo ipocrita di commozione e orrore, ma forse è sbagliato non far vedere quello che hanno fatto a Peter Wright Foley, perché ci sono delle anime belle che ancora non hanno capito bene la posta che c'è in gioco.
Chi mi legge, forse, ho la presunzione di pensarlo, l'ha capito invece.
E ha capito che Allah, almeno QUESTO Allah, È IL MALE.

























[I due post scriptum in successione dedicati alla tragica vicenda dei quattro aviatori deceduti sulle Marche nel corso di un'esercitazione sono stati tolti da qui e messi in un apposito post espressamente loro dedicato, in occasione delle Solenni Esequie celebrate il giorno 2 settembre 2014, titolato: Angeli dell'Aria - Meritavano un post tutto per loro.
Si rimanda a quel post per la loro visione.]

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