Pagine

Diavolo che scrive al pc

Diavolo che scrive al pc
Tic tic tic tic tic tic

martedì 6 maggio 2014

Qualcuno dovrà rinsavire, prima o poi...

Finalmente questo campionato lunare, brutto, decadente e malato si avvia alla conclusione.
Certo che soltanto la Juve poteva vincere uno scudetto così, senza giocare, tre giorni dopo una bruciante eliminazione europea nello stadio di casa dove pure si disputerà la finale, il giorno dopo una finale di Coppa Italia con spari, feriti e tanta tensione, dove lo Stato per far disputare la contesa si è dovuto mettere a trattare con tale "Genny 'a carogna", figlio di un camorrista, pluridaspato...
Uno scudetto vinto dalla Juve il giorno prima di giocare con l'Atalanta
grazie all'opera del praticamente retrocesso Catania che rifila 4 pere alla Roma, seconda in classifica con una sessantina di punti in più, e tutto questo, aggiungo, dopo che la Lega non ha avuto la delicatezza di rinviare la partita di Verona tra il Chievo e il Torino onde consentire a quest'ultimo di convenientemente onorare il ricordo del Tragico Lutto di Superga, "per esigenze di correttezza del campionato", nell'ottica di un'allineamento preciso delle gare in cui erano interessate squadre impegnate sia per la qualificazione all'Europa League sia per la lotta per non retrocedere...
Certo, come no, in un campionato spezzettato in mille rivoli, dove la giornata calcistica è iniziata sabato con la finale di Coppa Italia e terminerà addirittura martedì con gli ultimi due posticipi...
RIVOLTANTE!








La Juve ha timbrato il cartellino anche stavolta, senza gioire tanto è stato facile, e sono trenta scudetti ora (non trentadue, si rassegnino, il titolo regalato all'Inter è stato un sopruso, ma loro la revoca di quei due se la sono meritata tutta...), ma alla fine cosa resta? 
Il calcio italiano, nonostante un'annata non certo peggiore delle precedenti, anzi, si è visto certificare il solito mal di Europa, di tutte le italiane certo ma dei bianconeri in particolare; gli stadi italiani appaiono sempre più vecchi, vuoti, scomodi ed insicuri, con il delirio dell'impianto di Cagliari che si trascina ancora dopo anni e anni di perdite di tempo, col sovrappiù di un'incredibile carcerazione del patron Cellino, reo solo di aver cercato di sveltire alla sua maniera spiccia una situazione ai limiti dell'assurdo; la finale di Coppa Italia è stato uno spottone negativo (anche del sistema paese nel suo complesso) che verrà ricordato per anni e anni...








E quanto al derby di ieri sera, che per carità abbiamo vinto anche con pieno titolo, con un gol del più meritevole in assoluto, di gran lunga il migliore in campo, è stato francamente orribile e ha dato pienamente la misura di quanto arretrato sia in questo momento il nostro calcio, come mentalità, spettacolo, preparazione fisica, corsa, impatto emotivo sulla gente, capacità di osare, ritmo, organizzazione, voglia di innovare, in campo, sugli spalti, come preparazione e presentazione dell'evento calcistico...



Eppure qui c'è gente abbarbicata a certe poltrone da sempre e che non fa che rinviare i problemi, sviare responsabilità, trovare sempre scuse, scuse, scuse, basta comunque avere sempre il posto assicurato in Tribuna Vip, mentre il nostro calcio va alla malora e sembra quasi impotente, ma più che impotente, addirittura come rassegnato nella sua totale indolenza di pensiero e volontà, al trascorrere delle cose...
E invece succedono cose al limite del surreale,come ad esempio l'idea di mandar via (pagando tra l'altro uno sproposito, roba da matti!), gente come Seedorf, che partendo da una situazione di totale debacle sportiva, umana, quasi palingenetica, ma in quale direzione non si sa (in fin dei conti anche la morte a suo modo è palingenetica), è riuscito a risollevare una squadra prostrata come il Milan, e portarla in fondo a una rincorsa pazzesca a potersi giocare per intero, e con buone anzi ottime prospettive, le proprie carte in vista di un miracoloso accesso alla Europa League e forse, chissà, proprio da quel quinto posto che in società sarebbe il più desiderato...





Dalle parti dove vivo si dice " 'sa fàmmia?", "Cosa facciamo?" 
Davvero si vuole mandare via Seedorf? Contro il volere dei tifosi? Contro l'evidenza dei risultati? Contro la stessa convenienza economica, quella cui ogni volta ci si attacca quando si tratta di avere il braccino corto nello spendere quei pochissimi soldi (rapportati a quelli che circolano normalmente nel calcio, e in riferimento al valore dei giocatori) anche per il riscatto di Taarabt, Rami e Poli, ma che evidentemente non vale quando i soldi si possono buttare così, per una liquidazione ad un allenatore che pure tanto bene sta facendo? 
Ma andiamo al di là dell'aspetto Seedorf, andiamo al di là del Milan...
La domanda, "Cosa facciamo?", vale per tutto il calcio italiano di oggi.
Vale per gli stadi che fanno schifo, vale per certe indegne trattative che si è costretti a fare con certi ultras e che vanno sulle televisioni di tutto il mondo, vale per una Serie A ipertrofica a 20 squadre e con sole 3 retrocessioni, che fa sì che si ingeneri un livellamento verso il basso sempre più preoccupante, con in più il serio pericolo che le squadre già retrocesse o che nulla hanno da chiedere al campionato sin da marzo possano essere tentate dalle scommesse, vale per una cultura della deroga che deve finire, una volta per tutte: ogni squadra che va in Serie A deve indicare uno stadio di minimo 20000 posti, adeguato e a norma, in cui giocherà la competizione, che deve essere pronto al massimo entro ottobre, senza deroghe ulteriori. 
Pena la sua esclusione dalla Serie A, altro che palle, altro che stare a guardare da anni, silenti e quindi complici, autentici scempi come quello di Cagliari...



Così le cose non possono andare avanti...
Qualcuno dovrà rinsavire, prima o poi...
'sa fàmmia?"

Nessun commento:

Posta un commento