No, signori miei, NO!!!
NO nel merito:
- perché la riforma non cancella il Senato, che tanto per cominciare resta come sede fisica ed istituzionale, coi relativi costi fissi che evidentemente continuano, ma semplicemente lo umilia nel numero, nella composizione, nelle proporzioni numeriche con la camera, nella elezione e nel rispetto delle minoranze, facendolo diventare una sorta di club dopolavoro, un hobby non pagato (PER ORA, li conosco i miei polli...) per 95 tra consiglieri regionali (74) e sindaci (21) e mantenendo 5 membri a vita nominati dal Presidente della Repubblica (per quale motivo, poi, non si sa, già sono inutili se non dannosi ora, figuriamoci con la riforma);
- perché, esattamente come accaduto per le province (altra riforma fuffa), toglie all'elettorato l'unica arma in suo possesso, il diritto di voto dei suoi rappresentanti, consegnando manu militari il senato al ceto politico locale, peraltro storicamente appannaggio della sinistra, che se le canta e se le suona da solo;
- perché, esattamente come accaduto per le province (altra riforma fuffa), toglie all'elettorato l'unica arma in suo possesso, il diritto di voto dei suoi rappresentanti, consegnando manu militari il senato al ceto politico locale, peraltro storicamente appannaggio della sinistra, che se le canta e se le suona da solo;
- perché l'unica cosa buona di questa riforma, l'abolizione dell'ignobile Titolo V sui rapporti tra Stato, Regioni ed enti locali come riformato dalla sinistra con 4 voti di maggioranza nelle ultime ore della legislatura 2001 (a proposito di correttezza politica...), diventa con l'assetto istituzionale che si verrebbe a creare con la riforma un modo per riportare le lancette dell'orologio indietro quasi fino all'epoca del centralismo di tipo giolittiano (solo per non dire mussoliniano, sennò qualcuno si offende), con l'aggravante che verrebbe gestito di fatto da una sola coalizione (se non addirittura da un solo partito), eletta con un nuovo meccanismo elettorale, il cosiddetto Italicum, che, come e più della mussoliniana Legge Acerbo e della "legge truffa" del 1953, finisce per consegnare la maggioranza assoluta della camera in mano ad uno solo dei tre poli elettorali, eletto all'incirca come gli altri due dal 30% dei votanti, pari al 15% effettivo degli elettori a causa del 50% che preferisce non andare a votare;
- perché ci mette totalmente in mano alla U.E ed alle organizzazioni sovranazionali, eterodirette da persone mai elette in vita loro, costringendoci forzosamente a seguirne le determinazioni come cagnolini al guinzaglio (si veda il nuovo art. 117 come uscirebbe dalla riforma);
- perché ci mette totalmente in mano alla U.E ed alle organizzazioni sovranazionali, eterodirette da persone mai elette in vita loro, costringendoci forzosamente a seguirne le determinazioni come cagnolini al guinzaglio (si veda il nuovo art. 117 come uscirebbe dalla riforma);