È morto oggi Dario Fo, uno che è passato (è stato fatto passare, diciamo, che forse è più giusto) per genio assoluto dopo esser trasmigrato senza soluzione di continuità da Salò a Mao, dal manifesto contro Calabresi alla difesa degli indegni assassini della famiglia Mattei nel rogo di Primavalle fino all'inchino a Sua Maestà il Re di Svezia per prendersi un incredibile Nobel per la Letteratura, per finire a Vendola e Grillo...
E tutto questo senza fare un plissè sulla sua faccia.
E tutto questo senza fare un plissè sulla sua faccia.
E il bello è, con buona pace del vomitevole servizio che ho visto oggi sul TG1, che l'unica scelta veramente contro corrente fatta in vita sua è stata proprio la prima, quando nemmeno 18enne si arruolò nei paracadutisti (i paracadutisti) della R.S.I. (la R.S.I.!), prima nel battaglione allievi Azzurro di Tradate e poi nel battaglione Mazzarini della G.N.R.
Una scelta che pure lui, il (supposto) genio assoluto, cercò disperatamente di smentire, prima negandolo sic et simpliciter, poi affermando di essersi arruolato volontario nel battaglione d'addestramento della contraerea aeronautica per evitare di rischiare la condanna a morte per renitenza alla leva facendo anche passare dei guai al padre antifascista, infine giungendo persino a dire che sì, si era arruolato perché infiltrato dei partigiani..
In realtà, quando emersero le prove fotografiche, documentali e testimoniali della sua intensa partecipazione alla fase finale del Fascismo, quando l'ex sergente maggiore istruttore paracadutista Carlo Maria Milani ad esempio disse che "l'allievo paracadutista Dario Fo era con me durante un rastrellamento nella Val Cannobina per la conquista dell'Ossola, il suo compito era di armiere porta bombe", e quando l'ex capo partigiano Giacinto Lazzarini lo sbugiardò senza alcuna esitazione ("...Se Dario Fo si arruolò nei paracadutisti repubblichini per consiglio di un capo partigiano perché non l'ha detto subito, all'indomani della liberazione? Sarebbe stato un titolo a suo onore, perché tenere celato per tanti anni un episodio che va a suo merito?"), il vecchio camerata Dario Fo dovette farsene una ragione.
Così non fece appello alla sentenza di assoluzione con formula piena ("perché il fatto non sussiste") emessa dal Tribunale di Varese il 16 maggio 1980 nei confronti della piccola rivista Il Nord di Borgomanero (NO), da lui querelata per diffamazione dopo la pubblicazione il 9 giugno 1977 di una lettera di tale Angelo Fornara col titolo "Il rosso Fo detto Dario già fascista", in cui il passato del vecchio affabulatore veniva pesantemente messo in discussione.
Così non fece appello alla sentenza di assoluzione con formula piena ("perché il fatto non sussiste") emessa dal Tribunale di Varese il 16 maggio 1980 nei confronti della piccola rivista Il Nord di Borgomanero (NO), da lui querelata per diffamazione dopo la pubblicazione il 9 giugno 1977 di una lettera di tale Angelo Fornara col titolo "Il rosso Fo detto Dario già fascista", in cui il passato del vecchio affabulatore veniva pesantemente messo in discussione.
Addirittura il 7 marzo 1980 lo stesso Tribunale sentenziò che "è perfettamente legittimo definire Dario Fo repubblichino e rastrellatore di partigiani"!
E la sentenza passò così in giudicato, divenendo definitiva.
E la sentenza passò così in giudicato, divenendo definitiva.
Non voglio giudicarlo, meno che meno nel giorno della sua morte, arrivo persino a dire che alcuni suoi lavori hanno a mio parere una certa valenza artistica (certo il Nobel, insomma...Vabbè che lo hanno dato anche a Obama...), ma ora che è passato dall'altra parte se la vedrà non solo con Dio, quel Dio che tante volte, insieme col Papa (fino almeno alla recente liaison con Papa Francesco almeno...), ha allegramente sbertucciato con le pesanti allegorie dei suoi spettacoli teatrali e delle sue mostre anche pittoriche, ma soprattutto con i tanti che, pur diventati famosi quanto e più di lui, mai hanno rinnegato certe scelte fatte nel passato.
Da Giorgio Albertazzi, l'ultimo a lasciarci prima di lui, lo scorso 28 maggio, già ufficiale della legione Tagliamento della G.N.R. (uno che per me aveva esattamente lo stesso identico imprinting anticlericale, repubblicano, culturale e caratteriale di Fo, con la differenza che ha sempre orgogliosamente rivendicato le sue scelte giovanili fino alla fine dei suoi giorni), a Marcello Mastroianni (soldato presso l'istituto geografico militare- E.N.R.), da Ugo Tognazzi (milite della brigata nera Felisari), a Raimondo Vianello (bersagliere nell'esercito repubblicano), Walter Chiari (che combatté persino in Normandia nell'autunno 1944, a Thionville sulla Mosa, nella batteria antiaerea Martha del battaglione San Marco), Mauro De Mauro e Hugo Pratt (entrambi marò della X MAS) ad Enrico Maria Salerno, ufficiale della G.N.R. presso la scuola allievi ufficiali Varese, anche lui molto probabilmente assimilabile come idee a Fo ed Albertazzi...
Tutta gente che, come Dario Fo, ha militato dalla parte sbagliata, non di rado finendo la guerra internata nel famigerato campo di prigionia alleato di Coltano (Vianello, Chiari, Salerno, De Mauro, Pratt) o comunque in prigione (Albertazzi, detenuto per due anni tra Firenze, Bologna e Milano, accusato di aver comandato il 27 luglio 1944 un plotone di esecuzione contro Ferruccio Manini, un giovane disertore dell'esercito divenuto partigiano, fino all'amnistia Togliatti del 1947), finendo però lo stesso per emergere nonostante mai si fossero vergognati del loro mai nascosto passato fascista.
Certo, poi altri, da Giorgio Bocca (già iscritto al GUF, che 22enne il 4 agosto 1942 firmava sul settimanale cuneese "La Provincia Grande", foglio dei fasci di combattimento, un articolo in cui imputava la guerra alla "congiura ebraica" cui l'"Europa ariana" doveva opporsi), a Norberto Bobbio (che, 27enne, per avere la cattedra universitaria nel 1936 inviò personalmente una lettera adorante al ministro Gentile ed al Duce e dovette giurare fedeltà al Fascismo), al più moderato Giovanni Spadolini (giornalista tra i 19-20 anni di "Italia e Civiltà" tra il 1944 ed il 1945), hanno rinnegato, almeno a parole, certe prese di posizione, pur atteggiandosi sempre con ingiustificata sicumera, soprattutto i primi due, a (ben ricompensati) maestri di pensiero indiscutibili, con l'aria di voler dare lezioni di moralità a tutti.
Perché il Destino a volte è come una moneta, basta scegliersi il verso giusto al momento giusto...
Ora ne manca ancora uno all'appello, all'epoca giornalista del "Nuovo Occidente" e caporedattore dell'organo del GUF "Roma Fascista", poi finalmente anche questa stagione sarà finita...
P.S.
Prima o poi, dove sei, camerata-compagno Dario, forse incontrerai Stefano, col fratello più grande Virgilio, e anche Mario...
Se succederà sarò contento, per te, perché vorrà dire che ti sarai salvato, ma soprattutto perché se ce l'hai fatta tu...
Ah, quando incontrerai la Buonanima, fa' pure finta di non riconoscerlo, eh...
Per saperne di più:
https://ilgraffionews.wordpress.com/2011/03/18/il-rosso-fo-detto-dario-gia-fascista/
http://www.secoloditalia.it/2015/04/a-42-anni-dal-rogo-di-primavalle-quelle-immagini-che-non-dimenticheremo-mai/
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bru-neo-vespa-si-toglie-qualche-sassolino-mocassino-suo-nuovo-88108.htm
http://mortidimenticati.blogspot.it/2012/02/walter-chiari-e-gli-italiani-nello.html
Nessun commento:
Posta un commento