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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

martedì 15 agosto 2017

La scelta giusta







La scelta del governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo è la scelta giusta.
Ha solo due difetti: è tardiva e non fa che rimediare ad un'altra scelta, quella originaria di ritirare l'ambasciatore in patria, che, molto semplicemente, non doveva esserci. 
Il popolo radical-buonista della Verità su Regeni (la Loro Verità, solo la Loro) se ne faccia una ragione.
Punto.





Un governo serio, di un paese serio, con tutto il rispetto non si fa dettare la politica estera, soprattutto i rapporti con un paese ed un governo chiave per i nostri interessi vitali nel Mediterraneo, da una famiglia, quello dello sfortunato idealista Giulio Regeni, gettatosi mani e piedi in una spy-story tanto più grande di lui (finendo ovviamente per parteggiare per i soggetti sbagliati), e da una realtà politica, ideologica e giornalistica fatta di circoli di anime belle, sempre la solita, che spalleggiandone le legittime ed umane aspettative di Giustizia ha costretto i nostri deboli governicchi a prendere decisioni così idiote per i loro schifosi giochi di bassa politica elettorale.
Al Sisi non è una mammoletta, ma è tremila volte meglio di quel variegato mondo egiziano "resistenziale" che il ragazzino con gli entusiasmi tipici dei radical-chic aveva acriticamente sposato in toto, ovviammente titillato da gente assai più scafata e "terra terra" di lui, in nome di un irrealistico empito di democrazia che in certe lande non c'è e molto semplicemente non può esserci, per ragioni storiche, culturali e religiose. 
Al Sisi è un dittatore figlio di buona donna? Sì, lo è, ma è anche l'unico interlocutore affidabile che possiamo permetterci in Egitto, ed in politica estera questo solo vale: nei rapporti internazionali non possiamo sceglierci le persone con cui trattare, e questo vale a maggior ragione se chi le sostituirebbe al potere è decisamente peggio, com'è in questo caso. Con l'improvvida decisione di ritirare il nostro ambasciatore dopo il barbaro assassinio del ragazzo ci siamo creati da soli un problema enorme, da perfetti imbecilli, ed ora non facciamo che rimettere a posto le cose.






Nel frattempo abbiamo perso quel poco d'influenza politica che avevamo nell'area, siamo stati tagliati fuori da importanti decisioni strategiche sulla Libia e scavalcati da Francia e Gran Bretagna, guarda caso immerse in toto in quell'infido coacervo melmoso che  fa da sottofondo agli ambienti sindacali, politici e giornalistici frequentati dal Regeni, vicini ai Fratelli Musulmani, nel grande gioco di potere del Mediterraneo, beffati proprio da loro in fondamentali contratti petroliferi ed altre importanti commesse commerciali nel Mediterraneo, rimanendo anche totalmente esposti all'indiscriminata transumanza di uomini dall'Africa fino alle nostre coste...





La decisione di riallacciare ordinari rapporti diplomatici con l'Egitto, pur fatta in un modo così pavido, imbelle, vergognoso, a Ferragosto, in silenzio, con gli italiani al mare, le redazioni semivuote, l'interesse massimo rivolto al calciomercato, è comunque giusta, ma non fa altro che porre in extremis una toppa ad una situazione assurda e deprecabile, ormai palesemente divenuta insostenibile.


Speriamo solo che nel frattempo i buoi non siano già scappati dalla stalla.




P.S.
Buon Ferragosto, eh...

3 commenti:

  1. Ti leggo sempre con piacere!
    Il mio commento immediato è stato "Finalmente Alfano ha fatto, anche se non solo sua sponte, la cosa giusta". Sbagliato è stato ritirare l'ambasciatore per una questione che interessava solo la famiglia del ragazzotto che si è fatto mettere in mezzo da gente di sinistra dell'Università di Cambridge ed è finito, da povero allocco, nelle mani sbagliate.
    Ora cerchiamo di riallacciare con il governo Al Sisi, migliore sicuramente del precedente governo Morsi, tanto caro al solito Obama e di conserva alla sinistra mondiale

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  2. Ti ringrazio.
    Ovviamente rispetto il dolore della famiglia, ma non è questo il punto, il punto è che una onesta politica estera deve seguire l'interesse nazionale.
    Tanto più che, con buona pace delle presunte rivelazioni del NYT, subito rilanciate a pappagallo dai media ma prontamente smentite dal nostro stesso governo, sulla tragica uccisione del ragazzo non ci sono certezze sui mandanti mentre purtroppo ce ne sono sul suo comportamento da "elefante in cristalleria", sul suo essersi messo in contatto con personaggi discutibili, sul suo essere stato manovrato come un burattino inconsapevole da professori di università britanniche insieme vicini alla Fratellanza Musulmana ed ai servizi segreti di Sua Maestà...
    I cui interessi tra Libia ed Egitto sono da sempre in conflitto coi nostri, per il petrolio e non solo.
    E mi fermo qui.

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  3. sono pienamente d'accordo con te!

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