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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

domenica 25 ottobre 2015

Unioni (in)civili?



Allora, fuori dai denti.
Giusto per la precisione.
Io sono assolutamente d'accordo col concetto di unione civile.
ASSOLUTAMENTE - D'ACCORDO - COL -  CONCETTO - DI -  UNIONE - CIVILE.
Per dirla con Papa Francesco: "CHIARO???"
Però...
...A patto che non finiscano col scimmiottare il matrimonio e soprattutto non comportino in alcun modo la possibilità di adottare, tanto meno con quella formula intellettualmente disonesta e umanamente devastante che è ipotizzata da parte del disegno di legge Cirinnà attualmente in discussione in parlamento, la cosiddetta "stepchild adoption", letteralmente l' "adozione del figliastro", cioè la possibilità di adottare il figlio, biologico od anche adottato a sua volta, del proprio partner, omosessuale o etero che sia.


Perché dico questo?
Perché in realtà quello di avere figli non è un diritto soggettivo, non più almeno di quanto lo sia quello di vincere alla lotteria, o quello di andare a letto con Charlize Theron, o di giocare titolare nell'attacco del Barcellona  panchinando Messi.
No, nulla di tutto questo. Quella di avere figli è una semplice possibilità, nemmeno di facilissima realizzazione, anzi tutt'altro, che la natura ci concede.
Però a una sola, unica, decisiva, imprescindibile condizione.
Che alla base vi sia un rapporto sessuale completo tra un uomo, UN UOMO, e una donna, UNA DONNA.
Punto.
Senza questo piccolo dettaglio hai voglia a fare un figlio!
Perché anche per vincere alla lotteria almeno il biglietto lo devi prendere, per andare a letto con Charlize Theron devi mettere in preventivo quanto meno di portarla a mangiare la sera alla Francescana di Bottura, e per panchinare Messi al Barcellona. che cavolo, vuoi almeno fare un provino prima o no...?
Quindi non c'è un diritto di avere uno o più figli.
C'è però quello del figlio, certo che c'è, di nascere, crescere ed essere educato da una mamma ed un papà, come la natura appunto vuole.
E lo vuole perché di norma solo questo favorisce una crescita equilibrata del figlio.

La senatrice Monica Cirinnà, relatrice dell'omonimo disegno di legge sulle unioni civili


Introdurre l'adozione del figliastro per le coppie omosessuali (fidatevi, l'uso dei termini inglesi è al 99% un modo di prenderci per il culo, v. QUI) non solo va contro questo elementare assioma di natura, non solo è un modo per aggirare surrettiziamente la volontà della gran parte degli Italiani che è contraria, non solo è un grimaldello legale per consentire alle coppie omosessuali la possibilità di un'adozione, per così dire, piena, e quindi alla fine di ottenere per via indiretta la parificazione in tutto e per tutto delle unioni civili al matrimonio, dopo il primo ricorso effettuato  alla Corte Costituzionale (un secondo dopo l'entrata in vigore della legge), nonostante l'indiscutibile volontà della nostra Carta (una delle poche cose buone che ci sono) e le apparenti volontà diverse del disegno Cirinnà... 
Il senatore Sergio Lo Giudice, ex presidente nazionale ARCIGAY, col compagno Michele Giarratano
Non è solo tutto questo, no...E' anche e soprattutto un modo per legalizzare alla luce del sole la turpe pratica dell'utero in affitto, assolutamente vietata allo stato attuale in Italia (anche se utilizzata lo stesso, ed uno dei primi ad averla seguita è un senatore del P.D. molto impegnato su questo tema, Sergio Lo Giudice, più volte citato senza smentite dal grande Mario Adinolfi, si veda al riguardo QUI): quella cosa orridamente indegna per la quale coppie etero ma soprattutto omosessuali, in genere benestanti se non ricche, spesso famose e comunque spensierate (qualcuno ha urlato il nome di Elton John???) 
Bella coppia...
ma alla ricerca sempre di quel quid che manca loro, forse per noia, forse per soddisfare un certo egoismo, forse per innata voglia di stupire e far parlare di sé, magari per un effettivo bisogno di sentirsi genitori (tanto è lo stesso, sempre vietata è) si rivolgono a ragazze fertili che hanno bisogno di soldi, spesso del terzo mondo, per sfruttarle in cambio di soldi (tanti per i paesi dove vivono, spesso mere mance per chi li sborsa), come mere fattrici da riproduzione (c'è chi in tal modo ha sfornato anche una decina di bimbi).

Insomma, ben presto si potrà arrivare ai bimbi trattati come meri prodotti commerciali, magari con diritto di recesso, garanzia soddisfatti o rimborsati, diritto di cambiarli, e così via...(v.QUI).

Bel risultato davvero!!!


Mario Adinolfi, autore di un libello molto provocatorio, forse perché dice la verità, sin dal titolo: "VOGLIO LA MAMMA"
Mi si dice...
"Ma perché sei contro le coppie gay?"
"Perché voi cattolici volete imporci il vostro volere?"
"Perché volete impedire loro la speranza di avere e crescere dei figli?" 
"Perché non possono amarsi in santa pace ufficializzati nel diritto?" 
"Perché non possono essere considerati come marito e moglie?"
In fin dei conti, è l'argomento che sembrerebbe definitivo, "Conosco tante coppie finte che maltrattano i loro bambini, altre che si cornificano tra di loro, e invece ho amici omosessuali che si amano teneramente come piccioncini, e hanno adottato un bimbo in Thailandia che gli vuole un bene dell'anima..."

Francamente mi sembra un argomento ridicolo.
Il problema di queste affermazioni/domande è che non solo non colgono affatto il problema, come tutte le frasi fatte ed i luoghi comuni, ma pretendono di dimostrare l'indimostrabile in favore di una certa causa andando a prendere gli inevitabili aspetti patologici di una strutturazione umana tradizionale, quella più tradizionale di tutte, che  a dire tanto (ma proprio tanto, eh...) colpiscono il 5% dei matrimoni (si parla delle cose gravi, ovviamente, quelle che veramente costituiscono un problema serio, non certo le ordinarie cause di separazione e/o divorzio), come se TUTTI i matrimoni, o quasi, fossero così.
Ebbene, NON è così.

La famiglia comunemente intesa, l'UNICA prevista in natura, è regolata normativamente dall'alba dei tempi (ovviamente nelle forme volta per volta esistenti, religiose o civili che fossero o siano tuttora), in via generale ed astratta, proprio a tutela del soggetto debole del matrimonio (al 99% la donna-madre-moglie) e soprattutto della prole.
Non si tratta quindi di essere cattolici, o comunque fedeli in un qualche Dio, né di essere brutti, sporchi, cattivi ed antidemocratici, ma molto semplicemente da quando l'uomo ha cominciato a vivere in comunità stabili e a darsi delle regole comuni i governanti, di destra, sinistra, centro, atei, religiosi, agnostici, illuminati, illuministi, indifferenti, omo, etero, eunuchi, e chi più ne abbia ne metta, non hanno mai inteso premiare il sentimento dell'affettività tra i coniugi in quanto tale, ma semmai regolamentare a fini meramente utilitaristici un fenomeno di natura, per averne il controllo diciamolo chiaro.
Per evitare l'anarchia, per regolamentare le successioni, per dare certezze legali in tema di patrimonio, razza, leva militare, quello che volete...
Ma non certo In Nome dell'Amore Universale!!!

Questo e non altro significa la tutela approntata dall'art. 29 della Costituzione, a norma del quale : 
"La Repubblica RICONOSCE i DIRITTI DELLA FAMIGLIA come SOCIETA' NATURALE FONDATA SUL MATRIMONIO. 
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'UNITA' FAMILIARE".

Occhio ai termini adottati. Sono scelti molto accuratamente:
- RICONOSCE, perché è un fenomeno tradizionale preesistente allo Stato, quindi addirittura ad esso sovraordinato, e di cui lo stesso Stato si limita a prendere atto, senza intervenire in nessun modo a modificarlo nella sua essenza.
- DIRITTI DELLA FAMIGLIA, perché è la famiglia in quanto tale, e non la coppia, né tanto meno i singoli che vi danno vita ad essere tutelati, e questo accade perché essa trascende le singole volontà in vista di un fine superiore, che è quello dell'UNITA' FAMILIARE, tratteggiato nel secondo comma.
-SOCIETA' NATURALE FONDATA SUL MATRIMONIO, perché è la natura a prevedere che dall'unione di un uomo e di una donna possano nascere dei figli, e solo ad essa può riferirsi il concetto di matrimonio.

Questo non significa che una relazione stabile di tipo omosessuale non meriti adeguato riconoscimento giuridico, se così gli interessati vogliono: e, lo dico chiaro, che a noi piaccia o no non importa, ce lo impone la realtà, non l'Europa.
Ma non in nome di un'impossibile equiparazione al matrimonio, come si è visto abissalmente diverso per storia, finalità e contenuti, ma nel solco di quanto tratteggiato dall'art. 2 della Costituzione, quando dice che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, SIA COME SINGOLO CHE NELLE FORMAZIONI SOCIALI OVE SI SVOLGE LA SUA PERSONALITA', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".

Ecco perché, pur premettendo che credo ci siano emergenze più gravi che debbano essere regolamentate rispetto a questa, anche perché comunque  nella realtà già adesso, magari in maniera disorganica, magari con l'esigenza di opportuni adattamenti, magari tramite la prassi, magari forzando certe norme con interpretazioni più liberali, almeno il 95% dei problemi lamentati dalle coppie omosessuali su questo tema non esistono più o sono comunque facilmente superabili, ed una regolamentazione in merito già c'è, io sono comunque decisamente assai favorevole a che i loro diritti, uti singuli e non di coppia, trovino, se proprio così si vuole, un'efficace regolamentazione ufficiale.
Vado anche oltre. 
Per me è giusto che tutti i soggetti che abbiano comunque intenzione di convivere insieme sotto lo stesso tetto, per motivi che siano anche diversi da quello di cui si parla specificatamente ora, purché legittimi, meritino di godere degli stessi diritti, patrimoniali, successori, in materia di cure mediche, di permessi sindacali, di privacy, etc. di cui godono ora espressamente solo i coniugi, ovviamente con gli opportuni adattamenti e fatto salvo il rispetto per gli altri soggetti direttamente interessati, per le finanze pubbliche ed al netto delle ordinarie difficoltà burocratiche.

Ma dalle relazioni omosessuali figli non ne nascono ed in genere statisticamente parlando si è notato che la stragrande maggioranza delle coppie di questo tipo favorevoli ad una ufficializzazione del loro status non vede un particolare dislivello economico-sociale a sfavore di uno  nei confronti dell'altro, anzi...
E per quanto invece riguarda le coppie di fatto etero, perché trasformare la loro scelta di libertà in un matrimonio sotto falso nome, giusto per salvare le apparenze? Se vogliono gli stessi diritti identici del matrimonio si sposino, non vedo il problema...Certo, significa accettare anche dei rigorosi  doveri in più che, da non sposati, non hanno, ma non capisco...Sono più furbi di chi ha invece deciso di sposarsi?
Ecco perché, di fronte a tutte queste evidenze inconfutabili, mi rifiuto categoricamente di accettare il disegno di legge Cirinnà e più in generale tutte quelle proposte che tendano a introdurre il vero e proprio matrimonio omosessuale.



La famiglia è l'unica istituzione, pur con tutte le sue attuali difficoltà, che in Italia sta reggendo, a maggior ragione in questo profondo periodo di crisi non solo economica ma di Valori, forse soprattutto di questi.
L'approvazione del disegno di legge Cirinnà sarebbe solo un altro modo, l'ennesimo, per picconarla, in nome tra l'altro di un'assoluta minoranza.
Chiassosa, politicamente influente, modaiola e mediaticamente strabordante.
Ma minoranza.

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