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Diavolo che scrive al pc

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Tic tic tic tic tic tic

mercoledì 30 settembre 2015

Una vita dedicata alla liberazione dell'uomo, certo, come no...



"Coro per la nascita di una città"
(Littoria, oggi Latina)

di Pietro Ingrao
È come cattedrale nella selva
come isola trionfante sulle acque.
Nuvole d'oro i frumenti.

Ogni compagno
nei sogni affioranti alle pupille
sull'ali stellate della notte
libera una città sepolta
nel folto delle sue carni
e con un grido arso come pianto
- le donne d'ansia chine sui figli -
approda alla pianura rivelata.

Così tu porti le nostre radici
di sogno e di pena
e nelle calme sorgenti
lievitanti dalla palude
s'è sciolta la nostra sete
come allodola si scorda
nel cielo
com'angelo si perde nel Signore.

A mattutino
con la luce e la brezza
nata t'immagina la mente.
Ti partorirono nude al sole
le nostre campagne
e sulle broccia fiorite
trionfanti t'offrono.

Sei pietra dura e ti campa
il sogno d'ogni compagno
sulla terra.
Simile al mandorlo
a marzo è scorza aspra
e fiore d'argento.

(Lirica vincitrice del Premio «Poeti del Tempo di Mussolini», indetto dal settimanale Federale "L'Artiglio"

ed assegnato a Bagni di Lucca il 18 agosto 1935 – XII E.F.)


Non esistono, o almeno non sono pubbliche, foto di Pietro Ingrao giovane.
Forse perché richiamerebbero senza alcun dubbio alla sua piena e convinta adesione al fascismo, direi quasi adorante, come attesta anche il secondo posto da lui conseguito ai Littoriali della Cultura di Roma del 1935, riservati ai giovani aderenti ai G.U.F. (Giovani Universitari Fascisti) ed organizzati dai fascistissimi Giuseppe Bottai ed Alessandro Pavolini.
La sua poesia "Stagione" sarebbe stata poi pubblicata sul giornale di Telesio Interlandi (sì, proprio il teorico della razza pura italiana) sul giornale "Il Quadrivio"  il 28 aprile 1935.
E non dimentico affatto il decimo posto conseguito al Convegno di Organizzazione Politica del P.N.F. del 1935, subito dopo in classifica, immaginate un po', un altro illustre galantuomo, Luigi Longo!



Ecco perché, nel rispetto per la morte del centenario (da poco) Pietro Ingrao, un rispetto che però non è né più né meno che l'ordinario rispetto che si deve a chi lascia questo mondo di lacrime, preferisco non adeguarmi al codazzo francamente irritante e di sicuro pelosamente ipocrita di chi ora inneggia alla morte di un politico "illuminato", nientepopodimeno di uno che avrebbe "dedicato la sua vita alla liberazione dell'uomo", come improvvidamente qualcuno ha detto al suo funerale (non so chi e nemmeno mi interessa saperlo).
No, mi dispiace, uno che aderisce prima con convinzione al fascismo, poi di punto in bianco diventa comunista addirittura "di sinistra" (già, perché c'erano anche quelli "di destra", praticamente una divisione tra chi avrebbe sempre imprigionato e poi impiccato chi aveva un'idea contraria alla sua e chi si sarebbe limitato a sbatterlo in un campo di lavoro, pare di capire...), ecco uno così, uno che da entusiasta direttore dell'Unità all'epoca della repressione dei fatti d'Ungheria del '56 da parte dei Sovietici dedicò ben due articoli, uno non firmato e l'altro firmato P.I., a stroncare con parole di fuoco quegli ingenui aneliti di libertà dei poveri Ungheresi (anni dopo disse che se n'era pentito subito, ma francamente non se ne è mai accorto nessuno), be', a farlo passare per una sorta di Paladino della Libertà no, non ci sto, non ci sto proprio.
E potranno cantare fin che vogliono "Bella ciao" e "Bandiera rossa", la cosa non mi tange.




Ingrao è stato coerente per tutta la vita nella sua indole di sovvertitore antiborghese dell'ordine tradizionale, non lo metto in dubbio, ovviamente nelle varie declinazioni che la sua lunga esistenza gli ha consentito di vivere, ed in questo posso persino trovare una sia pur sottile linea di continuità col fascismo movimentista delle origini, non metto in dubbio nemmeno questo, se non fosse che:
A) lui per primo di quelle origini fasciste evidentemente se ne vergognava, così come non esitava  a tacciare di fascismo chi si opponesse all'ideologia comunista da lui successivamente abbracciata nel corso della sua esistenza;
B) il comunismo, e diciamole le cose per come vanno dette una buona volta, è stata un'ideologia criminosa e criminogena, di sicuro assai di più di quanto lo sia stato il fascismo, non foss'altro per la ben diversa durata dei rispettivi fenomeni e per la sua ben più radicata diffusione nel mondo. 

Certo, Ingrao è partito da Mussolini ed è infine approdato a Vendola, ma si sa la tragedia si trasforma sempre a gioco lungo in farsa quando si ripete, ma sinceramente, al di là degli scherzi:
- uno che ha inseguito sempre sogni sbagliati, che spesso corrispondevano a incubi per gli altri;
- che per farlo ha cavalcato cavalli sempre diversi, nel momento più adatto:
- uno che nonostante le sue contraddizioni e i suoi errori non si è mai dimesso dalle sue cariche di partito, politiche ed istituzionali, fino all'ultimo restando nella vita pubblica e ponendosi come una sorta di Grande Saggio;
- uno che ha sempre ammesso i suoi sbagli quando ormai erano così palesi che continuare a negarlo diventava francamente patetico (in questo ricordando anche altri personaggi giunti anche ben più in alto nella loro carriera politica, anch'essi per esempio durissimi contro l'insorgenza budapestina...);
- uno che era perfettamente consapevole di che razza di regime fosse quello sovietico da lui così tanto osannato, e che nonostante tutto non perdeva un attimo ad attaccare pesantemente quel mondo democratico italiano e occidentale che, magari in maniera imperfetta e sempre migliorabile, gli consentiva (a lui come ad altri della stessa parrocchia) di pronunciare i suoi ispirati sproloqui dandogli anche un'aura di autorevolezza che proprio non meritavano....

Be', mi dispiace, ma se uno così merita certe santificazioni, persino da parte di gente che con lui nulla ha a che spartire, che dire, non posso che pensare che è giusto che l'Italia sia messa com'è messa.
Certo, mi rompe che ad andarci di mezzo, come tanti altri, sia proprio io.
Peraltro, non ho dubbi che se i sogni "maturi" di Ingrao si fossero avverati io sarei stato impiccato fra i primi.

P.S. Visto che non dispongo di foto giovanili del nostro, ve ne mostro una di un altro Santone dei nostri giorni, presa da internet.
Tanto, che credete...Tutti così si vestivano, questi Illuminati di sinistra...

Eugenio Scalfari, un altro fenomeno. Intervistato a "Di Martedì" dichiara:
«Pensi, in Italia la gente si è innamorata persino di Mussolini!»

Eccolo in divisa fascista... Emoticon tongue
(Commento e foto tratti dal profilo fb di Maurizio Murelli, che ringrazio)

Per saperne di più:



1 commento:

  1. ...umano cordoglio..certo....ma quanta ipocrisia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1

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