Pagine

Diavolo che scrive al pc

Diavolo che scrive al pc
Tic tic tic tic tic tic

sabato 11 aprile 2015

Ciao Lorenzo, ti sia lieve la terra



Ritengo veramente indegno il tentativo che si sta compiendo, da parte di certa magistratura militante, di intestarsi, con un fervore che definirei sciacallesco, il grave fatto di cronaca avvenuto ieri mattina al Tribunale di Milano.
Una tragedia assurda, inconcepibile (forse), di sicuro favorita anche da un certo lassismo nelle procedure d'identificazione all'entrata del palazzo di giustizia, ma una tragedia segnata molto probabilmente dalla follia, nella quale i protagonisti sono:
- un imprenditore fallito di 57 anni, Claudio Giardello, l'assassino, socio di maggioranza della Magenta Srl, agenzia immobiliare che doveva far fronte a 2,8 milioni di passivo e 250.000 euro di debiti con l'erario, imputato in un processo di bancarotta fraudolenta nato a seguito dei contrasti sorti con gli altri soci per spartirsi tra loro il frutto di una vendita in nero di due palazzine a Milano;
- le povere vittime dello sparatore: un giudice fallimentare, Fernando Ciampi, di 71 anni, un giovane avvocato, Lorenzo Alberto Claris Appiani, di 37 anni, ex difensore di Giardello e testimone nel processo a suo carico, ed un altro imprenditore socio del primo e coimputato nello stesso processo, Giorgio Erba;
- un altro teste del processo, l'ex commercialista di Giardello, Stefano Verna, ed il nipote e socio dell'assassino, Davide Limongelli, rimasti per fortuna soltanto feriti nell'attentato.
L'assassino, poi, incredibilmente sfuggito in scooter alla caccia all'uomo nata subito dopo il fattaccio, è stato infine arrestato una ventina di minuti dopo addirittura a Vimercate, ed ai carabinieri che l'arrestavano ha dichiarato che avevano fatto bene a prenderlo, perché voleva vendicarsi di tutti coloro che l'avevano rovinato, e se avesse avuto il tempo avrebbe ammazzato ancora qualcuno...




















In questa vicenda quindi non ci sono martiri e non ci sono eroi, non ci sono piemme e non ci sono giudici superstar, non ci sono scorte di VIP, personaggi eccellenti, prove del DNA, le Bruzzone e i Biavardi di turno e nemmeno future star del mondo massmediatico e politico...
Non ci sono insomma i soliti noti di mezzo, non ci sono le Ilde e non ci sono i Tonini, non ci sono Bruti e nemmeno Liberati, sono assenti pure le solite sigle sindacali, non ci sono intercettazioni pruriginose e non ci sono rubiconde ragazzuole in salute, non ci sono Amande e nemmeno Solleciti di alcun tipo, se non quelli che di ordine i comuni avvocati che tutti i giorni si guadagnano la pagnotta mandano per conto dei loro clienti spesso morti di fame ad altre persone che sono in genere ancor più morte di fame di loro...

Claudio Giardello
Questa è una tragedia profondamente umana, i cui protagonisti sono tra i più umani che si possano concepire e che normalmente si incontrano in un'aula di giustizia: l'anziano giudice fallimentare, ormai giunto quasi alla fine di un'anonima carriera come tante, conosciuto soltanto nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori milanesi; l'imprenditore fallito che, come quel personaggio da film interpretato da Michael Douglas, perde la testa e si mette a sparare contro tutti incolpandoli della sua rovina, causata soltanto però dalla sua cupidigia, tipicamente umana anch'essa e che tutti quanti, diciamolo, se ce n'è l'opportunità pratichiamo con estremo piacere; il suo socio e coimputato, forse la prima vittima dell'assassino, in fin dei conti un povero sfigato, morto da sfigato per mano di uno sfigato come lui...



E un povero giovane avvocato, Lorenzo Alberto Claris Appiani, morto nell'adempimento del suo dovere.
Ecco, mi sa che mi sbagliavo prima, un eroe in questa vicenda forse c'è: lui sì, forse, è l'unico che potrebbe meritare sotto certi aspetti la qualifica di eroe, un eroe non riconosciuto, certamente, uno che i Lord Protettori del nostro paese non hanno degnato nemmeno di un accenno veloce, tutti presi come erano a infiocchettare il capo della casta più potente d'Italia con un titolo di martirio che proprio, diciamolo, non è cosa...
Ma in realtà il povero Lorenzo era/è un eroe dei nostri tempi, perché ce ne vuole, ad un'età ancora verde come la sua, a dedicare la sua vita ad una professione che in Italia politicanti di quart'ordine e potenti lobbies stanno tentando scientemente di affossare, con mille assurdi, tremendi, indegni escamotages: una professione che in questo momento tanti stanno abbandonando perché costretti dalla crisi e dalle ultime deliranti normative a chiudere l'attività, mentre tanti altri, pur di continuare, sono costretti a lavorare alle dipendenze altrui, senza tutele, senza garanzie, per poche centinaia di euro al mese, magari in nero, e tutto questo pur di mantenere un cordone ombelicale col lavoro che hanno fatto sempre.




Pensate, professionisti fatti e finiti dai trenta ai cinquant'anni e più, magari con moglie e figli a carico, trattati come neppure i co.co.pro., pur avendo mediamente almeno una decina di anni e tanta esperienza di vita e professionale in più.
Eppure si tratta di lavoratori che agli occhi della gente comune passano per privilegiati, e senza nemmeno il diritto di lamentarsi, sennò chi li sente i sindacati, i partiti, le anime belle che vedono il lavoro ancora come se fossimo fermi allo Statuto dei Lavoratori...
Vuoi mettere con le superstar della magistratura...
(Sotto sotto, sono sicuro, c'è chi pensa che se l'è meritata, il Claris Appiani...) 

Le tre vittime della tragedia: da sinistra il giudice Fernando Ciampi, Lorenzo Claris Appiani, Giorgio Erba


Ecco, come sarebbe stato bello se Mattarella, invece di rivolgersi solo ai magistrati senza nemmeno citare di striscio le altre vittime che magistrati non erano (figuriamoci poi il giovane avvocato), invece di accodarsi al coro delle lamentazioni interessate dei soliti noti, quello del "Basta discredito contro le toghe" (intendendo solo i magistrati, ovvio, senza considerare che, nel nostro piccolo, anche noi avvocati indossiamo la toga), invece di presiedere il solennissimo, pomposissimo (e quanto inutile, come il 99% delle solennissime e pomposissime sedute di questi Alti Consessi) plenum del CSM per testimoniare l'Attenzione delle Istituzioni sull'Alto Ruolo della Magistratura (mi raccomando le maiuscole!!!)...





...Ecco, come sarebbe stato bello se Sergio Mattarella, invece di fare tutte 'ste cose qui, che per me hanno lo stesso, identico valore delle scemenze di chi invece inneggia a Giardello come a una povera vittima del Sistema, avesse fatto una e una cosa sola: andare dalla mamma del povero Lorenzo Claris Appiani e chiederle scusa!!!
Chiederle scusa, sì, per come l'Italia che lui rappresenta non è stata in grado di impedire che un ragazzo entusiasta della professione e pieno di vita come lui abbia potuto perdere la vita in un modo così assurdo, in quello che dovrebbe essere uno dei luoghi più protetti d'Italia, per mano di un uomo evidentemente fuori controllo e lasciato a sua volta, comunque, tremendamente solo rispetto alle sue enormi difficoltà esistenziali.



Invece no, si preferisce andare dietro alle stronzate demagogiche sparse a piene mani dai soliti noti, che temono che ora debbano essere costretti a fare qualche giorno di ferie in meno, qualche comparsata in meno in tv, e magari qualche ora di più in ufficio  a studiarsi le carte, possibilmente senza farsi tentare dalla suggestività dei soliti teoremi che vedono solo loro (non sia mai che, una volta nella vita, possano anche correre il rischio altamente improbabile di un'azione di responsabilità civile nei loro confronti...)!!!!!!!!!





Ecco, Presidente Mattarella, evidentemente non le bastava andare in treno come i comuni mortali (salvo poi per muoversi creare il vuoto intorno in stazione e in carrozza, ma vabbé, l'importante è l'immagine no?), non le bastava prendere il volo di linea invece che quello di Stato (oddio, forse dopo le ultime problematiche sorte coi piloti delle linee aeree private adesso ci ripenserà...), ma doveva proprio andare a lisciare il pelo anche a chi proprio non ne ha bisogno???
Ennò...
Troppo facile, così, Presidente...E in questo momento le scelte troppo facili sono sicuramente quelle peggiori...



Ecco, nel mio piccolo, da avvocato, da cittadino, da polemico amante della politica intesa come servizio per la comunità (a prescindere dalle inclinazioni ideali di ognuno) io mi sento profondamente offeso da questo suo atteggiamento: un atteggiamento da pavido, un atteggiamento da opportunista, un atteggiamento non degno del più alto rappresentante delle nostre Istituzioni. 
Il mio pensiero va proprio a Lorenzo Claris Appiani, invece, e a tutti coloro che come lui hanno ancora il coraggio di fare le scelte più difficili.

Ciao, Lorenzo.
Ti sia lieve la terra.






















Per saperne di più:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/04/09/news/sospeso_il_vertice_sulla_sicurezza_con_il_ministro_alfano_maroni_sconvolgente_-111512817/

http://www.si24.it/2015/04/09/chi-era-lorenzo-alberto-claris-appiani-una-delle-vittime-della-sparatoria-al-tribunale-di-milano/87221/

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/spari-in-tribunale-a-milano-mattarella-ai-criminali-lo-stato-risponde-con-fermezza-_2105117-201502a.shtml

Nessun commento:

Posta un commento