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lunedì 25 maggio 2020

Chiedo scusa ai miei amici lettori


Cari amici, vi devo una spiegazione sulla mia assenza di mesi da questo blog.
Non ho avuto problemi di salute ricollegabili al maledetto COVID 19, posso rassicurarvi, anche se purtroppo la mia famiglia ha perso l'unico SIGNORILE che viveva a Bergamo, un cugino di mio padre, che conoscevo benissimo ed era pure un affezionato contatto di questa pagina e mio personale su Facebook: è morto a fine marzo, da solo, senza il conforto dei suoi cari e pure di un funerale degno di questo nome, lasciando due figli e la moglie affranta.
Non era giovane ma nemmeno così vecchio, avendo solo 77 anni, ma purtroppo il bastardo non l'ha risparmiato, nonostante stesse tutto sommato in buona salute.

Gianni (ma per tutti noi era Giannino) era un uomo brillante, gioviale, lo ricordo sempre sorridente: pensionato delle Poste, dal multiforme ingegno, era un collezionista, appassionato di animali, pittore dilettante di talento, oltre che gran milanista come me, il che ci dava l'estro ogni tanto di confrontarci sugli ultimi tempi grami della nostra squadra del cuore.
Uno insomma di quei personaggi tipici di ogni famiglia, di quelli che anche se non li vedi spesso sai che ci sono, ne sono una delle travi portanti, col loro patrimonio di conoscenze, tradizioni, ricordi, aneddoti, e che sono normalmente destinati a spegnersi tranquillamente di vecchiaia, nel proprio letto, all'improvviso, a un'età ben più "importante" di 77 anni, tanto più in una famiglia come la nostra, nella quale ci sono stati parecchi ultranovantenni.
Però no, non è stato nemmeno per il dispiacere della sua perdita che mi sono fermato.

La verità è che tutto è nato per un motivo apparentemente futile, ragionevolmente assurdo, ma che mi ha lacerato dentro: per un mio stupidissimo errore, nella mia ansia di perfezionismo, ho purtroppo cancellato gran parte del lavoro fatto di risistemazione e abbellimento del mio post sulla vittoria delle nostre Armi a Vittorio Veneto.
Nel corso praticamente della limatura finale, quando ormai mancava poco al risultato che volevo io, ho per errore rimesso allo stato di bozza il post, per lavorarci con più calma, proprio perché temevo che con tutte le nuove modifiche potessi andare fuori dal tema stretto del post: il mio intento era proprio quello, una volta messa in piedi l'intera struttura narrativa, di vedere se convenisse lasciarla così, spezzarla in due parti, o darvi una diversa impostazione, magari alleggerendo alcuni punti da trattare poi in altra e più specifica sede.
Purtroppo, però, non essendo ancora del tutto padrone delle impostazioni, non mi ero reso conto che in memoria c'era già una bozza di questo lavoro, ovviamente col medesimo titolo, risalente a qualche mese prima e quindi superata dalle successive rivisitazioni, e nel momento stesso in cui ho premuto il pulsante tutte le modifiche che avevo fatte nel frattempo sono evaporate nell'aria, e mi sono così ritrovato di punto in bianco solo il post salvato in quella bozza.
Ero arrivato a un passo dal completamento finale di questo lungo e laboriosissimo pezzo, e tutto è andato in fumo in un nanosecondo, quando bastava salvare la nuova versione con un diverso nome o semplicemente cancellare quella vecchia: non vi dico le parolacce, gli improperi, le cosacce che mi sono detto tra me e me!

La cosa buona è che le modifiche saltate per aria riguardavano quasi tutte gli altri fronti e non quello italiano, per cui paradossalmente il Valore dei nostri soldati ritorna comunque ancor più al centro della scena, tuttavia la cosa brutta è che comunque anche negli altri fronti c'erano degli italiani, e con un ruolo anche molto significativo, soprattutto in Francia, in Albania e in Macedonia, e che le vicende degli altri fronti finivano col motivare al meglio anche gli sviluppi bellici italiani, con non poche precisazioni, modifiche e chiarimenti che potevano spiegare in molti casi anche le cose di casa nostra.
Ve lo confesso, tutto questo disastro mi ha così letteralmente mandato in tilt, perché a causa di questa mia gravissima mancanza ho mandato in fumo mesi di lavoro, di ricerche, di letture: il risultato è stato che mi sono all'improvviso disamorato di tutto quello che avevo scritto, tanto che non ho ancora trovato la forza di rileggermi il post di Vittorio Veneto com'è ora.
Temo di trovarvi tante inesattezze, incongruenze, ripetizioni e (involontarie) omissioni da non riconoscerlo più come mio: sapete quando si legge del regista che a un certo punto disconosce il suo ultimo film uscito nelle sale, perchè magari completamente rimaneggiato nella sua impostazione da un montaggio non all'altezza, o privato dalla produzione di alcune scene da lui ritenute fondamentali? Ecco, nel mio piccolo mi è capitato proprio questo, accresciuto peraltro dalla piena consapevolezza che di questo scempio potevo incolpare solo me stesso.
Scusatemi, quindi, se troverete "Noi che abbiamo vinto a Vittorio Veneto" forse incompleto, incongruente, mal fatto, con qualche ripetizione, magari con imprecisioni.
La colpa è mia e solo mia.

Questo è insomma il motivo vero, un po' fanciullesco, un po' cretino, un po' assurdo, della mia così lunga assenza, che ovviamente i mesi iniziali di questo anno finora così maledetto hanno ulteriormente esaltato: facevo già fatica, negli ultimi due anni almeno, a tenere dietro al mio blog, lavorandoci solo io e nessun altro, per un misto di stanchezza, indolenza, sensazione di inutilità dei miei post, figuratevi ora, scagliati come siamo nel vuoto di una politica, di un clima, di un periodo storico che non invogliano né all'ottimismo, né alla più emotiva speranza di un qualche genere di cambiamento.
Sensazioni che ovviamente gli ultimi tempi non hanno certo contribuito ad alimentare né tanto meno, come nel mio caso, a far rifiorire.

Ma è accaduta però una cosa strana, bella, sorprendente: ho scoperto che nonostante tutto, nonostante la mia assenza, nonostante la sua inspiegabilità, nonostante il mio rigetto psicologico dal riprendere in mano questo blog, in tanti hanno continuato a mettere il "MI PIACE" sulla pagina Facebook.
E allora non posso tradirvi, amici miei, vecchi e nuovi: evidentemente il mio blog ha una ragione per continuare a vivere.
Probabilmente non sarà più un vero e proprio blog, a periodicità più o meno regolare (d'altronde non lo era più così da tempo), il che mi costringeva in certi momenti anche a scrivere giusto per, senza autentica volontà, quasi forzandomi, allo scopo solo di mantenere un minimo di continuità con voi, una cosa di cui solo ora mi rendo veramente conto (e anche di questa mi scuso con voi), fatta in buona fede, certo, pensando di fare comunque un buon servizio per voi, ma sbagliata: ecco il motivo per cui penso di trasformarlo in una sorta di contenitore di cose, di idee, di storie, come in fondo stava diventando, ma senza dirlo ufficialmente, qualcosa a metà tra un blog e un sito vero e proprio.

Insomma, meno cose, ma più di qualità.
Spero, almeno.
Un abbraccio, amici miei.

Francesco Signorile (AKA Il Forcone del Diavolo)

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