Pagine

giovedì 8 marzo 2018

All'alba della III° Repubblica




Signori miei, credo di poter dire che le elezioni di domenica scorsa hanno decretato ormai ufficialmente la nascita della III° Repubblica.
L'esito finale, sicuramente ostico da maneggiare per un pur scafato navigatore politico come il nostro Presidente Mattarella, ha comunque certificato un risultato chiaro: gli italiani si sono stufati di seguire un partito, il P.D. renziano, completamente fuori dalla vita reale, che pensa a tutto tranne a ciò che veramente a loro serve, seguendo la scia di miserabili consorterie in cerca di visibilità, soldi e potere, dalle associazioni di chi sappiamo noi alle ONG multinazionali di miliardari annoiati, da certa intellettualità pasciuta e stanca di tutto, tranne che del proprio ego smisurato e presuntuoso, al dorato mondo del cinema, viziato e ipocrita come quant'altri mai (e la squallida vicenda del "Me too", che trova in Asia Argento la sua principale paladina in Italia, ne è la prova provata).



Ci tengo troppo al mio paese, per augurargli un quinquennio di decrescita felice con il Movimento 5 Stelle, anche se politicamente ci sarebbe quasi da augurarselo (già la sera dopo le elezioni, a "Porta a Porta", Di Maio ha detto che "Ci vorranno anni per introdurre il reddito di cittadinanza, perché prima bisognerà riformare gli uffici del lavoro"), perché così la lezione per chi li ha votati sarebbe definitiva ed inappellabile, per cui credo e spero che a prendere il mano il governo sia il centro destra, ormai più destra che centro, magari con l'aiuto a questo punto dei più responsabili tra i parlamentari del P.D.


Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Bari



Un P.D. che per me a gioco lungo non potrà che spaccarsi, diviso com'è tra l'anima incancellabilmente comunista delle origini (però assai minoritaria alle camere, nelle quali la maggior parte dei posti è rigorosamente stata appannaggio dei protetti del putto fiorentino, ormai ridimensionato Deo Gratias!), e quella dei "centristi" alla Renzi (o, ultimo arrivo, alla Calenda): i primi (guidati da quel caciarone di Emiliano, il Ras della Puglia che però pure lui, grazie a Dio, le ha prese nelle sue lande) vorrebbero allearsi ai grillini, e fare con loro una maggioranza che sarebbe di tipo anarco-sinistroide, un qualcosa di veramente abominevole a mio parere, oltre che politicamente debolissimo sul piano strettamente numerico in parlamento, gli altri sono assolutamente lontani dal mondo malato evocato dai Grillo's boys, per tantissimi motivi.
Altre ipotesi non ne vedo, sinceramente, di politicamente potabili, da una schifosissima compravendita da mercato delle vacche (sull'uno e sull'altro fronte), che non farebbe che affossare definitivamente chi la persegue, ad un'innaturale commistione M5S-Lega: che interesse avrebbe la Lega, espressione maggioritaria del Nord operoso ed in cerca di libertà fiscale, che potrebbe essere la guida forte e giovane di un rinnovato fronte di centro-destra (destra-centro), meno europeista e più attento agli interessi italiani e degli italiani, a fare da ruota di scorta sussidiaria al movimento di Grillo, nuovo esempio soprattutto di masianellismo meridionale, fautore di un'idea di puro assistenzialismo che tanto successo ha avuto in realtà degradate come Scampia??? (A proposito, cari grillini, qui non si parla più di voti di camorra, eh...?)



Ecco, la Lega.
Secondo me in questi giorni si vedrà la statura da leader di Matteo Salvini: ha conseguito un successo indubitabile, superiore alle previsioni, ha scavalcato (doppiandola addirittura in molte realtà settentrionali) F.I., stanca come stanco è il suo leader (per tanti motivi, quest'ultimo, e tutti comprensibilissimi), ma ancora deve fare un passo in più: quello che separa il politico dal politicante l'ha fatto, ora deve dimostrare di essere uno statista.
E allora bisogna alzare la posta, e rischiare.
E per me, con tutta la comprensione umana che si può avere per le legittime aspirazioni di un Calderoli, un passo enorme sul piano politico, umano e mediatico, anche rivolto all'estero, sarebbe la proposizione da parte sua di Tony Iwobi, l'ottimo imprenditore leghista italiano 62enne di origini nigeriane, a candidato unitario di tutto il centrodestra a Presidente del Senato (che è anche Seconda Carica dello Stato).
Sarebbe una mossa dirompente, spiazzante di tutti i luoghi comuni sulla Lega e sull'intero centrodestra italiano, in Italia ed all'estero.
Se III° Repubblica deve essere, che lo sia sul serio.



Nessun commento:

Posta un commento