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mercoledì 13 settembre 2017

Eja Eja Baccalà


Ho trovato su facebook, grazie all'amica Cinzia Bertoncini, il testo dell'intervento ieri alla Camera di Daniele Capezzone in sede di dichiarazione di voto sulla delirante proposta di legge presentata dall'Onorevole (più o meno) Emanuele Fiano del P.D. introduttiva del reato di propaganda fascista e nazifascista, passata ora al Senato col voto favorevole di 261 deputati, con 122 contrari e 15 astenuti.
Lo ripropongo qui integralmente, perché mi ci rispecchio in pieno.

"Grazie, signora Presidente.
No, collega Fiano, non ci siamo proprio.
Non ci siamo in primo luogo perché è e resta illiberale, comunque la raccontiate, ritenere che delle opinioni che a voi e anche a me non piacciono – per il solo fatto di non piacere a voi e a me – non debbano circolare. Questo è illiberale.
È, invece, proprio di un ordinamento liberale ritenere che anche le opinioni aberranti debbano poter circolare. Che liberali siamo se abbiamo paura che, nel libero mercato delle idee, le buone idee non siano in grado di resistere alle idee cattive? Che liberali siamo se riteniamo che le idee che voi e magari anch’io riteniamo cattive debbano essere messe fuori circolazione? Davvero abbiamo così poca fiducia nelle nostre idee?
Secondo. Chi stabilisce – lo stato? voi? un politburo? un soviet del momento? il ministro dell’istruzione pro tempore? – cosa si possa e cosa non si possa dire, quali immagini sì e quali immagini no, quali gadget possano stare in commercio e quali no?
Terzo. La storia del comunismo (ovviamente escluso dalla vostra legge: quello si può sempre propagandare in Italia…) non la potete archiviare così, onorevole Fiano, e vale anche per la resistenza in Italia. Se siamo persone che hanno onestà intellettuale e memoria buona, anche in quella resistenza occorrerà ricordare che c’erano coloro che erano antifascisti in nome della libertà e c’erano – invece – coloro che erano sì antifascisti ma in nome di un’altra dittatura, cioè per imporre una dittatura di segno diverso. E non potete impedire di ricordare questa, che è una elementare verità storica.
E allora, la faccio breve, signora Presidente, la sostanza è questa: voi siete antifascisti, come tanta parte della storia comunista e della sinistra italiana, ma non siete antitotalitari.
Siete contro alcune lesioni della libertà, ma non siete contro tutte le lesioni e tutti gli attacchi alla libertà: è questo che fa la differenza tra voi e noi, tra comunisti (o oggi politically correct, che è il nuovo volto della sinistra che si crede “dabbene”), e chi era e resta liberale".

Permettetemi ora una chiosa personale.
Se non si comprende che l'antifascismo come sistema di valori in quanto tale non esiste, essendosi trattato solo di un'alleanza contingente, necessitata e spesso insincera tra forze eterogenee con principi fondanti e valori diversissimi tra loro, di cui una in particolare avrebbe volentieri fatto fuori le altre tutte insieme un secondo dopo Piazzale Loreto, non se ne esce.
La Democrazia è un Valore, la Libertà in tutte le sue forme è un Valore, il Rispetto reciproco tra le idee è un Valore, La Consapevolezza che Nessuno ha il monopolio della Verità e dell'Etica è un Valore, il RIGETTO DI OGNI E QUALUNQUE TOTALITARISMO politico, religioso, ideologico, di classe, di razza è un Valore, NON l'antifascismo.
Solo che se lo si ammettesse, se si ammettesse che ciò che si deve combattere non è (solo) il Fascismo e l'ancor più aberrante Nazismo, ma il Totalitarismo, in quanto tale, assoluta negazione dell'Uomo in nome di qualcosa che va CONTRO l'uomo, in tutte le sue manifestazioni, be' se lo si ammettesse la prima ideologia da abbattere sarebbe il Comunismo, l'ideologia più totalitaria di tutte, quella nel cui nome si sono fatti in assoluto più morti nell'intera Storia del genere umano.
E questo a lor signori non conviene.
Perché il P.D. può far finta di nulla, ma da lì, da quella Storia grondante sangue, proviene.

Ed alla fine la sua natura totalitaria, quella degli autori al P.D. più vicini, quella degli intellettuali, dei giornalisti, dei maestri di pensiero di 'sta cippa prossimi ai soliti circoli democratici, antifascisti, antirazzisti e ciòchecacchiovoletevoi che a quella miseranda e sanguinaria tradizione si rivolgono si manifesta sempre, in maniera anche talmente palese e quasi ingenua nella sua aberrazione da mettere veramente paura, tanto gli esce spontanea dalle loro menti ottenebrate, come nel trafiletto che vedete sotto...




Meglio gridare al fascismo risorgente, anche se non esiste.
Il modo migliore per farlo rinascere, sotto nuove vesti.
Complimenti.
E andate a cagare!



4 commenti:

  1. sante parole, ma non la capiranno mai con le parole e diveniao come loro.....difficile uscirne

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  2. Un bellissimo articolo che vorrei che tutti leggessero anche se è e rimane una vana speranza che la gente legga qualcosa oltre ad un titolo!
    In ogni caso, scusa la mia polemica del tutto inutile, lo so bene, il discorso di Capezzone e quanto hai aggiunto sono la quintessenza della verità, quella verità che loro, i signori radical shit (non è refuso) non ammetteranno mai pur sapendo intimamente che è vera

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  3. Questo è il "fascismo dell'antifascismo". Ecco il mio articolo: https://thecandelabraofitaly.blogspot.it/2017/09/lintervento-di-daniele-capezzone-sul.html

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  4. In questi giorni l'ANPI, una delle più potenti agenzie pure dell'odio che ancora martellano le balle a questo nostro povero, disgraziato paese, ha dichiarato la propria contrarietà a che il Comune di Noli dedichi una targa alla memoria di Giuseppina Ghersi, una bambina di 13 anni che alla fine della guerra, a cose ormai fatte e stracompiute, fu violentata e barbaramente uccisa perché "fascista" dai partigiani.
    Per Samuele Rago, presidente provinciale dell'ANPI, lei "era una brigatista nera a fianco di aguzzini fascisti e nazisti e la pietà non allontana la sua responsabilità".
    Basta questo.
    Non ho nulla da aggiungere.

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